Chi ha seguito la più importante competizione continentale per club di calcio in questi giorni può essere sicuramente soddisfatto sul piano dello spettacolo e sorpreso sul piano dei risultati: è bello da vedere per come gioca, ma chi davvero s'immaginava che l'Ajax potesse eliminare i campioni in carica del Real Madrid?

Personalmente, rimasi colpito dalla prova degli arcieri olandesi già nei gironi di Champions League dove all'Allianz Arena di Monaco di Baviera, dove pareggiò, appunto col Bayern Monaco, pareggio probabilmente che stava stretto agli olandesi.
Un stile di gioco pazzesco, una tecnica individuale e collettiva ottima, un mix di talenti ben connessi fra di loro e dei ragazzini, almeno anagraficamente, che saranno il futuro del calcio mondiale e della nazionale dell'Olanda, il primo su tutti è Frenkie De Jong, ha una tecnica sublime, un controllo palla fenomenale, abilissimo nel verticalizzare, probabilmente il primo giocatore con tali qualità dopo Cruijff che veste i colori dell'Ajax, contro il Real, ma generalmente anche in tutta la stagione, gioca un ruolo che non si vedeva dai tempi di Beckenbauer, ovvero gioca da libero, è un playmaker decisamente unico ed il Barcellona ci ha visto bene su di lui, infatti la prossima stagione sarà blaugrana, stesso percorso di Cruyff appunto, ed è stato pagato ben 75 milioni più 11 di bonus.

Dall'abilità pazzesca di Neres alla tecnica sublime di Ziyech, passando per Schone ed il genio puro di Dusan Tadic, che qui sembra aver trovato la sua dimensione, soprattutto a livello tattica, infatti prima al Southampton si lamentava del gioco basato sui lanci lunghi, qui è rinato e sembra rivivere una nuova gioventù, ma tanti meriti bisogna darli a Erik Ten Hag, allenatore dell'Ajax.
Ha ereditato e studiato filosofie da due personaggi che hanno cambiato del calcio: Johan Cruijff e Pep Guardiola. Del primo era follemente innamorato e ha studiato tutto, letteralmente tutto mentre per il secondo ha lavorato al Bayern Monaco, anche se Ten Hag effettivamente era l'allenatore della seconda squadra bavarese.
Al Bernabeu le sue idee, il suo gioco e le sue pedine si sono mosse con tanta bellezza sullo prato spagnolo, tutto è andato come si desiderava e probabilmente quella spensieratezza, quella voglia di dimostrare al mondo chi è davvero l'Ajax ha influito contro un Real che ha aveva problemi sia interni ma mostrati anche in campo. Ritorna ai quarti di finale e non sarà una squadra cuscinetto, anzi la fame, la cattiveria e la bellezza che hanno dimostrato saranno fattori influenti.

Che dire dello United? I Red Devils hanno sbancato il Parco dei Principi contro ogni pronostico, considerando diversi fattori, la loro rimonta era più complicata anche di quella dell'Ajax. Innanzitutto, c'erano una decina di indisponibili e pertanto si dispongono in campo con un 3-5-2 tutt'altro che inglese, ma che ha funzionato: in fase difensiva gli esterni si abbassavano, lavorando da fluidificanti per tutta la gara, un centrocampo decisamente diverso dal solito (McTominay, Fred, Pereira, quest'ultimo "adattato" a mezz'ala) ma che ha fatto il dovere suo, in attacco i superstiti Rashford e Lukaku e in panchina quattro settimi erano delle giovanili.
Come ha auspiacato alla vigilia della partita Solskjaer, il gol nei primi minuti è arrivato e alla mezz'ora lo United trova anche il gol del nuovo vantaggio. Solskjaer, fan innamorato di Ferguson e tra i suoi allievi, pensa soprattutto a non prendere gol e sperare di trovare un occasione per far gol che al novantesimo arriva: sul tiro di Dalot, Kimpembe la prende col braccio, rigore per gli inglesi, assegnato col VAR, e palla in rete; dopo un assedio parigino nel finale, la partita finisce e passano i Red Devils. A guardare lo United ieri è sembrata una squadra dallo stile italiano, attenta, o quasi, in difesa, propensa a non prendere gol e sperare in qualcosa, un contropiede, una punizione, un episodio insomma che puntualmente è arrivato.
Ancora una volta, Ole Solskjaer va a nozze con la frase "rimonte in Champions" e approda ai quarti, dove potrà dimostrare di che pasta sono fatti suoi ragazzi.