Quello che è successo oggi rappresenta un cambio storico, a mio parere negativo, nella formula della Coppa Italia. L'esclusione delle squadre della ex serie C (ormai Lega pro) grida vendetta ed è una cosa profondamente ingiusta nei confronti del calcio. Ben venga una riformulazione della competizione divenuta poco interessante se non per qualche sprizzo finale. Si sarebbe potuto prendere ispirazione dalla famosa ed apprezzata coppa nazionale FA Cup a sorteggio libero, dove una squadra di quinta divisione può giocare e competere contro un club di Premier, e invece no, come al solito sono state fatte le cose per favorire i potenti. La potremmo chiamare Superleague Coppa Italia, le misure prese sembrano molto simili a quelle ipotizzate proprio per la Superleague, un principio anti democratico, anti sportivo ed anti competitivo, e ora i dissidenti tipo il Sassuolo di De Zerbi o il Torino di Cairo avranno qualcosa da ridire? O non si dirà nulla visto il loro vantaggio di giocare qualche turno in meno?

Altro capitolo scottante è la notizia diffusa dal network spagnolo Espn sulle eventuali sanzioni (fino alla squalifica?) per chi non si defila definitivamente dalla Superleague: ma quanto fondamento può avere questa cosa? In un mondo dove la fanno da padrone i diritti televisivi possiamo veramente fare a meno di Juventus e Milan dalle principali gare europee per due anni? Con le ripercussioni economiche devastanti che ne susseguono? Ma sopratutto sarebbe rispettoso verso i tifosi, da sempre contrari, quest'esclusione?

Si spera solo che dopo questo pasticcio all'italiana per la Coppa Italia, la Champions pensi anch'essa ad una rifondazione profonda e doverosa, dove sarebbe opportuno applicare delle politiche al ribasso dei club su ingaggi, costi dei cartellini e percentuali ai procuratori, altrimenti si rischia il collasso inevitabile di quei club con milioni di tifosi serviti a far arricchire solo procuratori e calciatori mercenari.