Ancora una volta l’Inter si ferma sul più bello, ancora una volta l’Inter stecca clamorosamente dopo una vittoria importante, ancora una volta l’Inter dimostra di non avere la testa per dare continuità di risultati e soprattutto, ancora una volta, l’Inter si perde in trasferta (impietosi i risultati delle ultime sfide al di fuori del Meazza). Numeri e risultati, come detto, inchiodano ancora una volta l’Inter che dopo la bella prestazione e vittoria europea ai danni del Porto, cade al Dall’Ara contro un Bologna apparso nettamente superiore ad una squadra incapace di restare collegata per più partite consecutive.

Come detto, il difetto principe di questa stagione è rappresentato proprio dai cali mentali con i nerazzurri che spesso si perdono dopo vittorie importanti e che soprattutto in trasferta faticano a proporre gioco e idee.
La sfida di Bologna era da prendere con le pinze proprio per i pregressi dei nerazzurri, invece la squadra di Inzaghi ricasca nell’ennesima prestazione senza anima che rischia adesso non solo di complicare la classifica (già corta),ma anche di accendere dei dubbi sulla figura dello stesso Inzaghi, al quale non possono bastare i trofei vinti o il cammino in Europa per evitare critiche sul suo operato.
Errori dai quali non è certo esente la squadra, perché se è vero che l’allenatore deve saper anche essere un fine psicologo e caricare la squadra soprattutto nelle partite in cui è più facile perdere la bussola, è anche vero che in campo non ci va di certo Inzaghi e alcuni giocatori dovrebbero fare un mea culpa per la qualità di alcune prestazioni, ben al di sotto delle proprie possibilità.

Cosa è andato storto a Bologna e soprattutto quali sono le colpe di squadra e allenatore?
Partiamo subito col dire che il Bologna non era certo l’avversario più facile da incontrare soprattutto in trasferta (con la nube della passata stagione che aleggia ancora sul Dall’Ara per i nerazzurri) e dopo le fatiche europee che hanno tolto energie fisiche e mentali alla squadra. In più il campo pesante e il vento non hanno certo aiutato, anche se il fattore climatico non deve essere certo una scusante, visto che anche il Bologna giocava nella stessa situazione e ha senza dubbio patito meno le avversità del meteo.
A livello di formazione poco si può imputare a Inzaghi, che ha schierato la miglior formazione possibile alla luce degli infortuni di Skriniar e Dimarco che hanno senza dubbio colpito le idee del mister.
Ecco quindi che la mossa di Darmian arretrato con Dumfries sulla fascia destra diventa una scelta obbligata (con Skriniar presente facile che Darmian avrebbe usufruito di un turno di riposo) che visto l’andamento della partita diventa anche la mossa peggiore possibile vista la prova dell’olandese e in parte di Darmian.
A fare la differenza, infatti, ci ha pensato la prova della corsia destra dove il Bologna arrivava senza problemi, sia con Cambiaso che con Soriano e addirittura con Ferguson che spesso si spostava sulla fascia per creare superiorità numerica e sfruttare le difficoltà difensive di Dumfries e anche di Mkhitaryan poco utile in fase di interdizione.
La prova di Dumfries, come detto, non è stata certo all’altezza del talento di un giocatore che da ormai troppo tempo è finito ai margini tanto da essere superato da Darmian nelle gerarchie. Contro il Bologna aveva la possibilità di rilanciarsi e di far venire dei dubbi ad Inzaghi per il futuro. Dubbi che a questo punto potrebbe non avere da qui alla fine visto che oltre alle difficoltà in fase offensiva (mai una volta punta l’avversario per andare sul fondo e crossare) l’olandese si è reso protagonista di una prova difensiva horror con Darmian (comunque adattato nel ruolo) spesso costretto a marcare due avversari contemporaneamente.
Al di là degli errori singoli e di squadra, la prima frazione, al di là del gol annullato a Barrow e la traversa di Soriano, non ha visto poi tanti problemi per la retroguardia nerazzurra, con la squadra che però fatica ad entrare in partita regalando il possesso agli avversari e che non crea occasioni da gol (unica occasione il colpo di testa di Lautaro fuori di poco).

Nella ripresa, l’Inter prova a fare qualcosa di più grazie soprattutto all’intraprendenza di Gosens (unica nota positiva anche se sul gol subito è in parte responsabile) senza però mai pungere più di tanto e così ad un quarto d’ora dalla fine ecco che arriva l’orrore difensivo che regala i tre punti al Bologna: D’Ambrosio sbaglia l’impostazione dal basso e regala palla a Schouten che stoppa la palla e lancia Orsolini che completamente libero entra in area e segna il gol decisivo.
Gol facilitato da tanti errori a partire dal poco movimento che porta D’Ambrosio ad un passaggio comunque sbagliato per Barella, dalla troppa libertà sia per il lancio che per Orsolini fino alla posizione di Bastoni nel ruolo di ala con Gosens che si trova casualmente a fare il braccetto di sinistra.
Insomma, tanti errori che premiano un Bologna ben messo in campo e che ha saputo fare gioco a differenza di un'Inter lontana parente di quella ammirata mercoledì contro il Porto, che anche nella sofferenza (perché comunque il Porto ha creato problemi) ha saputo reagire da squadra a differenza di quanto visto a Bologna dove ognuno andava per conto suo.

Tornando ad Inzaghi, oltre ad essere assolto dalla scelta dell’undici iniziale (forse l’unico appunto è su Mkhitaryan apparso più stanco di Barella nelle ultime uscite) può essere anche assolto alla voce cambi: certo, visto il risultato (sullo zero a zero) poteva provare a cambiare modulo inserendo Dzeko insieme a Lautaro e Lukaku (magari sacrificando un difensore come Darmian oppure un centrocampista) ma vista la forma fisica del belga e la perdurante assenza di Correa preservare il belga poteva comunque avere una logica.
Resta, però, la difficoltà di motivare un gruppo nelle partite non di cartello e questo a lungo andare potrebbe minare il percorso del tecnico e della squadra. Cambiare a fine stagione potrebbe essere un’eventualità anche se l’assenza di figure forti che potrebbero subentrare (unica alternativa potrebbe essere Simeone se davvero dovesse lasciare l’Atletico anche se il suo stipendio potrebbe essere fuori portata) dovrebbero dare più speranza ad Inzaghi forte anche di un contratto che lo lega ai nerazzurri fino al 2024.

Al di là di trovare un colpevole, cosa questa che di certo non aiuta a tranquillizzare l’ambiente, l’unica soluzione adesso è lavorare e soprattutto dare tutto da qui alla fine ricordando che l’Inter è ancora in corsa in Coppa Italia, in Champions ed in lotta per un piazzamento Champions dietro ad un Napoli tritacarne che a differenza delle altre squadre non sbaglia un colpo.