Estate 2016: la Juve cede Paul Pogba al Manchester United per una cifra monstre e una plusvalenza record. Dopo l’addio di Andrea Pirlo serve un centrocampista dotato di una buona dose di fosforo, e le attenzioni della dirigenza bianconera si concentrano su Miralem Pjanic, talentuoso bosniaco in forza alla Roma, ovvero una delle due sole compagini accreditate per contrastare il dominio bianconero sul campionato di serie A. L’affare va in porto per una cifra di poco superiore ai 30 milioni di euro. Il Real Madrid poi si è ripreso Morata e allora ci vuole una punta in grado di garantire i gol pesanti che servono per dare l’assalto all’agognata Champions League, e allora ecco che alla Continassa si decidono a pagare la clausola rescissoria da 94 milioni per strappare al Napoli, l’altra potenziale rivale scudetto, niente di meno che Gonzalo Higuain, il bomber che ha appena battuto il record di gol in serie A.

Strategia encomiabile quella del trio Agnelli-Marotta-Pratici: rafforzare il proprio organico indebolendo le principali avversarie. Un modus operandi che però viene declinato anche nelle molteplici operazioni di disturbo che la dirigenza bianconera mette in atto costantemente sugli obiettivi di mercato delle cosiddette grandi del calcio italiano. Basta guardare le vicende di questo calciomercato per farsi un’idea precisa. La Roma è forte su Cristante, che guarda caso interessa anche alla Juve; al Napoli serve un portiere di livello e la Juve, con Szczęsny in casa, acquista Perin; l’Inter (che sta finalmente ritrovando il bandolo della matassa dopo stagioni disastrose) è in difficoltà su riscatto/riacquisto di Joao Cancelo, ecco che subito il profilo del terzino portoghese diventa interessante dalle parti di Torino, interessante come quello di Dembelé, altro obiettivo dell’Inter e nonostante il fresco ingaggio di Emre Can. Il top, la ciliegina sulla torta, riguarda però la vicenda di Mauro Icardi, che ovviamente interessa alla Juve visto che i gol di Higuain non sono bastati per portare a Torino la coppa dalle grandi orecchie.

Morale: la Juventus è fortissima sul campo, è una società finanziariamente sana, e può permettersi di attuare in modo sistematico questo genere di strategie atte evidentemente a mantenere la propria supremazia sulla serie A. Tanto di cappello alla dirigenza juventina. Quello che francamente dispiace vedere è il triste spettacolo degli imbrattacarte a orologeria che si prestano a menare il torrone di un giochino oramai alla luce del sole.