Non è accaduto nel più grande scandalo del calcio italiano, quello che ha veramente rischiato di minare la credibilità dello sport, le fondamenta dello sport, parliamo di calciopoli, ed è successo con la SuperLega. Una battaglia spacciata per una questione di principio, ma principio non è. Perchè se tutti quelli che si strapazzano i capelli o se li fanno crescere per poi strapazzarseli sulle questione del fantomatico moralismo a sostegno dei valori dello sport, non hanno mosso un dito quando la stessa cosa era accaduta con il basket, come possono essere credibili, come paladini dei valori dello sport, ora per il calcio? Non lo sono.
Perchè qui la questione morale non c'entra niente. C'entra invece, questo sì, uno scontro titanico di potere. Chi parla di separatismo, chi di attacco al calcio, ma in realtà di cosa stiamo parlando? Non si sta minando il campionato, ma si sta mettendo in discussione il modo con il quale funziona il sistema delle competizioni europee.
L'attacco è alla UEFA che ha il monopolio del calcio europeo. Cosa che viene reputata non compatibile nella società di oggi con le regole dell'Europa fondata sulla concorrenza e liberalismo. Si dirà che un conto è l'economia un conto il calcio. No. Il calcio è economia, il calcio muove una fetta importante dell'economia tanto italiana quanto europea. Questione di soldi, questione di potere ed il calcio ne è la vittima perfetta. In tutto ciò si commette il delitto perfetto. Perchè l'Italia attacca la sua società, nel bene e nel male, più rappresentativa a livello mondiale, la Juventus.

Il governo italiano ha comunicato ufficialmente di aver deciso di costituirsi nel procedimento dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in merito alle questioni pregiudiziali sottoposte dal Tribunale di Commercio di Madrid nella causa C-333/21. Il governo nel suo comunicato scrive che agisce in sostanza per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport. Ma tutto ciò è un clamoroso autogol. Una mossa sbagliata, eticamente, politicamente e forse anche giuridicamente. La SuperLega si farà, tra un paio d'anni saranno gli stessi tifosi ad invocarla. Cambierà rispetto a come venne presentata in fretta e furia, ma indietro non si tornerà. E questa presa di posizione del governo italiano lascia veramente perplessi.
Una cosa deve essere chiara, almeno a parere di chi ora scrive, i valori dello sport qui non c'entrano assolutamente nulla.