La vittoria larga e convincente contro il Sassuolo dirada le nubi e riporta un po' di serenità in casa Inter dove gli ultimi risultati, soprattutto in campo europeo, avevano portato non poche critiche alla squadra di Conte e alla sua gestione. Contro il Sassuolo serviva una svolta non solo dal punto di vista tattico e dei risultati, ma anche a livello mentale, viste le ultime prestazioni della squadra abbastanza sconfortanti dal punto di vista dell'approccio alla partita. Nell'ultimo periodo, infatti, l'Inter sembrava essere ricaduta nei suoi stessi vizi portando in campo un certo grado di stanchezza (sia fisica che mentale) e troppa arrendevolezza nell'affrontare gli avversari (i primi venti munti contro il Real Madrid ne sono la chiara dimostrazione). La partita contro i neroverdi, però, è riuscita a ridare smalto ai nerazzurri capaci di mettere in campo una delle migliori prestazioni da inizio stagione grazie al giusto atteggiamento (sia tattico che mentale) riportando così la squadra sui livelli messi in mostra nella passata stagione. 

Per invertire la tendenza delle ultime partite, Conte è tornato all'antico rinunciando al trequartista e riportando in campo l'Inter con un solido 3-5-2 marchio di fabbrica della scorsa annata culminata con il secondo posto in classifica e la finale di Europa League. La scelta del 3-5-2 ha ridato certezze soprattutto alla difesa che da essere la migliore dello scorso campionato era diventata fin troppo perforabile. Grazie anche ad un centrocampo ben attento e pronto a chiudere tutti gli spazi, il trio difensivo (e anche Handanovic) è riuscito a fermare uno degli attacchi più prolifici del campionato con una tranquillità e attenzione mai mostrata in questa stagione.
Importante poi la prestazione di Skriniar (che a Reggio Emilia gioca una delle sue migliori partite da quando Conte siede sulla panchina nerazzurra) che a differenza di De Vrij e Bastoni aveva sempre patito lo schieramento della difesa a tre. Il ruolo, inedito, di schermo davanti alla difesa è toccato a Barella che è riuscito ancora una volta ad emergere come uno dei più forti centrocampisti del campionato italiano. Messe da parte le incursioni in fase offensiva, Barella si è ben adattato nel ruolo di regista anche se più che pensare alla fase d'impostazione, l'ex Cagliari si è occupato (molto bene) della fase d'interdizione bloccando sul nascere le velleità offensive degli avversari. Non solo Barella, però, perchè è tutto il centrocampo nerazzurro a brillare contro il Sassuolo: Vidal e Gagliardini danno le giuste garanzie sia in fase di recupero palla che in fase offensiva (il cileno propizia l'autogol di Chiriches, mentre l'Italiano chiude i giochi con un bel gol risultato di una bella azione manovrata dai compagni), mentre Darmian e Perisic fanno la doppia fase senza mai una sbavatura e con grande applicazione. Grande anche il lavoro del duo offensivo dove Lautaro e Sanchez sono i primi a pressare le linee di gioco del Sassuolo. Intensità, coordinamento tra i reparti e una discreta qualità in fase di possesso sono gli ingredienti di una vittoria che rilancia le ambizioni di una squadra tornata ad occupare il secondo posto in classifica (a -5 dai cugini rossoneri) e pronta a ripetere la bella prestazione anche in terra di Germania dove contro il Borussia potrebbe riaprire i giochi per quella che sarebbe una qualificazione agli ottavi al momento di difficile realizzazione.

Un'Inter tornata all'antico dunque come dimostrano anche le dichiarazioni di Conte a fine partita che riportano alla mente gli sfoghi della passata stagione e riaccendono i riflettori su di un allenatore apparso fin troppo mansueto in questo inizio di stagione. Importanti, poi, anche le parole di Marotta che prima dell'inizio della partita ha praticamente chiuso l'avventura di Eriksen in nerazzurro. Manca infatti quasi un mese all'inizio del mercato di riparazione e in casa Inter si inizia a ragionare su come rinforzare la rosa e renderla ancora più competitiva. Tra problemi finanziari (potrebbero pesare parecchio gli eventuali introiti della Champions) e difficoltà a guadagnare attraverso le cessioni si prospetta ancora una volta un mercato alternativo fatto di formule particolari come i famosi prestiti con diritto o obbligo dilazionati negli anni o gli scambi che potrebbero in questo caso risolvere due problemi contemporaneamente (acquisendo un nuovo giocatore e allo stesso tempo cedendo un esubero).

Tra i ruoli che potrebbero avere bisogno di un ritocco c'è quello di esterno sinistro con Young che viaggia verso le 36 primavere e Perisic forse più utile come carta da giocare a partita in corso (anche se contro il Sassuolo ha dimostrato di poter fare il ruolo di quinto). Per questo il nome di Emerson Palmieri potrebbe tornare utile in vista di gennaio: accantonato nel Chelsea e voglioso di far parte dei 23 di Mancini per l'Europeo, l'italo-brasiliano sarebbe ben felice di approdare in nerazzurro dove ritroverebbe Conte che tanto lo volle a Londra.
Anche per rinforzare l'attacco si guarda in casa Chelsea, dove gioca una vecchia conoscenza degli uomini mercato nerazzurri e dello stesso Conte: Giroud. Il francese rappresenterebbe l'uomo giusto per il ruolo di vice Lukaku,in più oltre alle caratteristiche simili, il francese porterebbe in dote quell'esperienza europea che tanto manca all'interno dello spogliatoio nerazzurro e che tanto è stata cercata durante l'ultima sessione di mercato come dimostrano gli acquisti di Vidal e Kolarov.
Attenzione, però, anche alla carta Milik che potrebbe rappresentare il vero colpo di gennaio: in scadenza a giugno, il polacco potrebbe arrivare in nerazzurro a fronte di una minima spesa (cosa questa gradita alle casse della società). In più la valutazione di circa venti milioni (cifra al momento ritenuta troppo alta dall'Inter) richiesta da De Laurentiis potrebbe essere abbassata dall'inserimento di una contropartita come Vecino o Nainggolan (con il primo da tempo nel mirino di Gattuso per rinforzare la mediana). Per la difesa l'occasione potrebbe essere rappresentata da Izzo in uscita dal Torino e inserito da Conte nella sua personalissima lista per rinforzare il pacchetto arretrato già la scorsa estate, mentre a centrocampo l'uscita di Eriksen potrebbe finanziare il colpo per rinforzare la mediana. Il sogno è De Paul che ben si sta comportando ad Udine proprio come mezzala nel 3-5-2. A rendere la trattativa complicata, però, non sarà solo la richiesta economica dell'Udinese, ma anche la posizione che i friulani occuperanno in classifica a gennaio: difficile, infatti, che i bianconeri si privino della loro stella se invischiati nella lotta per la salvezza. Più facile quindi che l'argentino possa diventare un obiettivo per la prossima estate anche se la concorrenza (anche estera) potrebbe rendere la trattativa ulteriormente in salita.