Non si può non considerare l'Inter favorita nel derby di domani, anche solo guardando la distanza che separa in classifica le due compagini di Milano. Il calcio non è matematica, ma un minimo di logica ce l'ha e se i nerazzurri hanno finora fatto 19 punti più dei rossoneri, un motivo dovrà pur esserci. L'Inter inoltre può permettersi di rinunciare a Lautaro Martinez schierando Alexis Sanchez, mentre il Milan si ritrova nelle peste quando un titolare è indisponibile. L'ex-Ambrosiana, comunque, dovrà fare molta attenzione a un avversario del tutto indecifrabile come la sfinge, quel mostro mitologico che induceva in errore i viandanti con le sue domande trabocchetto.

Il Diavolo, infatti, ha sfiorato l'eliminazione in Coppa Italia contro un Torino allo sbando che ha messo in piedi l'unica prestazione decente dell'ultimo periodo proprio contro i rossoneri a San Siro. Prima di quel match il Toro era stato travolto in casa dall'Atalanta e poi ha continuato a inanellare figure barbine anche dopo l'esonero di Mazzarri, come è successo oggi contro una Sampdoria che non sta certo dominando il campionato. C'è da rabbrividire al pensiero che il Milan era di fatto stato eliminato da questo Toro, se Chala non avesse indovinato la randellata della disperazione nel recupero del match di Coppa. I rossoneri, inoltre, pur venendo da un filotto di 7 partite senza sconfitte (compresa la Coppa Italia) con 5 vittorie e 2 pareggi, sono stati messi alla frusta domenica scorsa dal Verona. E' proprio questa partita, tuttavia, che rende il Milan indecifrabile e, quindi, insidioso per il biscione.

Domenica a San Siro il Milan ha passato almeno 20, se non 25, minuti del secondo tempo a maledire il momento in cui era entrato in campo, bersagliato di pali e occasioni clamorose degli scaligeri. E' stato salvato dal harahiri di Amrabat, uno dei migliori del Verona, che si è fatto espellere. Quel Milan era, però. non rimaneggiato, ma molto rimaneggiato, in quanto non poteva schierare l'asse portante della squadra: Bennacer e Ibra, rispettivamente regista di centrocampo e d'attacco. Mancava inoltre la preziosa riserva Krunic, cosa che ha costretto i rossoneri a giocare con un solo muscolare a centrocampo dando vita a una linea mediana di carta velina. Eppure quel Milan nei 20-25 minuti di terrore e sofferenza non è crollato, ma si è attaccato coi denti a un risultato che, seppur negativo, non è stato disastroso. Nel calcio conta anche saper soffrire appoggiandosi alle corde e chiudendo i guantoni, quando non sei in grado di reggere il confronto. E se il Milan ha sofferto, lo ha fatto contro un avversario che ha pareggiato anche a Roma contro una lanciatissima Lazio, compagine che naviga a stretto dipresso dal primo posto, cosa che in parte rivaluta il Diavolo e mostra quanto sia stato esagerato il catastrofismo dei tifosi dopo il match con gli scaligeri.

L'Inter si ritroverà, quindi, contrapposta a una squadra che, pur essendo meno forte, ha acquistato una vitalità e una tignosità che in qualche occasione compensa limiti evidenti, come quello della scarsità di alternative. Il Milan che soffre è... una squadra che soffre e questo è solo in apparenza un truismo ovvero una affermazione ovvia è indiscutibile. Se sei una squadra che soffre, vuol dire che sei preparato all'eventualità di subire durante il match e non vai in tilt, quando succede. Quando sei una squadra che soffre, ma in qualche maniera fai punti o passi il turno, vuol dire che, se l'avversario non ti uccide, sei in grado di fargli pagare l'errore.

Realisticamente, è probabile che alla fine l'Inter riesca a far suo il match, ma penso pure che, se dovesse aprirsi uno spiraglio per fare risultato, il Milan lo sfrutterebbe. E penso che molto dipenderà dalla posizione di Chala, perché il turco è un estroso di talento, ma dà il meglio di se, quando parte da posizione centrale ritrovandosi libero di infilarsi negli spazi aperti dai compagni. Così schierato, se ha davanti 2 punte, Chala diventa letale, ma potrebbe esserlo anche se venisse schierato in attacco il solo Ibrahimovic. Ovviamente Bonaventura e Castillejo dovrebbero lasciare a turno il centrocampo e andare ad appoggiare il centravanti.

Be' mettiamola su questo piano: l'Inter è una squadra logica nella sua possenza, mentre il Milan è un cilindro da cui può uscire una colomba come anche... un bel nulla.