Dopo la serata indimenticabile con il Liverpool, il Napoli ha l’obbligo di rispondere alle vittorie di Inter e Juventus e lo fa ripartendo da Lecce con un sonoro 4-1.
Il risultato dall’esterno potrebbe far pensare ad una partita a senso unico, ma nel Napoli non sono mancate le ombre oltre la pioggia di gol. Ancelotti cambia diversi giocatori rispetto alla sfida di Champions con un ampio turn over dimostrando di voler concedere spazio a tutti. Ospina, Malcuit e Maksimovic vengono schierati nel 4-2-2, ma soprattutto c’è l’esordio dal primo minuto di Milik dopo 120 giorni dall’ultima sfida contro il Bologna dello scorso maggio, finita 3-2 per i partenopei.
Il giocatore polacco aveva dato forfait nelle sfide precedenti per dei problemi fisici e oggi, seppur titolare, il polacco non ha brillato notevolmente e non ha lasciato un segno indelebile durante il match, venendo offuscato da Llorente che ha giocato al suo fianco. Qualche errore di impostazione favoriscono il Lecce di Liverani che, dopo la sua prima vittoria a Torino, nel suo 4-3-2-1 si presenta Mancosu, Falco e Farias in attacco che hanno dato il loro contributo nella partita nonostante la supremazia azzurra.
Molti i passaggi sbagliati da Malcuit (alla sua prima partita), ma anche da Zielienksi che ancora una volta, essendo la mezzala il suo ruolo naturale, ha difficoltà ad inserirsi sulla fascia ma comunque si mostra disposto al sacrificio chiestogli da Ancelotti. Il Lecce ci crede approfittando di qualche incertezza degli avversari e comincia ad affondare per 28 minuti fino a quando è Fernando Llorente a rompere il ghiaccio su tiro di Milik che viene deviato da Lucioni: il giocatore basco anticipa e batte Gabriel.
Il Napoli riprende coraggio e cerca il raddoppio affondando sempre di più e ci riesce quando l’arbitro Piccinini assegna il calcio di rigore: Tachtsidis in area allunga la mano e tocca il pallone, il greco viene ammonito.
Dopo il consulto con la VAR, l’arbitro conferma il calcio di rigore e dal dischetto tira Lorenzo Insigne ma il tiro non è impeccabile e il portiere Gabriel para. Il via del Mare è in festa, gioisce per la parata del proprio beniamino ma l’entusiasmo viene smontato dall’arbitro che decide di far ripetere il calcio di rigore per una irregolarità: secondo le nuove regole il portiere, al momento del rigore, deve stare con almeno un piede sulla linea di porta ma il portiere ex Milan non era ben posizionato al momento del tiro e l’arbitro, dunque, lo ammonisce e fa ripetere il penalty. Decisione che non piacerà i tifosi del Lecce, che all’intervallo, costringeranno Ancelotti ad uscire con la scorta dopo aver lanciato diversi oggetti al tecnico azzurro. Insigne ha un secondo gettone per riprovare e  stavolta non sbaglia e confeziona il raddoppio del Napoli con tanto di esultanza dello stesso sotto la curva ospite dei tifosi partenopei accorsi in molti seppur il malcontento generato per i prezzi fin troppo eccessivi.  

Il Napoli ha sotto controllo la partita e nel secondo tempo riesce a trovare anche il 3-0 di Fabián Ruiz che si fa perdonare degli errori con un super gol realizzato con un sinistro a giro, Gabriel non può davvero fare nulla. Il Napoli si sente forte del triplice vantaggio ed abbassa notevolmente la guardia, il Lecce non si perde d’animo ed attacca. Ospina riesce a difendere la porta dall’insidia leccese con una parata prodigiosa su un tiro di Majer però il portiere spagnolo esce, senza alcun motivo, dalla sua porta atterrando Farias, l’arbitro assegna un altro calcio di rigore. L’arbitro consulta di nuovo la VAR riconfermando la sua decisione e dal dischetto Mancosu non sbaglia riaccendendo le speranza del Lecce mentre Ospina fa mea culpa su un erroraccio e su un intervento davvero inutile anche perché il Napoli, fino a quel momento, viaggiava in una botte di ferro. Per pochi minuti gli uomini di Ancelotti si trovano in una situazione di apnea: non ha idee, subisce gli attacchi del Lecce soprattutto su calci piazzati e allora Ancelotti ricorre a ripari per cercare di chiudere la partita sperando in un altro gol.
Fuori Milik per Lozano e dentro Callejón per Elmas, il macedone che martedì compirà 20 anni, non è stato così incisivo come aveva dimostrato nella scorsa partita con la Sampdoria.
Gli azzurri spingono per il gol approfittando anche della stanchezza del Lecce che per 80 minuti ha giocato con una grande intensità ma è ancora lui, il Re Leone Llorente, che non si fa trovare impreparato per il definitivo 4-1 chiudendo completamente il match e  approfittando della ribattuta di Gabriel sul tiro di Insigne.
Dopo i 5 minuti concessi dall’arbitro e contestati dallo staff del Lecce visto il risultato,  il Napoli non delude e vince proprio come De Laurentiis aveva chiesto alla vigilia, in un suo tweet, dopo lo straordinario spettacolo di martedì scorso. “Mai sottovalutare l’avversario” cinguettava il noto produttore della Filmauro che è stato accontentato dal suo parametro 0 di lusso arrivato, tra molto scetticismo dei tifosi che sia aspettavano un nome blasonato, dopo l’inutile telenovela estiva riguardante Icardi che alla fine non è arrivato all’ombra del Vesuvio preferendo la Tour Eiffel.
Un Napoli straripante sotto gli occhi vigili di uno spettatore d’eccellenza: Eric Abidal, team managar del Barcellona, che inaspettatamente oggi era presente in tribuna a Via del Mare, forse per visionare qualche giocatore azzurro, probabilmente Fabián Ruiz? Ancelotti risponde così ad una domanda al riguardo "Non credo fosse qui per Fabian, è scarso... Ci siamo incrociati con Abidal, non è successo niente".
Ci scherza su Ancelotti, che ora non vuole di certo parlare di calciomercato, ma preferisce far parlare il suo Napoli che, anche se non ha brillato, ha saputo portare l’obbiettivo a casa ma il lavoro per il mister napoletano non è ancora terminato. Mercoledì c’è il turno infrasettimanale e il Napoli ospita il Cagliari che sta dimostrando di avere carattere e di voler fare una buona stagione.
Ancelotti non vuole deludere il suo pubblico, che nel frattempo è sempre più pazzo per il suo Re Leone basco che ruggisce e fa battere migliaia di cuori azzurri.