Ciao a tutti. Mi presento: mi chiamo Piccio, e sono ben tre giorni che non partecipo in nessun modo a nessun tipo di competizione. L’ultima volta che sono riuscito a sostenere per così tanto tempo un’astinenza così prolungata, dopo, per riprendermi, per rimettere cioè in circolo un minimo di adrenalina in quella specie di sangue da cetaceo placido che ancora, a dispetto persino di sé stesso, continuava a circolare in quello che eufemisticamente poteva ancora definirsi sistema sanguigno, ricordo che dovetti recarmi nel supermercato sotto casa, alla disperata ricerca di un bambino, o eventualmente anche adulto qualsiasi, per fare la gara a chi arrivava per primo alla cassa col carrello pieno di gabbiette di acqua minerale.
Quella volta, lo ammetto, rischiai la pelle, ma mi valse il record mondiale, tuttora imbattuto, di completa, assoluta astinenza da competizioni di qualsiasi tipo! E scusate se è poco!
Lo sarà senz’altro per voi, sempre ben misurati nelle cose che fate, e persino nei vostri pensieri. Voi che la normalità la ottenete mediando valori, tutti pressoché uguali, siano essi di normoblasti, di normociti, di normodotati, di normolinei, di normopesi, di normotensionati, di normotermi, di normotesi, o di normotipi. Ma non per noi, normali fatti di temperatura di Plank mediata con lo zero assoluto, di volume racchiuso e in continua espansione nell’Universo mediata con la grandezza indivisibile del Neutrino, dell’intelligenza assoluta di Stephen Hawking mediata con la stupidità assoluta del telespettatore più assiduo di Uomini & Donne. Voi tutti normo a varianza zero, noi, tutti fatti di ipo e iper!
Aggiungo anche, però, per rasserenare gli animi, che i valori della lealtà, dell'amicizia, e della vita in generale, persino nelle sue forme primordiali, come quella unicellulare di alcuni interisti (presenti ovviamente esclusi), o altre, già più evolute, di agglomerati di cellule, non mi sono del tutto estranei.
Certo, se in volata, a fine mese, dopo essermi fatto un culo così, da bravo amante della competizione quale sono, noto che al mio competitor in VxL spuntano sotto i piedi due razzi che gli permettono di librarsi in volo e di guadagnare quel tanto che serve, nel rush finale, per fo****mi, me lo concederete, ma un pochino, solo un tantinello, mi fa incazzare.
“Ma come, Piccio!” direte giustamente voi…” e lo spirito sportivo dov’è? Sempre tu, vuoi vincere? E che palle vedere in testa sempre gli stessi!”. Si è pensato così di rispolverare, per l’occasione, ed utilizzare per ben due volte nel giro di pochissimi giorni, un voto finora dato un paio di volte a Pablo Neruda e altrettante a Enzo Biagi.
Alternanza, Piccio! Alternanzaaa, perdincibacco!
E pensare che sono sempre stato convinto di non essere l'unico non indifferente al fascino della competizione! Lo sport stesso prevede concetti come vittoria, sconfitta, regole che non cambiano in corsa e altre parole e concetti riprovevoli come questi, che richiamano la competizione. Se uno gioca la finale di Champions League, da che mondo è mondo, vuole vincere! Questa l’impressione che ho sempre avuto vedendo le facce dei giocatori durante la gara.
Quando Ceferin, poi, ti consegna la medaglia d'argento anziché quella d'oro, lo sforzo che devi fare per mettertela al collo anziché...
ho sempre pensato fosse una prova di autocontrollo notevole!
Persino in un blog come VxL, totalmente indifferente alla competizione, (così almeno mi sembra di aver capito) popolato com’è da blogger
dediti allo studio di moduli e disposizioni tattiche, alla contemplazione mistica di gesti tecnici irripetibili, con solo ammesse veloci incursioni e brevissime digressioni in campo culinario, sono contemplati concetti come punteggi, primo posto, podio, premi, ecc. che, c’è poco da fare, richiamano innegabilmente, magari non volendolo, lo spirito della competizione.
Sulla base di queste considerazioni, ammetto di aver fatto “atto di superbia” (mi sia concessa un minimo d’ironia), e di aver pensato che provare a vincere più volte consecutivamente, non fosse un’azione così riprovevole.
Come sono andate le cose l’abbiamo visto tutti, le regole sono andate leggermente in deroga, in nome di una giustizia più… giusta.
