Come la maggior parte dei bambini, anche il mio sogno è stato sempre quello di diventare un calciatore. Ogni scusa era buona per poter correre dietro un pallone: in piazzetta con gli amici, giù in cortile, in casa ed ovviamente a scuola calcio. Poi ti accorgi che gli anni passano, che sei passato dai pulcini ai juniores come se nulla fosse, arrivando poi in quelle categorie dove ti senti già un minimo calciatore ma niente di più, realizzando che forse è meglio prendere il tutto come un divertimento.

Quel "prendere il tutto come un divertimento" però, può rischiare di farti perdere quella voglia di continuare a prenderti determinati impegni, dagli allenamenti in settimana alle domeniche sul campo che "potevo stare a casa a guardarmi il campionato". Allora inizi a pensare a qualcosa che possa tenerti vicino al campo ma che possa rubarti meno tempo: giocare in settimana con gli amici ? Fare un corso e diventare osservatore? presentarti solo per le partite di campionato? 
Personalmente, una cosa che mi ha sempre incuriosito c'era ed oggi mi pento di non aver capito prima che forse poteva essere una strada ugualmente soddisfacente: arbitrare.
Come la stragande maggioranza degli appassionati di calcio, non concepivo come una persona potesse accettare di stare li in mezzo al campo, a cercare di tenere a bada 22 persone ( senza considerare allenatori e dirigenti ) disposte a tutto pur di vincere, accettando di essere talvolta preso in giro, offeso o addirittura tacciato di slealtà e/o incompetenza. Ma è stato proprio questo ragionamento che mi ha portato ad incuriosirmi di questa figura e solo nel 2018 ( non che sia vecchio, ma sicuramente in età avanzata per fare carriera ) ho preso la decisione di seguire un corso per diventare arbitro.

Inanzitutto scopri come anni di proteste da calciatore siano risultate vane per via di un regolamento poco conosciuto: un regolamento complesso ed articolato che, per capirlo, richiede tanto studio e tanto tempo da dedicare. Sono sicuro, infatti, che anche molti calciatori delle massime serie siano allo scuro di diverse porzioni del Regolamento Giuoco Calcio. Però, a differenza di quando riponi la tua fiducia ad un avvocato per conoscere la legge (che lui ha studiato), la stessa non viene riposta negli arbitri  per applicare correttamente il regolamento  (che hanno studiato).

Andando avanti arrivano i test, superi l'esame finale e ti vengono consegnati tutti gli strumenti utili per il mestiere: completini, taccuino, cartellini e borsone e la voglia di dirigire cresce sempre più. Ed è proprio quando arrivi al campo per la prima volta in questa veste che ti accorgi della bellezza ma soprattutto dell'IMPORTANZA che ha questo ruolo: presentati ai dirigenti, controlla le distinte, controlla i completini, controlla il terreno di gioco, le porte, fai l'appello ecc... Tutto sulle tue spalle e qualunque cosa non vada bene deve essere attenzionata. Finita la "burocrazia" richiami a te l'attenzione e scendi in campo.
Fischio e si parte! Ti rendi conto di essere solo e che tutto deve essere sotto i tuoi occhi: i primi contrasti un po' più duri, l'attaccante che si stuzzica con il centrale, il mister fuori l'area tecnica... ah già! ricordiamo che agli inizi non ci sono gli assistenti di linea!

Tutto sembra andare bene, ma ovviamente c'è sempre l'episodio dubbio: le proteste vengono fatte a priori, provi a spiegare l'accaduto ma alla fine sei convinto di aver fatto la scelta giusta e allora, capisci che la miglior cosa da fare e quella di calmare gli animi e andare avanti. All'intervallo vai nello spogliatoio e volente o nolente pensi agli episodi della prima frazione: "avrò fatto tutto giusto? Era giusto ammonire il numero 5? Forse potevo essere più severo in quell'azione".
Ma comunque siano andate le cose vai fuori e riprendi il match : perchè l'arbitro, a differenza di un calciatore, non può chiedere la sostituzione. Lui è da solo e puo contare solo su se stesso, senza piangersi addosso se pensa di aver commesso un errore.
In un modo o nell'altro porti a termine il match e, vuoi o no, verrai "scortato" fin dentro lo spogliatoio da qualche protesta e dai capitani che avranno sempre qualcosa di cui lamentarsi. L'arbitro però fa un sorriso, ti stringe la mano e ti da un in bocca al lupo educatamente e torna nello spogliatoio, preparando disciplinari tecnici e moduli vari che dovrà consegnare alle società e che dovrà spedire al suo organo tecnico.

Questo è un solo un riassunto di tutto quello che deve vivere un arbitro ad ogni incontro e sono sicuro che con il passare del tempo e con l'avanzare delle categorie, scoprirò tante cose nuove e tante emozioni diverse. Ringrazio di aver avuto il "coraggio" di fare questo corso perchè alla fine, anche se l'arbitro non ha milioni di followers, non è tanto "meno figo" di un top player.

Qualche riga più su ho usato il termine importanza e voglio usare annche la parola rispetto: un giudice che da una sentenza ritenuta errata, non viene tacciato di mala fede o di corruzione. Ricordiamoci che l'arbitro è un mestiere tanto quanto quello del calciatore e che, se quest'ultimo non si presenta al campo possiamo giocare, ma se l'arbitro non si presentasse il calcio non esisterebbe.