La storia dell'Inter con i suoi esterni bassi è sempre stata tormentata, con la sola esclusione del periodo di Bremhe e dell'accoppiata Maxwell Chivu, il numero dei terzini sinistri a libro paga della Beneamata sembra l'elenco del telefono di una città di provincia.
Anche a destra il dopo Maicon è stato a dir poco tormentato.
Con l'arrivo di Spalletti nulla di nuovo, i due terzini continuano inspiegabilmente ad essere una spada di Damocle sulle ambizioni di rientro nel calcio che conta.

È inspiegabile ad esempio come dopo 6 anni di rendimento scadente, per usare un eufemismo, si continui a dare fiducia a Nagatomo, anche un bambino si renderebbe conto che non è all'altezza, durante il derby Bordini e Suso entravano come un coltello caldo nel burro e lo stesso si può dire per Falquez.
Immaginate voi per un momento Nagatomo che rimane 7 anni più o meno sempre titolare nella Juventus, stiamo parlando di un calciatore che sarebbe stato rimpiazzato dopo pochi mesi in qualsiasi grande club.
Ma l'Inter ha nel suo DNA la pazzia, per cui si compra Dalbert, che nell'unica apparizione da titolare ci permette di battere la Roma salvando il risultato due volte e poi lo si mette a fare la riserva del giapponese sperando che dopo 6 anni di mediocrità si scopra cavallo di razza all' alba dei 31 anni.
Anche a destra la vena di follia non si fa mancare nulla, si acquista Cancelo, Nazionale portoghese e chiaramente giocatore di un altro livello rispetto a D'Ambrosio, però con una clausola di riscatto così alta che chiaramente non verrà esercitata per cui risulta naturale far passare al ragazzo un anno in panchina evitando che le sue buone prestazioni possano spingere il popolo nerazzurro a chiederne a gran voce una riconferma che sarebbe troppo onerosa.