Il sentore che il pianeta nerazzurro fosse solido, lo avevo da un paio di anni almeno e nasceva dal fatto che in questo ultimo biennio mi era capitato di vedere circa otto incontri a San Siro, equamente divisi tra partite del Milan e quelle dei cugini.

Badate bene, dei cugini guidati da Spalletti, con Borja Valero a centrocampo e Zhang che dava la sensazione, rivelatasi invece priva di fondamento, di trascurare la sua creatura o, almeno, di metterla in coda alle sue attenzioni.

Quindi l’Inter che azzuffava al fotofinish la Champions per due anni consecutivi e sulla quale i giornalai rossoneri leccapiedi si sprecavano in paragoni ironici (circa la concomitanza di un periodo di decadenza e di interlocuzione), i quali si sarebbero rivelati non solo del tutto astrusi, ma privi di ogni aderenza alla realtà, stava invece trasformandosi in un vero progetto sportivo teso a tornare a dominare.

Infatti in tutti gli incontri disputati dai nerazzurri non li ho mai visti giocare in modo inguardabile, ma ciò che mi colpiva di più era il costante senso di pericolo che davano in occasione di ogni discesa in attacco: a questo va aggiunto che questa sensazione si trasformava in realtà col gol di turno dopo l’ottantesimo, che dava la vittoria, ma dava più di ogni cosa l’idea di una squadra tignosa che ci provava sempre fino alla fine (nulla aveva a che fare col fattore C).

Di segno opposto gli incontri del Milan, col sottoscritto a soffrire come un cane in tribuna: la sensazione di pericolosità era pressoché inesistente, la caparbietà nel cercare il risultato pure, il gioco sviluppato parente strettissimo dello scempio di Udine domenica.

In buona sostanza le battutine a pagamento dei paggi di corte pseudo rossoneri, circa un presunto cammino comune delle due società si rivelava totalmente privo di fondamento: la prova del nove, oltre alle due qualificazioni Champions, fortunose finché si vuole, ma conquistate al contrario di noi, si materializzava da Marotta ad oggi.
L’Inter è diventato un top team, con un top tecnico e punta a mio parere diritto allo scudetto.
Gioca bene, atleticamente è un sistema solare davanti al Milan: la pidocchiata (l’ennesima figura da dilettanti) di lasciare Sensi, gli acquisti di veri top player (pensate solo alla difesa) hanno fatto fare ai cugini un salto in avanti che colmeremo in non meno di 5 anni, a patto di avere una proprietà che ci governa, invece di un banco dei pegni.

Per un rossonero di lunga data come me non è facile ammettere la granitica superiorità del Biscione, ma, da milanese purosangue, trovo doveroso uno spontaneo fair play: complimenti!