Si sapeva che il Bologna sarebbe venuto a San Siro per trincerarsi dietro le palizzate di Forte Apache. A dire il vero, nella fase iniziale i felsinei hanno provato a sorpredere il Milan con interessanti attacchi a percussione. Ogni rossoblu avanzava con un compagno alle spalle, perché questi aggredisse subito il rossonero che usciva dalla difesa dopo aver conquistato palla. In seguito, il Bologna ha eretto un muro di fronte alla propria porta e, di riffa o di raffa, è riuscito a tenere inviolata la porta.

Questo è il calcio e ci sta. La difesa a oltranza non è vietata dal regolamento e quindi chiunque può scegliere questa tattica. Ci stanno anche le perdite di tempo, perfino quelle oltre i limiti della decenza. Alla fine, il lato positivo di questo 0-0 è che il Milan mantiene comunque un punto di vantaggio tanto sul Napoli che nei confronti dell'Inter.

Perché parlo di un punto di vantaggio anche nei confronti dell'Inter? Semplice, perché possiamo comodamente già assegnare il recupero di Bologna-Inter ai nerazzurri, a meno di non essere nati ieri e non essere tanto sprovveduti da non poter andare in giro da soli. Continuando a presentare appelli e ricorsi già persi, l'Inter è riuscita a procrastinare il detto recupero a una data in cui il Bologna, già messo bene ora, non avrà più stimoli anche dal punto di vista della matematica, né guardando in basso né in alto. Contro l'Inter non vedrete il Bologna, giustamente peraltro, tignoso, ma una compagine già in ferie. Il comportamento dei nerazzurri configura due figure del diritto, innanzitutto quella del litigante temerario che porta avanti a oltranza un giudizio già perso. Configura anche quella dell'abuso del diritto, in questo caso della facoltà di proporre ricorsi. Diritti e facoltà, infatti, vengono riconosciuti per uno scopo preciso, ma se li si esercita per un fine diverso, se ne abusa.
Anche questo è il calcio, dove conta la lunghezza del pelo sullo stomaco e c'è qualcuno che ha una selva di peli lunghi quanto i tentacoli di una piovra.
E parlando di peli sullo stomaco e tentacoli di piovra, il Milan dovrà stare molto attento ai bandoleros che preparano l'assalto alla diligenza.
Queste 7 partite sono un canyon in cui sarà facile appostarsi per tentare il colpo di mano.
L'esperienza degli ultimi mesi mi ha insegnato che, quando si tenta l'agguato alla carovana rossonera, si accompagna il tentativo con alcun leit-motiv mediatici, tutti incentrati sul tema: "Il Milan è debole e i suoi risultati sono miracoli".
La conseguenza che salta all'occhio di questa castroneria (non ho problemi ha definirla tale) è che i rossoneri hanno in panchina un santo taumaturgo ovvero Pioli, sul quale tornerò dopo.

C'è, tuttavia, una conseguenza che si impone a livello subliminale e cioè che, se il Milan è scarso e vince solo per effetto dello Spirito Santo, allora la smetta di restare là in testa e si rassegni a qualificarsi per la Champions, che è tanta roba per gli scarsi. Non è così, ma il tentativo di demoralizzare tifoseria e squadra ritorna a ondate come un segnale sinistro.
Del resto, cosa vi aspettate, visto che a gennaio si demoliva il Milan per non aver buttato soldi nell'acquisto di vecchi rottami o lungodegenti da recuperare? Se ti puoi riforzare, spendi, altrimenti tieni le risorse per altri momenti.
Il Milan non è scarso. Certo, ci sono stati diversi Milan molto più forti nei tempi passati. Questo qui, però, vale quello del 1999 che vinse lo Scudetto con Zaccheroni e anche quello del 1979 che lo vinse con Liedholm. Quei Milan non riuscirono a ripetersi, ma meritarono il loro Scudetto. Quindi, non confondiamo il concetto giusto che il Milan non è super con quello scorretto che non è competitivo per il titolo.

Tornando a Pioli, i mugugni del tifo verso il tecnico sono stati più forti delle altre volte, anche in considerazione di altri risultati simili del passato. Il match di lunedì, in realtà, presenta qualche differenza rispetto ad altre situazioni.
In altre occasioni, i rossoneri erano andati in vantaggio senza riuscire a chiudere il match o a gestire il vantaggio. Lunedì, invece, non sono riusciti a sbloccare il risultato ed è diverso.
Alla fine, comunque, sia pure seguendo dinamiche diverse, il risultato ha confermato che il Milan non dà il meglio di sé nelle partite in cui ci si aspetta che vinca
, anche se nella maggior parte dei casi fa suoi gli incontri, sia pure di misura. Di contro, il match con il Bologna ha confermato che i rossoneri danno il meglio in quelle partite che sarebbero a rischio per chiunque, in primis i confronti diretti. Possono non vincerli, ma danno il meglio di sé e lo score è più che positivo.

Il problema vero sta diventando Diaz e, di conseguenza, anche la stima, se non l'affetto paterno, che Pioli nutre nei confronti di questo ragazzo. Lunedì il rossonero tascabile ha prodotto solo 2 giocate degne di questo nome, una al 55° e l'altra poco prima del 70°, poi solo confusione confusione confusione e confusione. Non ha tirato in porta e non ha fatto assist. Niente, solo ammuina.
Eppure, nel bailamme di sostituzioni (Pioli non è stato avaro in tal senso) Diaz è rimasto in campo fino alla fine, come se si volesse dimostrare a tutti i costi che la scelta di schierarlo non era sbagliata.

Non so cosa sarebbe successo se Diaz fosse uscito. Forse non sarebbe cambiato nulla, ma Pioli non deve dire che sono i particolari a fare la differenza e poi... trascurare i particolari. Per tutto il campionato scorso, il tecnico di Parma ha insistito su questo ragazzo che sembra più portato per il calcio a 5 che per il football dei grandi. Continua a farlo ancora ora, con impegno comprensibile dal punto di vista umano, ma molto meno comprensibile dal punto di vista tecnico.
Pioli, poi, in settimana aveva dichiarato che la parte migliore della propria carriera doveva ancora arrivare. Ecco, da Piolologo quale mi ritengo, faccio notare che Pioli non dà mai il meglio quando diventa ottimista, quasi che l'ottimismo gli faccia credere di non poter sbagliare o che, alla fine, i fatti potrebbero anche dargli ragione. E comunque, l'affermazione potrebbe aver generato nei suoi un senso di eccessiva sicurezza.

Nel complesso, e questo va detto, ci sono stati altri match in cui questo allenatore è stato meno all'altezza, ma Diaz sembra diventato un problema più per colpa del tecnico che proprio. Pioli faccia un esame di coscienza sull'impiego del giocatore. Perché non impiegarlo nel finale, in quella fase in cui è fresco e gli avversari iniziano a essere stanchi? Del resto, potrebbe anche accadere che Diaz faccia qualche buona partita giocando dall'inizio, ma una rondine non fa Primavera, come sanno tutti.
Comunque, il Napoli ha vinto a Bergamo senza Osimhen
, contro un'Atalanta ancora in corsa per la Champions. Non è cosa da poco e merita i complimenti.