"L'obiettivo di quest'anno non e' lo scudetto".
Parole chiare quelle dell'amministratore delegato dell'Inter, Beppe Marotta che non si nasconde e toglie qualche entusiasmo dal popolo nerazzurro. Può darsi che Marotta abbia fatto questo per diminuire le pressioni sul Inter che e' da qualche anno disegnata (sbagliando) nella mente del popolo calcistico italiano come l'"Anti-Juve".

Ma facciamo finta che le parole dell'ad nerazzurro siano sincere e senza l'intenzione menzionata. In questo contesto allora lo sfogo di Conte due giorni fa ha più senso. Conte non può mai criticare l'estate nerazzurra. L'Inter ha speso oltre i 100 milioni con soltanto due acquisti; Barella, il titolare inamovibile dell'Italia, un grande talento riconosciuto come il più interessante fra gli italiani e Romelu Lukaku. Il giocatore più caro nella storia nerazzurra. Il belga e' stato seguito da Conte prima alla Juventus nel 2014 (lo stesso Lukaku ha rivelato che ha rifiutato il trasferimento quest'anno), e poi al Chelsea quando ha perso la battaglia con Jose Mourinho e il suo United per la sua firma. Al contrario del blues e i bianconeri, l'Inter ha fatto di tutto per accontentare il leccese e regalargli il suo pupillo. L'Inter ha solo fallito nella missione Dzeko. Anche se poco dopo del rinnovo del bosniaco con la Roma, l'Inter ha preso Alexis Sanchez. Marotta ha fatto delle cose importanti durante l'ultima sessione di mercato ma poi non ha voluto essere obbligato a dare tutto quello che li chiedevano le altre societa' ed e' per questo motivo che Dzeko non e' mai arrivato.
E' il motivo per la lunga trattativa con lo United per Lukaku. Conte non si deve lamentare per le mosse dell'Inter durante l'estate. La preparazione con Longo e Esposito davanti non era colpa di Marotta. E allora perche' questo sfogo martedì sera? Potrebbe essere perché Conte sta vedendo un'Inter diversa da quella che vede Marotta. Lui sa che la sua Inter e' pronta a dare fastidio alle squadre più attrezzate. Sa che con qualche sforzo in più (magari a gennaio) quest'Inter sarebbe più completa e più pronta a lottare per traguardi importanti come lo scudetto ed e' per questo che lui si arrabbia, perché sa che e' vicino all' asticella che ha lui, quella di far diventare l'Inter una delle squadre più forti che lotta ogni anno per vincere dei trofei. Asticella condivisa anche da Marotta, ma l'ad la vuole raggiungere con meno fretta ma più chiarezza.
Chi ha ragione però? Marotta, che crede nella crescita graduale e costante ogni anno o Conte, con questa voglia di vincere subito rappresentata anche dall'ingaggio?
Questo non significa che sto giustificando lo sfogo di Conte perché e' stato un' po troppo severo e diretto. I panni sporchi si lavano a casa.
Sto provando a trovare qualche prospettiva positiva da una notte da dimenticare.