XXV Aprile 2020
Festa della liberazione: liberati dall'oppressione nazifascista.

Giorno del 1945 in cui il CLNAI, comitato di liberazione nazionale Alta Italia, proclamò risurrezione generali di tutti i territori occupati dai nazifascisti, ordinando tutte le forze partigiane attive nel nord Italia di mettere spalle al muro i presidi tedeschi e fascisti. Entro il primo maggio tutta l'Italia settentrionale fu liberata, lì smise di esistere un ventennio di dittatura fascista e un quinquennio di guerra.

Libertà, quella cosa che ci è venuta a mancare, complice questo piccolo-grande virus che, oramai, sta limitando tutte le attività da due mesi a questa parte. 
Ma che cos'è la libertà??
Come come diceva grande Giorgio Gaber: "la libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione". In quest'ultima parola si racchiude tutte le frustrazioni, paure, ansie di milioni di persone, private di organizzare e partecipare ad una festa, un concerto, andare ad una mostra, assistere ad una partita di calcio. Perché anche il calcio è libertà, creatività, significa dare libero corso alla propria.

I giocatori in campo non sono liberi di fare ciò che gli passa per la testa: hanno degli ordini dell'allenatore da rispettare, come per noi tutti la costituzione. Ma a volte ci sono giocatori che fuoriescono dagli schemi, navigando conto corrente, regalandoci momenti di profonda libertà, creando giocate, azioni, gol che rimangono stampati per decadi e decadi. Perché uno degli obiettivi dello sport è proprio questo: dare libertà d'espressione a chi lo pratica e lo sente suo ogni giorno, ogni ora, ogni singolo istante.

Nel calcio noi ci immedesimiamo nella nostra squadra, nei nostri errori che costruiscono capitoli più o meno rigogliosi nella storia di un club e noi, come se avessimo un joystick e una Plast station, li guidiamo passo a passo, nella speranza di vedere la rete gonfiarsi e raccogliere la palla nella porta dei nostri "nemici". E poi esultare, uomini, donne, bianchi, neri, mulatti. Questa è una forma di libertà che, purtroppo, non si può manifestare in tutti gli stati di questo pianeta terraqueo...

Perché alla fine che cosa sono i tifosi: sono dei partecipanti, nella gioia e nel dolore, di una fede che supera tutto e tutti.
Torneremo a partecipare, a farlo tutti insieme, ricordandoci però di chi ha sacrificato la propria vita per questa libertà che in questi tempi cupi e grigi capiamo che non è così scontata come pensavamo.