Il calcio non è solo uno sport. Il calcio, per chi ha la fortuna di tifare la propria squadra con passione, è una scelta di vita.

Nessuno, meglio di un tifoso romanista può capire cosa voglia dire avere dei valori, cosa voglia dire tifare il bene contro il male, e soprattutto cosa voglia dire godersi le piccole cose della vita e riunirsi attorno ad una fede che brucia.

Ricordatevi quella notte magica in cui Manolas ha segnato il tre a zero contro il Barcellona e tutto sembrava nuovamente possibile. Per una notte ci siamo ricordati di come non serva spendere miliardi per raggiungere una semifinale di Champions League, di come non sempre vivere una vita completamente in salita voglia anche dire non avere la capacità di affrontarla con orgoglio e magari, perché no, arrivare in cima.

Il tifoso romanista sa bene che non importa essere in cima, ma importa essere il più in alto possibile, magari in qualche piccolo attimo di gioia anche al di sopra delle proprie capacità, ma per lo più non è così. Per lo più vincono sempre gli stessi, sia nella vita che nel calcio. E allora arrivare in semifinale ci fa piangere, ridere, abbracciare tutti. Non ci serve di vincere scudetti, coppe, tornei. Ci servono momenti di genuina passione e di felicità incontrollata.

Mentre scrivo questa lettera, vivendo all'estero ed un po' isolato dal mondo, ho ricevuto solo ora la notizia dell'ormai prossima conferenza stampa di Totti, in cui darà il suo addio alla Roma.

Leggo commenti discordanti, insulti, disperazione e perfino felicità.

Voglio che vi fermiate un attimo a riflettere, voglio che vi fermiate a pensare anche se solo per un attimo al vanto che può essere una personalità del genere, che ha dato tutta la sua vita ad una società ed ai suoi tifosi.

Ed ora voglio che riflettiate su una società che preferisce dare la precedenza a figure di consulenza che non risultano neanche nell'organigramma, e che non pagano da anni e anni per i propri errori.

Sono un ragazzo abbastanza giovane, ma sono anche un tifoso abbastanza vecchio da capire che, purtroppo, i ragazzi di oggi non avranno la mia stessa fortuna. La fortuna di tifare una squadra che regala lezioni di vita.

E non è necessariamente sbagliato, dato che il calcio sta cambiando. Ma è senza dubbio triste.