Lo scambio Cancelo-Danilo fra la Juve e il City ricorda per certi versi la cessione di Roberto Carlos dall’Inter al Real Madrid avvenuta nell’estate del 1996. Sulla panchina nerazzurra sedeva l’immarcescibile Roy Hodgson mentre su quella  dei Blancos  operava un certo Fabio Capello. Roberto Carlos che all’epoca  era già titolare della nazionale brasiliana,  era stato acquistato dalla Società di Moratti nella stagione precedente  dal Palmeiras per una cifra vicina ai 10 miliardi di lire. Con l’Inter disputò una sola stagione  con 34 presenze fra campionato e coppe e con  7 reti all’attivo. Ma quella stagione fu sufficiente per capire che si trattava di un potenziale fuoriclasse; era molto veloce, dotato di grandi qualità tecniche ed  eccelleva nei calci di punizione per potenza e precisione di tiro. La sua prima rete nel campionato italiano la segnò  proprio su punizione  all’esordio contro il Vicenza. Era fortissimo in fase offensiva, un pò meno in quella difensiva.

Alla fine di quella stagione Roy Hodgson  diede l’ok alla sua cessione perché lo riteneva indisciplinato a livello tattico, e al suo posto decise di far giocare tale Alessandro Pistone. Roberto Carlos fu venduto al Real per  600 milioni di pesetas, cifra vicina ai 7 miliardi di lire;  con i Blancos  il difensore brasiliano rimase per undici anni vincendo praticamente tutto quello che si poteva vincere: quattro titoli spagnoli, tre Supercoppe di Spagna, tre Champions League, una Supercoppa UEFA e due Coppe Intercontinentali. Inoltre  vinse il titolo Mondiale con la Nazionale Brasiliana nel  2002.

Capello qualche anno dopo rispondendo ad un giornalista che gli aveva fatto notare che  Carlos  era si  fortissimo in fase offensiva ma non sapeva difendere bene rispose: “bastava dirglielo”.

Ecco, diciamo che forse lo stesso discorso si potrebbe fare anche a proposito di Cancelo e di Danilo: basterebbe dirglielo. Infatti Cancelo come caratteristiche è molto simile a Roberto Carlos; anche il bianconero è  molto abile in fase offensiva mentre lascia a desiderare quando si tratta di difendere. Ed è probabilmente questa la ragione per la quale viene  venduto. La Juve con la sua cessione realizza una buona plusvalenza e si mette in tasca un conguaglio in denaro di 28 milioni di euro. 
Sotto l’aspetto economico per la Società bianconera è senz’altro un buon affare ma non lo è altrettanto sotto il profilo tecnico perché vende un giocatore con potenzialità da fuoriclasse  sul quale Allegri nella passata stagione  probabilmente  non ha lavorato a sufficienza e   non ha saputo disciplinare tatticamente. 
In conclusione si può dire che si  tratta di  una cessione   che al di la della buona riuscita economica  appare quanto meno frettolosa;   per cui non mi stupirei se il giocatore portoghese  nel Manchester City  ripercorresse  in un certo senso la carriera di Roberto Carlos in termini di vittorie e di conquista di trofei,  e che  anche per lui tra qualche anno  tornasse d’attualità la frase di Fabio Capello: bastava dirglielo.

La stessa valutazione si può fare a proposito di Danilo, ventottenne terzino della Nazionale Brasiliana, al quale il City di Guardiola ha deciso di “rinunciare”.  Il brasiliano prima di approdare  al City  ha militato nel Santos che è una delle squadre  più famose nel Mondo, poi ha giocato per quattro anni nel Porto vincendo due campionati e due supercoppe nazionali  e successivamente  è stato ingaggiato dal  Real Madrid col quale ha vinto tra l’altro due Champions League. Il City lo ha acquistato dal Real nel Luglio del 2017 per 40 milioni d’euro e nella sua prima stagione con  la squadra inglese   ha vinto la Premier. Tutto questo per dire che   si tratta di un grande giocatore , un campione.  Sul suo conto e a più riprese  Guardiola  ha sempre dichiarato che Danilo è molto bravo in fase difensiva ma non lo è altrettanto in quella  offensiva. Insomma siamo alle solite,  forse anche in questo caso sarebbe stato sufficiente  catechizzare sotto l’aspetto tattico il giocatore e  magari spostarne  di 10 metri in avanti il suo raggio d’azione per fargli imparare  anche la fase offensiva.

Ma in un calcio come quello attuale dove tutto scorre e si sacrifica sull’altare del business e  della velocità perche lavorare, quando  puoi avere subito un  Cancelo  che  nella fase offensiva spopola  e ti può risolvere adeguatamente il  problema? Naturalmente, come dicevo sopra,  Guardiola sa bene che Cancelo in fase difensiva non è certo un fenomeno, ma forse  nel ricordare la frase di Capello, sarà sufficiente: dirglielo.