Live ahead, questo è il motto che dal 2017 Agnelli vuole associare alla Juve.
Motto però che è funzionato solo dal punto di vista extra-sportivo, perchè dal dopo Cardiff la Juve è un continuo trascinarsi in campo di errori sportivi societari e giocatori ampiamente finiti. Si dirà che Paratici non sa lavorare da solo (e potrebbe anche essere vero) ma la distruzione di tutto il vantaggio sportivo creato negli anni era già iniziato con Marotta con il progressivo annientamento di un centrocampo invidiato da tutta Europa, l'inizio di stipendi senza senso a gente logora e che aveva già dato il meglio in carriera e pagando 90 milioni un'attaccante che veniva da 36 gol in campionato ma aveva 28 anni e in Champions non aveva mai dimostrato nulla in carriera. Ora la Juve di Agnelli si trova nella situazione di cui si diceva non si sarebbe mai arrivati, cioè l'Inter post-triplete (con la grande differenza che la Champions qua non è stata vinta). La tanto citata programmazione della Juve non si sa in cosa consista, ogni anno si comprano occasioni e l'allenatore deve poi impazzire per dover trovare una quadra con gente male assembrata o sempre infortunata. La soluzione sulla carta è semplice, nella pratica quasi impossibile. Come si può pensare di piazzare calciatori poco utilizzati o reduci da bruttissime stagioni, se questi prendono stipendi accessibili solo per top club europei che ovviamente non sono interessati ad acquistarli. Basti pensare a Rugani, quinto centrale della Juve che prende 3 milioni netti a stagione. La Juve attuale è un cimitero di elefanti con poche eccezioni come De Ligt, Bentancur e Demiral tutti accomunati dalla giovane età (strano vero?). Le ultime operazioni di "finanza creativa" come le plusvalenze gonfiate non fanno altro che peggiorare la situazione sul lungo periodo, trovandoti in rosa un Danilo valutato 37 milioni invendibile e che ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza come a Manchester e Madrid.
Il calcio sta andando in una direzione sempre più legata all'atletismo, ma la Juve sembra andare nella direzione opposta con una rosa più adatta al calcio anni '80 che all'attuale. Agnelli dice di essere un presidente che delega, ma si deve assicurare di delegare a persone che abbiano una visione come quella societaria, altrimenti Live ahead rimarrà un pensiero commerciale totalmente slegato dalla realtà che interessa ai tifosi, cioè quella sportiva. 

Il tempo dei mercati campati per aria deve finire o in pochi anni tornare la Juve dei settimi posti non sarà un pensiero lontano. Rimanere un anno o due senza titoli non deve essere vista come una disgrazia ma come una possibilità da cogliere per tonare sulla terra e smettere di pensare che si vince con i nomi; le idee tornino al centro del tavolo e la ricervìca di gente giovane e motivata torni una prerogativa per ricostruire qualcosa che possa far tornare ad appassionare i tifosi. Sicuramente se i giovani fossero stati affiancati ai senatori quando ancora potevano dare qualcosa in termini di rendimento, il processo sarebbe stato più semplice ma ormai è inutile pensare al passato, si guardi avanti per l'appunto LIVE AHEAD.