Una giornata calda e soleggiata quella di domenica 13 agosto 2023. Un weekend di partenze, le città si svuotano, le attività commerciali chiudono così da potersi godere qualche giorno di meritato riposo. Autostrade bloccate, famiglie intere in viaggio dirette verso le mete scelte per trascorrere la settimana più estiva dell'intera stagione, ovvero quella di Ferragosto. Un blackout momentaneo che avrà fine tra poco più di una settimana. Eppure, in mezzo a tutta questa situazione, di entusiasmo Ferragostiano, è uscita da poco una notizia che ha lasciato tutti di stucco: Roberto Mancini non è più l'allenatore della nazionale italiana di Calcio maschile. Un fulmine a ciel sereno, una mossa, quella dell'ormai ex CT azzurro, del tutto inaspettata.
Una scelta avvenuta in un periodo in cui nessuno avrebbe mai pronosticato questo esito.
Un gesto incomprensibile che avrebbe avuto senso lo scorso anno con la mancata qualificazione ai Mondiali. Queste dimissioni sono inevitabilmente discordanti se comparate alle dichiarazioni del Mancio fatte fino alle ultime interviste e conferenze stampa nella fase finale di Nations League. Parole, discorsi, che esprimevano la sua piena perseveranza e il massimo impegno e attenzione per far sì che l'Italia potesse presto rialzarsi dal periodo buio del post europeo vinto nel 2021.
Con l'arrivo della leggenda Gianluigi Buffon sembrava si potesse auspicare ad una nuova rinascita italica, una ripresa che  poteva essere messa subito in atto centrando la vittoria nei prossimi match validi per la qualificazione agli europei 2024. Le dimissioni di Mancini preoccupano soprattutto perché sono avvenute quasi a ridosso di questi test importanti in cui gli azzurri non possono sbagliare. In particolare, l'Italia sarà impegnata il 9 settembre con la Macedonia del Nord e il 12 settembre con l'Ucraina. Incontri che avverranno tra poco meno di un mese, ragion per cui è partito già il casting per la panchina.   

Prima di trattare l'argomentazione relativa al sostituto di Mancini è interessante capire e analizzare le motivazioni che hanno spinto quest'ultimo a compiere questa importante scelta. 

Come abbiamo già esplicitato qualche riga sopra, il tecnico marchigiano, dopo il flop alle qualificazioni di Qatar 2022, si era dimostrato sempre deciso di voler continuare la sua avventura in azzurro, ripetendo più volte che il compito della sua nazionale era quello di far dimenticare a tutti gli italiani questo momento, e magari di farlo tornando a vincere il prossimo campionato europeo in Germania. Lo stesso ribadiva dopo aver preso soltanto il terzo posto alla Nations League.
Invece, dopo circa un mese e mezzo, egli ha ribaltato completamente gli schemi, ha abbandonato il timone per delle presunte divergenze con la Federazione. Motivazioni molto generali che avranno sicuramente bisogno di ulteriori chiarimenti da parte del diretto interessato.
Ma come è solito fare in questi casi c'è già chi ha visto al di là del fiume: girano diverse voci secondo cui, sullo sfondo, si intravede uno scenario ben diverso. Lingue arabe levantine? Anche qui lo zampino arabo? Come è possibile?   

Al momento si naviga in alto mare, solo distese d'acqua, ma nei prossimi giorni si arriverà sicuramente alla terra ferma.
E ora?
Come se non fossero ancora abbastanza tutte le varie dinamiche che hanno caratterizzato i vari Club di Serie A in questa estate che passerà di certo alla storia in merito al mercato, anche la nazionale italiana di Calcio avrà un importante cambiamento, un cambio di profilo fondamentale per cui è vietato prendere un abbaglio.   

Chi siederà sulla panchina azzurra?
Un nome su tutti sembra essere quello dell'ex allenatore del Napoli, Luciano Spalletti. L'ex Mister del Napoli è il candidato numero uno per ricoprire il ruolo da Commissario tecnico, anche se dovrebbe prima sciogliere ogni tipo di rapporto con il Club di De Laurentiis a cui è ancora legato contrattualmente. Sullo sfondo ci sono altri volti, tra cui un clamoroso ritorno di Antonio Conte, che dopo aver avuto l'esperienza con il Tottenham è disoccupato. Il leccese avrebbe già fatto l'occhiolino alla FICG.

Oppure?
Oltre a questi due nomi, 2 garanzie, ci sono anche delle possibilità di puntare su delle vere e proprie scommesse, stiamo facendo riferimento ai tre campioni del mondo del 2006, ovvero: Daniele De Rossi, Fabio Cannavaro e Fabio Grosso. Queste soluzioni però sembrano essere le più remote, poiché la nazionale ha bisogno di rimettersi immediatamente in pista, non c'è tempo di fare esperienza, serve prontezza.   

Saranno decisamente ore calde per Gravina, sarà un Ferragosto più infuocato che mai alla corte di Coverciano.
Al momento la nazionale italiana è rimasta orfana, chi sarà ad adottarla?