Sicuramente la felicità c'è, soprattutto per aver fermato il record dei record della Juve. Avrebbe potuto fare la storia con dieci scudetti consecutivi. Non la farà e non lo farà forse nessuno più in Serie A. Si è interrotto il dominio bianconero decennale, e per farlo si è dovuto emulare la Juve prendendo pezzetti della Juve, da Conte a Marotta. E questo qualcosa vorrà pur dire. Non è stata però una stagione facile, i ragazzi dell'Inter non hanno mai mollato la presa, pur giocando male, la squadra è stata costruita per vincere il campionato, per fare risultato, cosa resa possibile grazie all'incredibile fallimento juventino. Però questo scudetto per una miriade di combinazioni non entusiasma molto. Forse a dirla tutta per un futuro oggi nebuloso. Non si sa quale sarà il futuro dell'Inter. Niente. Se rimarranno i cinesi, se verrà ceduta la società, a chi, quali i progetti. Niente di niente. Il rischio che quanto di buono costruito in questi tre anni salti in aria è altissimo. E poi la questione SuperLeague ha lasciato il segno. Una storia che non è finita, che ritornerà e con diverse società con il coltello ancora fra i denti che assaporano sete di vendetta e punizioni esemplari per le dodici sorelle della Superlega.
Mai una gioa, si dice spesso in casa interista, e quando questa arriva, forse perchè non sei abituato a vincere, non sai come viverla. Tra la soddisfazione di aver vinto comunque un titolo importante, dopo anni di disastro totale, alla paura che si ripeta un nuovo ciclo di buio i sentimenti sono confusi. Questo è il pensiero altalenante con cui molti interisti vivono il gusto della conquista dello scudetto. Ora, si dirà, aspettiamo l'ufficialità, aspettiamo il momento della vittoria, aspettiamo il momento della festa o meglio della non festa ai tempi del coronavirus, poi quello che sarà, sarà. Già...
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