E' il tema  del momento: chi ha vinto e chi ha perso nella querelle Inter-Icardi? 
Diversi i punti di vista, diverse le... sentenze.
Salomonicamente, da un punto di vista morale e pratico, hanno perso entrambi. Vediamo perché.

L'Inter ha perso un centravanti rodato alla Serie A e dal gol facile, ancora giovane ed in grado di esprimere il massimo del proprio potenziale, essendo nel pieno della maturità fisica e sportiva, ed i 124 gol firmati nelle diverse formazioni dell'Inter più inguardabili come quelle del dopo Triplete non sono uno scherzo. Avrebbe potuto e dovuto avere in Icardi il primo punto fermo di un nuovo corso dal quale ripartire per consegnare al guerriero Conte la squadra ideale con la quale iniziare finalmente l'inseguimento vero alla Juventus pigliatutto (in Italia); infine perso preziosissimo capitale finanziario con il deprezzamento inevitabile del cartellino del suo ex capitano, passato da una clausola rescissoria, per quanto valida solo per l'estero, di 110 Mio, ad un prestito gratuito, sempre all'estero, con semplice diritto di riscatto, pur di toglierselo di torno. 
Il fine giustifica i mezzi si diceva già qualche secolo fa...

Dal canto suo Icardi ha perso non solo tempo, visto che non vede un terreno rettangolare dalla fine della stagione scorsa, indegnamente conclusa con quello sciagurato rigore sbagliato contro l'Empoli che visto oggi, alla luce di tutto quel che è successo dopo, lascia pensare ai retro (e mal...) pensanti molto più di quanto non si sia detto...
Icardi, prima con i suoi ripetuti no ad ogni possibile acquirente che non avesse la maglia a strisce bianconere, poi con la imperterrita testardaggine nel dichiarare la propria volontà di restare nerazzurro "comunque", fino alla naturale scadenza del contratto nel 2022, costi quel che costi, incurante dei veleni interni ed esterni ad un ambiente sempre più ostile, ha anche e soprattutto messo la pietra tombale sulla credibilità verso quell'amore" e quella "fede" nerazzurra, che tanto l'argentino aveva sbandierato su ogni possibile social terrestre.
Dichiarare causa legale alla propria beneamata, con tanto di richiesta di danni morali e non, e poi rinnovare frettolosamente, a quelle stesse condizioni più volte sdegnosamente rifiutate durante il campionato scorso, ed origine di ogni fastidio possibile fino a quel momento inimmaginabile, pur di correre contro il tempo per andare ad accettare il contratto dell'ultimo secondo arrivato dagli amici transalpini del Paris St. Germain non sarà certo ricordato come il gesto capace di cambiare il finale di questa triste storia, volgendolo a proprio favore. 
E non si dica, come qualche firma, per di più autorevole e nota del panorama giornalistico sportivo, che si tratta invece di vittoria degli Icardis per via delle cifre successivamente a salire presenti sul nuovo contratto.
Se fosse stata solo una questione di soldi, si sarebbe già risolta da tempo.
Gli Icardi che lasciano l'Inter, Milano, la nuova casa, la scuola dei bimbi e... Tiki Taka, non sono proprio la rappresentazione di una famiglia che ha ottenuto ciò che vuole.

Hanno perso tutti in questa stucchevole vicenda, anche quegli appassionati come noi, amanti del bel calcio, che hanno assistito ad un'estate di chiacchiere infinite ed avuto un respiro di sollievo alla notizia dell'accordo trovato tra i contendenti.
Almeno adesso, e fino alla prossima primavera, si potrà guardare e parlare finalmente, solo e soprattutto di calcio giocato.