Una linea chiara; John Ford diresse La lunga linea grigia, Gazidis invece sta tracciando le basi per una chiara e ben marcata LINEA VERDE.

La cessione (o meglio la fuga) di Higuain con susseguente acquisizione del giovane attaccante polacco Piatek è la dimostrazione di come la società Milan abbia deciso di mutare considerevolmente pelle; i dinieghi ad Ibrahimovic prima e a Fabregas poi e la scelta di accentrare potere (forse troppo) al galoppino Moncada (garante dei vari Abanda e Djalò) sono la dimostrazione di come il Milan guarda al futuro abdicando però dal presente.

Suggestiva la scelta, ma riflettere su come rendere interamente una rosa, un agglomerato di giovani di belle speranze senza la presenza di almeno due elementi di esperienza è la prova che nell'immediato il Milan non potrà competere con le grandi d'Europa.
Una costruzione che ci sta ma che al contempo stesso viene storta dalle presenze passive di gente deleteria come Bertolacci, Montolivo, Laxalt, Halilovic e Jose Mauri, ma anche di gente che non deve più far parte del Milan dall'anno prossimo come Reina, Abate e Zapata (su quest'ultimo la questione rinnovo non deve essere minimamente contemplata). 
Poi ci sono i "cavalli mirabelliani", i famosi giocatori strapagati e fatti passare per fenomeni; indecenti le presenze di R.Rodriguez, Kessie, Borini e Calhanoglu che nel Milan in 2 anni non hanno portato nulla di costruttivo. Molto da lavorare, molti da cedere e molti altri da comprare.

L'auspicio di un milanista abituato bene? Andare avanti con la linea verde ma considerando che almeno qualche elemento d'esperienza (come vorrebbe Leonardo e non Moncada) ad un Milan che deve ritornare a giocarsi certe serate, serve come il pane.