Non ce ne dobbiamo stupire o indignare troppo, però. Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che qualche volta il corso normale della giustizia sarà stato modificato anche a nostro vantaggio, magari senza che ce ne rendessimo conto. Ne sono convinto, ed è per questo che incasso e porto a casa anche questa esperienza e faccio le mie congratulazioni al vincitore.
Per chiudere con una risata ed uno spunto di riflessione allego i dialoghi della scena del Marchese de Grillo con Aronne Piperno, che ingenuamente si era affidato, anche lui, alla "giustizia".
Dialogo dal film Il marchese del Grillo
Amministratore: Ci sarebbe Aronne Piperno l'ebanista, ha finito il suo lavoro e sarebbe giusto pagarlo. Marchese del Grillo: Sarebbe giusto dici? Amministratore: Credo di sì, signor Marchese. Marchese del Grillo: E allora facciamo giustizia... fallo veni'... Aronne Piperno... mò lo pago... Aronne Piperno... vieni vieni, vieni avanti... Aronne Piperno: Riverisco Eccellenza. Marchese del Grillo: Aronne tu lavori bene... Aronne Piperno: Grazie! Marchese del Grillo: ...bella a buasserie, bello l'armadio, belle e cassapanche... bello, bello, bello tutto... bravo... grazie... adesso te ne poi pure anna'... Aronne Piperno: Non ho capito, Eccellenza... Marchese del Grillo: Ah n'hai capito, ho detto: adesso te ne poi anna'!! Aronne Piperno: Me ne devo anna'! Ma io c'avrei... Marchese del Grillo: Che c'avresti? Aronne Piperno: ...il conticino! Marchese del Grillo: Ah c'hai er conticino? E dammelo sto conticino! Aronne Piperno: Ecco! Marchese del Grillo: Ecco er conticino! Ecco fatto! [il marchese del Grillo strappa il conto di Aronne Piperno] Aronne Piperno: E perché l'ha strappato? Marchese del Grillo: Embè? Che ce faccio?! Aronne Piperno: Ma come che ce faccio. E li sordi miei? Marchese del Grillo: Eh... nun te li do. Aronne Piperno: Come nun me li da? Marchese del Grillo: E come? Voi sape' la procedura? Aronne Piperno: Sì sì sì Marchese del Grillo: Io i sordi nun li caccio e tu nun li becchi. Aronne Piperno: Ah ho capito, me vo' fa uno scherzo... Amministratore: Credo! Marchese del Grillo: Ecco bravo, chiamalo scherzo. Aronne Piperno: Lei è famoso per gli scherzi, ne raccontano tante... Marchese del Grillo: E allora racconta pure questo, Piperno. Aronne Piperno: Ho capito, forse Eccellenza vole un po' di sconto. Marchese del Grillo: No! Il marchese del Grillo nun chiede mai sconti: paga o nun paga... e io nun te pago! Buttalo fori... Aronne Piperno: Ma c'è quarche cosa che nun va? Marchese del Grillo: Ma tutto Aronne mio! Tanto comincia a di' nell'armadio che tu hai costruito io c'ho sbattuto un ginocchio che me so' fatto pure male! Aronne Piperno: Ma io che c'entro?... Marchese del Grillo: Nun è una buona ragione questa? Amministratore: Sì Eccellenza! Marchese del Grillo: E in più... tu sei giudeo e i tuoi antenati falegnami hanno fabbricato la croce dove hanno inchiodato nostro signore Gesù Cristo... posso essere ancora un po' incazzato pe' sto fatto? Amministratore: Ma certo Eccellenza! Marchese del Grillo: Eh! 'o senti? Comunque... se credi d'ave' ragione famme causa? Aronne Piperno: Ma io c'ho ragione! Marchese del Grillo: E vabbè se i giudici te la danno io te pago... adesso famme anna' a dormi' che so' stato in piedi tutta la notte! Aronne Piperno: Ce ripensi Eccelenza! Marchese del Grillo: NO, NO... Aronne Piperno: Vengo domani? Marchese del Grillo: NOOO!! Aronne Piperno: Ma io c'ho famija! Marchese del Grillo: E io pure! Aronne Piperno: Ma che devo fa'? Marchese del Grillo: Te ne devi anna'!!! [Il marchese del Grillo ad Aronne Piperno l'ebanista]
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