Campioni d'Europa, finalmente, 53 anni dopo l'Italia torna a iscriversi nell'albo dei vincitori, incrementando un palmares che era fermo ad un'unica vittoria. Diciamo subito che l'Europeo di calcio è sempre stata una manifestazione ricca di sorprese. In 16 edizioni sono state addirittura dieci le Nazionali a riuscire a conquistare la Coppa, spesso sfuggendo a qualsiasi pronostico. Solo la Spagna che con la Germania guida la classifica delle vittorie, con tre, è riuscita a vincere due edizioni consecutive, nel 2008 e nel 2012, poi è sempre stato un alternarsi di nazionali, con Francia ed ora Italia, con due trionfi e a seguire  ben sei Nazioni, la Russia nel 1960, la Cecoslovacchia nel 1976, l'Olanda nel 1988, la Danimarca nel 1992, la Grecia nel 2004 e il Portogallo nell' edizione del 2016. Prima di questa vittoria l'Italia era stata bella e brillante in tre  edizioni, quella del 1980, organizzata in Italia e vinta dalla Germania contro il Belgio. Quando fummo vistosamente danneggiati da arbitri condizionati dal pessimo momento che stava attraversando il calcio italiano, dilaniato da troppi scandali e classificandoci al quarto posto perdendo ai calci di rigore contro la Cecoslovacchia.

Più dolorosa fu l'edizione del 2000, in Olanda quando dopo aver eliminato proprio i padroni di casa, con Toldo artefice di splendide parate, la squadra allenata da Zoff perse in finale al golden gol, nei tempi supplementari. Il gol del momentaneo vantaggio era siglato da Del Vecchio, di Watford il pareggio al minuto 93 e il gol della vittoria di Trezegue, era il 2 Luglio e non meritavamo di perdere. Mentre la finale contro la Spagna del 2012 persa per 4 a 0, lascia amarezza, ma pochissimi rimpianti, troppo evidente la consistenza dei nostri avversari, Mister Conte aveva raggiunto il miglior risultato possibile affidandosi ai migliori giocatori, con logicamente Bonucci e Chiellini a guidare la difesa.

Ci voleva Mister Ventura, la notte di San Siro contro la Svezia e l'esclusione dall'ultimo Mondiale in Russia ripetendo un unico precedente, per azzerare tutto, cercare di ricostruire una squadra e una credibilità smarrita, fra convocazioni fin troppo discutibili, vedi Prandelli con Balotelli e Cassano in Brasile, o un gioco privo di ogni personalità, con Ventura probabilmente schiacciato da un incarico troppo impegnativo per le sue capacità ed esperienze. A quanto ci viene detto, Alessandro Costacurta, detto Billy, ottimo calciatore del Milan, modesto allenatore nella breve carriera, abbandonata velocemente ed ora opinionista televisivo, quando la Federazione venne commissariata affidandogli l'incarico di scegliere il nuovo tecnico per la Nazionale, identificò Roberto Mancini, quale la migliore delle scelte a disposizione. Mai scelta fu più azzeccata.

C'è tutta la bravura del tecnico su questa vittoria, la sua esperienza di calciatore nel distillare consigli che vanno al di là, del gioco e della tattica, la conoscenza della differenza fra la vittoria e la sconfitta, talmente sottile da toccarsi e voler cogliere la prima, sapendo come fare. Desidero sottolineare che il lotto delle pretendenti alla vittoria finale era ristretto. Personalmente reputavo e considero tutt'oggi la Francia come la migliore delle 24 compagini partecipanti. Hanno sbagliato una partita, per arroganza, troppa sicurezza e qualche divisione di troppo in un gruppo con troppe prime donne, ma nessuna delle altre squadre ha a disposizione un organico così forte e tecnico. Staccate Belgio, Italia e Germania, quest'ultima solo per il fatto che raramente sbaglia gli appuntamenti così importanti, ma aver giocato con l'allenatore già licenziato è stato uno sbaglio fin troppo grave. A differenza di altri non avevo minimamente considerato l'Inghilterra e ritengo anche oggi che sono arrivati ad un passo dalla vittoria, di aver avuto ragione Nonostante i loro soldi, i migliori allenatori stranieri, i giocatori che militano in squadre sempre più vincenti, propongono ancora un calcio medievale. Quando penso all'Inghilterra il riferimento è automatico all'Italia di rugby al 6 Nazioni, da "cucchiaio di legno". In vantaggio dopo due minuti, giocando in casa, spinta dai propri tifosi non è riuscita a proporre una, dico una, conclusione degna di essere citata come pericolosa. L'Italia era lenta, fin troppo stretta ed in difficoltà ad innescare gli esterni, con il solo Chiesa in grado di inventare qualche soluzione anche senza affidarsi a passaggi filtranti quasi impossibili. Di contro gli Inglesi hanno esibito la più classica delle palle lunghe e pedalare, annientati dal palleggio italiano e incapaci di proporre qualsiasi tipo di azione manovrata. Inguardabili. Se poi si vuole rispondere che hanno perso, ma solo ai rigori, mi sembra fin troppo facile evidenziare che, tranne pochissimi minuti del secondo tempo supplementare, sono sempre stati arroccati nella propria metà campo, a mio parere terrorizzati di poter perdere ancora prima di giungere alla lotteria dei rigori.

Vince quindi l'Italia, con ampio merito. Vince Mancini, selezionando giocatori normali, affidandosi al gruppo e non ai singoli, falcidiato da infortuni e stanchezza, una vittoria bellissima che mancava da troppi anni. L'Inghilterra arriva seconda, quella medaglia levata durante la premiazione, quei fischi all'inno di Mameli, dimostrano che non meritavano un piazzamento così importante. La distanza tra vincere e perdere è talmente sottile che appare evidente che prima di poter aspirare a qualche vittoria i sudditi della Regina debbano prima imparare ad apprezzare una sconfitta così importante.