Probabilmente sarò una voce fuori dal coro e in tanti saranno in disaccordo con me, ma dopo l’ennesimo articolo riguardo alle (discutibili) decisioni prese in casa Inter ho rimesso un po' insieme i pezzi, e quel che ne ho tirato fuori è quanto segue. A dicembre 2018 viene data l'ufficialità dell’insediamento di Marotta come nuovo ad, l'Inter chiude il 2018 con la vittoria di misura contro il Napoli e il girone d’andata in terza posizione con 39 punti: nulla di trascendentale rispetto agli obiettivi di inizio stagione, ma con un gruppo solido, un allenatore seguito da tutti e una certa tranquillità nell'aria. Da questo momento in poi, è successo di tutto.

Nainggolan (acquistato ad agosto dalla Roma con un affare del valore complessivo di circa 40 milioni grazie alla spinta dell'allenatore che conosceva bene il giocatore e i suoi pregi, ma soprattutto i suoi difetti, mai nascosti nemmeno dal giocatore stesso, che seppur discutibile fuori dal campo si è sempre distinto per dedizione o impegno all'interno del rettangolo verde) viene multato e messo temporaneamente fuori rosa, nonostante l'incombente sfida contro il Napoli, per un ritardo ad una seduta di allenamento. Non che sia giustificabile, ma ripeto, quando Nainggolan è stato acquistato le sue caratteristiche erano ben chiare ad allenatore e società, che hanno comunque deciso di fare un investimento oneroso per un giocatore che speravano potesse cambiare volto alla squadra. Evidentemente dopo l'arrivo di Marotta sono cambiate le carte in tavola, con Nainggolan che ha rischiato di andare via dopo soli cinque mesi a Milano. La situazione è stata abilmente recuperata da Spalletti che ha saputo stimolare il giocatore e farlo tornare a disposizione e in forma dopo il doppio infortunio della prima parte di stagione.

Icardi, fino ad allora capitano e trascinatore di una squadra che negli ultimi anni si è appoggiata quasi esclusivamente a lui e ai suoi gol, è stato privato della fascia e messo alla berlina, scatenando il putiferio che tutti ben conosciamo. Di Icardi possiamo dire tante cose, che non sia mai stato in grado di instaurare un feeling con la Curva, che abbia sempre diviso i suoi tifosi tra chi lo amava per la sua freddezza in area di rigore e chi non lo poteva vedere per lo scarso apporto alla manovra, che abbia preso una delle peggiori decisioni della sua vita nell'affidare alla moglie Wanda Nara la gestione dei propri interessi calcistici, che sui social sia sempre stato un po' fuori dalle righe, ma calcisticamente parlando Mauro Icardi è sempre stato irreprensibile dal punto di vista dell'atteggiamento. Sempre il primo agli allenamenti, corretto in campo e sempre pronto a difendere i compagni di squadra da chiunque, allenatore compreso, ha preso sotto l'ala Lautaro, che tecnicamente era il suo diretto rivale ed ha sempre dimostrato amore e attaccamento alla maglia come a pochi altri ho visto fare in questi anni (ai più diffidenti vorrei ricordare che lo scorso anno, nello sciagurato 2-3 contro la Juve, quando a pochi minuti dalla fine e con il risultato in bilico Perisic si rifiutò di uscire dal campo mentre l'allenatore lo chiamava, fu Mauro a intervenire dicendo che sarebbe uscito al posto suo se necessario, mentre troppo spesso vedo giocatori sostituiti che "disapprovano", per usare un eufemismo, la decisione dell'allenatore). Il risultato del cambio di capitano, condivisibile o meno, è stato ritrovarsi in casa un bomber da 30 reti stagionali che nel 2019 non ha fatto nemmeno un gol su azione, un valore di mercato del giocatore che da oltre 110 milioni e sceso a 70-80 e una squadra in balia degli eventi che è riuscita a qualificarsi alla prossima Champions League soltanto all'ultima giornata, e con la consueta sofferenza della Pazza Inter che tanto amiamo.

Riguardo a Spalletti, a mio avviso non l'allenatore giusto per vincere, ma comunque uno che in due anni è stato in grado di riportare in Champions League una squadra che da troppi anni ormai non centrava questo obiettivo, è stato liquidato senza troppe cerimonie dopo pochi giorni dal termine del campionato, avendo lavorato per tutto il girone di ritorno con la consapevolezza di essere esonerato a fine stagione indipendentemente dal risultato ottenuto. Veniamo dunque all'arrivo del tanto acclamato Conte. Nel giro di una decina di giorni ha già dato l’impressione di voler rivoltare la squadra con decisioni assurde e dal mio punto di vista incomprensibili. La prima, non volere più in rosa Icardi, senza nemmeno parlare con un giocatore che nonostante tutto ha sempre dichiarato di voler rimanere all'Inter a vita, e richiedere a gran voce il trentaduenne Dzeko, giocatore che personalmente non mi è mai piaciuto e che sicuramente non potrà far dimenticare Icardi, e Lukaku, giocatore che al momento ha lo stesso valore di mercato di Mauro ma che al livello realizzativo non ha niente a che vedere con lui. La seconda, dichiarare Nainggolan sul mercato, delegittimando così la decisione del precedente allenatore di puntare su di lui e quella della dirigenza di fare un investimento del genere, sacrificando anche il talentino Zaniolo (operazione rivelatasi poi un errore clamoroso), per questo giocatore, che nonostante gli infortuni ha messo a segno 6 reti e 3 assist in campionato, di cui l’ultimo gol ci ha permesso di qualificarci in Champions, con una media di un gol ogni 330 minuti, non proprio una stagione fallimentare. La terza, voler rilanciare giocatori finiti o mezzi giocatori come Candreva, il sopra citato Dzeko, Moses e chi più ne ha più ne metta. A questo si sommano la decisione di voler trattenere Perisic, giocatore che per quanto straripante (se ne ha voglia) da due anni manifesta la voglia di andar via, e altre decisioni già prese, e sicuramente molte altre che verranno.

No, non ero contento dell’arrivo di Marotta, no, non sono stato contento dell’arrivo di Conte e no, non gli vorrò bene nemmeno nella remota possibilità che riescano a farci vincere qualcosa. Perché non voglio un'Inter forte e regolare, la voglio pazza, nel bene e nel male. Amala!