Viaggio di andata e ritorno dall’inferno. Sarà stato questo il sentimento comune peri tifosi Interisti, perché dopo l’ennesimo inizio di stagione incerto, a cui l’Inter ci ha abituato negli ultimi anni, che le è valso l’appellativo di ”pazza”, c’è stata una chiara e netta inversione di tendenza, con una squadra totalmente trasformata nelle ultime settimane, che vince e convince, soffre quando c’è da soffrire, per poi chiudere le partite al momento giusto, con il cinismo proprio della grande squadra conscia dei suoi mezzi.

FATTORE C…: Come detto all’inizio, l’avvio di stagione è piuttosto negativo, frutto di sfortunati episodi, ma anche tanti demeriti, con le sconfitte contro Sassuolo e Parma, il pareggio contro il Torino, e la sola vittoria a Bologna. Decisamente poca roba per la squadra accreditata da addetti ai lavori e non, per il ruolo di antiJuve. Proprio durante il picco negativo della stagione, vale a dire la sconfitta casalinga contro il Parma, arriva anche l’esordio stagionale in Champions.
La classica partita da dentro o fuori, quella che ti indirizza possibilmente un’intera stagione. E di fatto così è stato. Il classico sliding doors, ma in perfetto in stile Inter, con suspence e patos fino all’ultimo respiro, dove forse neanche il miglior Hitchcock avrebbe osato tanto… perché l’Inter si trova sotto di un gol in casa contro il Tottenham fino a quattro minuti dalla fine, e sebbene la stagione sia ancora all’inizio, sembra ormai tutto perduto, con Spalletti addirittura con un piede e mezzo fuori dalla pinetina.
Poi, come detto, l’imponderabile, la fortuna restituisce con gli interessi quanto tolto e quando ormai si pensava all’ennesima stagione buttata via, il colpo del campione(pareggio di Icardi) che, oltre a regalare il pareggio, con un gesto tecnico di rara bellezza, dà quella spinta che fa diventare possibile quello che fino all’attimo prima era impossibile. Infatti il gol di Vecino è solo la logica conseguenza. In questa impresa, gioca una ruolo importante la fortuna, ma solo per le modalità per come arriva questo successo, la fortuna non viene mai per caso. L’inerzia è cambiata, ora tutto va a favore, dopo tre giorni l’Inter si rituffa nel campionato e trova una lanciatissima Sampdoria, bissando il successo in Champions, ripetendo l’exploit in pieno recupero. Quello che sembrava solo un indizio ora è una prova. L’Inter è tornata. Contro Fiorentina e Cagliari arrivano altre due vittorie, conseguenza di una squadra che ora ha consapevolezza della sua forza, e che si è tolta quella paura propria di quei periodi no.

FATTORE JUVENTUS: quest’anno l’Inter sembra l’unica squadra a riuscire a seguire le orme della Juventus a 360 gradi. Infatti la vede protagonista di un mercato in perfetto stile Juventus, molto oculato, due ottimi acquisti a costo zero (De Vrij e Asamoah), che hanno blindato la difesa. Sulla trequarti ottimi anche gli innesti di Nainggolan e Politano, che hanno permesso di alzare la cifra tecnica oltre che rinfoltire la rosa. Interessante anche L. Martinez.
Unico neo la mancanza del classico faro del centrocampo, ruolo vacante da troppi anni ormai, ma questa più che una colpa della società, è una zavorra della gestione passata( fair play finanziario). Ma la similitudine con la Juventus la si vede soprattutto in campo. Oggi l’Inter è una squadra matura, che sa stare in campo, sa leggere la partita, senza andare più allo sbaraglio, ma sapendo aspettare, limitandosi a difendersi quando la partita lo richiede, per uscire con cinismo e colpire senza lasciare scampo, come un cobra con le sue prede. Infatti, le partite che stanno dando slancio all’Inter, sono quelle partite vinte oltre il novantesimo, che fino a non molto tempo fa perdeva, per quella frenesia dettata dall’inesperienza che quando il tempo volge alla fine, toglie la lucidità di fare la cosa giusta. Questo è stato senza dubbio il tratto distintivo della Juventus in questi anni, ora a quando pare l’Inter ha studiato da grande, e sembra avere anche appreso molto bene.

FATTORE ESODATI: L’inversione di tendenza Interista, come detto iniziata sul finire del match contro il Tottenham, oltre che a basarsi sulla fortuna e sui meriti, si basa anche sull’apporti di due illustri “esodati”, vale a dire Candreva e B. Valero. In estate si è cercato in tutti i modi di cedere i due, ma senza fortuna(meno male?), e nell’avvio di campionato disastroso nerazzurro, i due in pratica non avevano mai visto, o quasi, il campo. Nel concitato finale di partita di Champions, stranamente, Spalletti decide di affidarsi ai due desaparecidos, che di fatto da lì in poi, hanno trovato il campo con più regolarità, e l’inter i risultati. Coincidenza? Fortuna? Bravo Spalletti? Bravi loro? Probabilmente di tutto un po’. Di certo la scelta di farli fuori così presto era chiaramente infelice. Premessa, non stiamo parlando di fenomeni alla Ronaldo o Messi, questo è chiaro, ma di due calciatori sicuramente validi. Candreva sicuramente è il classico calciatore che ti da tanta quantità, ma anche una discreta qualità, e di certo uno a cui non si può mai rimproverare l’impegno, magari nei 90’ sbaglia, ma non si risparmia mai. B. Valero invece è il classico giocatore tecnico, l’unico dal “piede educato” tra i centrocampisti interisti. Ormai anche per questione anagrafica, forse non garantisce i 90’, ma sicuramente uno con la sua qualità può essere utilissimo alla causa. Senza dimenticare anche in termini d’esperienza, quanto possono dare entrambi, anche alla luce della grande intelligenza tattica e della capacità di saper leggere ogni fase della partita.