Sarò controcorrente, ma a me l’Inter ieri sera non ha entusiasmato e mai avrei titolato stamattina un articolo che la riguarda con “Grande Inter”.
E’ stata probabilmente la miglior Inter possibile, forse addirittura ha giocato al 110% delle sue possibilità, ma è proprio questo che mette tristezza.
Il Liverpool nel primo tempo, senza giocare con l’intensità, con il ritmo inglese, ha quasi sempre avuto dominio territoriale, giocando prevalentemente nella metà campo avversaria.
Nel secondo, invece, fino al goal di Firmino, ci sono stati 25/30 minuti in cui l’Inter ha fatto la partita, ha chiuso gli occhi, se ne è fregata di chi aveva di fronte, ha alzato il baricentro, ha sistematicamente provato gli anticipi con i difensori, ha aggredito e ha giustamente tentato di vincere la partita, senza però tirare di fatto mai in porta.
Esclusa la traversa di Çalhanoğlu, zero tiri nello specchio della porta in 93 minuti. Un po’ poco per definire GRANDE la partita di una squadra super titolata e ambiziosa, non una provinciale che sogna il miracolo sportivo.
Un collega poco fa mi ha detto: se la palla di Çalhanoğlu fosse finita in rete… con i se e con i ma non si va da nessuna parte, mi sono sentito dire una decina di giorni fa dopo il derby quando mi lamentavo dicendo: se Hernandez fosse stato espulso nel primo tempo, se l’arbitro avesse fischiato fallo di Giroud su Sanchez…
La verità è che se giochi al 110% contro una squadra che ha espresso il 70% delle potenzialità a cui ci ha abituati e perdi in casa 2 a 0, significa che non sei una grande squadra, o che comunque, piaccia o no, sei inferiore a quell’avversario e in generale ai primi 10 club europei.

Dov’è il problema? In cosa l’Inter è inferiore ai top club europei?
All’Inter manca il fuoriclasse negli ultimi 16 metri, manca il bomber, il Lewandowski, l’Mbappé… il Lukaku che nelle ultime due stagioni ci aveva trascinato alla finale di Europa League e alla vittoria dello scudetto.
Lautaro Martinez è un buon giocatore, è uno che con la Spal, il Genoa e il Crotone i goal li fa, è uno che vicino a Lukaku li fa anche al Milan e al Barcellona, ma i fuoriclasse, i giocatori determinanti nelle partite vere, sono fatti in maniera diversa.
Dzeko ha quasi 36 anni e sta facendo anche più di quello che sinceramente mi aspettavo, fa giocare bene la squadra, ma diciamo le cose come stanno, non è mai stato Milito e mai lo sarà.
In panchina chi c’è? In tutti i ruoli ci sono giocatori mediocri rispetto alle riserve di Chelsea, Manchester City, Liverpool, Bayern Monaco e Paris Saint Germain, che a mio parere sono le 5 squadri più forti d'Europa.
Detto ciò, l’Inter europea è stata fino ad ora in questa stagione come quella italiana: forte con le deboli e debole con le forti. Unici scontri diretti vinti, uno con la incostante Lazio di Sarri e uno con la scarcassata Roma di Mourinho, per il resto pareggi e sconfitte, in Italia e in Europa.
Fossi Inzaghi andrei a Liverpool con le riserve e da oggi mi concentrerei solo ed esclusivamente sul campionato e sulle due sfide di coppa Italia con i cugini rossoneri.
Lo scudetto scucito e la mancata qualificazione alla finale di Coppa Italia per mano del Milan sarebbero paragonabili alla notte del 2003, in cui Kallon all’ultimo minuto sparò da due metri il pallone sul ginocchio di Abbiati, regalando la finale di Manchester al Milan.
A noi interisti piace soffrire, ma a tutto c’è un limite.
AMALA!