In questi giorni in Spagna si è riaperto un processo che per un volta dimostra che non solo il calcio italiano ha problemi di calcioscommesse e varianti. All'estero infatti il calcio nostrano viene ricordato anche per i nostri storici problemi disciplinari, iniziati nella stagione 1979/1980 con il Totonero; tuttavia, come detto, almeno per una volta non siamo nell'occhio del ciclone. Il Tribunale di Valencia ha riaperto un vecchio caso e imputato giocatori famosi, che magari pensavano che gli scheletri nell'armadio rimanessero tra muffa e naftalina: Gabi Hernandez, meglio conosciuto come Gabi, capitano dell'Atletico Madrid è insieme ad Ander Herrera, Vicente Iborra e altri 39 giocatori (tra cui Caicedo della Lazio), imputato nella presunta combine tra Levante e Zaragoza del 2011. All'epoca dei fatti Gabi e Ander Herrera erano giocatori del Zaragoza, Vicente Iborra invece gestiva il centrocampo del Levante. La condanna richiesta è di 2 anni di carcere e 6 anni di inibizione internazionale per tutti i giocatori, condanna che potrebbe decretare la fine anticipata della carriera di Gabi e influire pesantemente nella carriera degli altri due giocatori, dato che gli verrebbe proibito di giocare in qualsiasi campionato e ricoprire qualsiasi ruolo all'interno di un club.

Secondo l'accusa i dirigenti del Zaragoza pagarono 965.000 euro ai giocatori del Levante per lasciarli vincere nell'ultima partita del campionato 2010/2011 ed effettivamente terminata 1-2 per gli ospiti; con quella vittoria il Zaragoza riuscì a non retrocedere, chiudendo la stagione a 45 punti, solo due in più del retrocesso Deportivo La Coruña. Quella che realizzarono è la combine che tutti coloro che giocano o hanno giocato a calcio, dall'amatoriale in su, conoscono o perlomeno ne hanno sentito parlare, quella in cui i giocatori della squadra che ha bisogno di punti chiede aiuto ai giocatori della squadra che ormai è già con la testa in vacanza. Poi eventualmente tutti si vedono al bar e la combine si chiude a tarallucci e vino. Quella di Levante-Zaragoza riprende lo stesso concetto delle combine provinciali, cambiano le modalità e chiaramente il quantum: i dirigenti del Zaragoza volevano evitare la retrocessione e per questo pagarono i giocatori del Levante, permettendo alle due squadre di rimanere nella Liga con gli stessi punti.

Ci sono alcuni dati evidenti e che hanno permesso al giudice Isabel Rodriguez di Valencia di riaprire il caso: Javi Venta, giocatore del Levante, nei 141 giorni successivi alla partita incriminata ritirò dal suo conto corrente 700 euro, mentre nei 141 giorni precedenti aveva ritirato 10.200 euro; Hector Rodas ritirò 290 euro nei 141 giorni dopo la partita, al contrario nello stesso arco di tempo ritirò 20.030 euro; Cristian Stuani prelevò dal conto 4.950 euro nei mesi successi alla partita, prima di quell'incontro 33.090 euro; Gustavo Munúa non ritirò nemmeno un euro nel periodo che va dal 21 maggio al 7 novembre del 2011, mentre nei mesi prima della partita realizzò 21 operazioni al bancomat. Negli anni scorsi alcuni giocatori del Levante dichiararono che passarono delle vacanze più "tranquille", come Iborra che affermò di aver passato l'estate nel suo paesino di origine, mentre altri giocatori dissero di aver passato le vacanze con i genitori e che per questo avevano meno spese; per il giudice invece, tutti i giocatori del Levante non effettuarono prelievi al bancomat perchè avevano il "cash" regalato dai dirigenti del Zaragoza.

Infine, ma non da sottovalutare, c'è l'aspetto giuridico di questo processo: per la prima volta in Spagna un problema di corruzione nel calcio verrà concluso esclusivamente in sede penale nei tribunali ordinari e non in quelli sportivi. La Liga, capitanata da Javier Tebas, ha chiesto che la questione venga risolta dal giudice ordinario e non da quello sportivo, per poter arrivare ad una pena esemplare: il giudice valenziano infatti ha chiesto anche 1,93 milioni di euro di multa per ogni imputato. È per questo che alcuni dei dirigenti dei club coinvolti rischiano grosso, a causa dei loro precedenti penali, mentre per i giocatori la sanzione più probabile è l'inibizione (in assenza di precedenti): c'è sempre una prima volta.

Silvio Bogliari