Sono juventina da prima di nascere, credo addirittura che nella precedente vita  il mio nome di battesimo non fosse Lidia ma JUVENTUS. Il pensiero di Lei mi accompagna da sempre, in ogni frangente. 
Ho visto sfilare sotto i miei occhi fior fiori di campioni, ho vissuto vittorie insperate e sognato trionfi svaniti, ho eletto di volta in volta qualche protagonista in campo mio personale paladino ed eroe, osannandolo più di altri durante la sua militanza con i nostri colori.
Eppure... eppure mai prima d'ora mi era accaduto di amare realmente qualcuno che ne abbia fatto parte, di coglierne l'essenza dell'uomo prima che del professionista, permeandola dentro di me.

Max Allegri è arrivato tra lo scetticismo generale, anche il mio: del resto, quello che fino a due giorni prima avevamo considerato un nostro inamovibile simbolo, ci aveva tradito senza remore, sbattendoci la porta in faccia con lo stesso sprezzo con cui indossando la nostra maglia e sedendo sulla nostra panchina sino a lì aveva affrontato gli avversari, facendoci apparire ebbri di forza e di potere.
Improvvisamente ci siamo sentiti orfani, traditi e sanguinanti e la società non era apparsa in grado di tranquillizzarci con la scelta del successore, Massimiliano Allegri, un personaggio completamente opposto rispetto al leccese, asciutto, disincantato, quasi asettico.

Ma già il giorno della conferenza di presentazione (16 luglio 2014, come dimenticarlo?) mi avevano colpito le sue parole, pronunciate con garbo e fierezza, umiltà e tanta, tanta educazione: "Capisco lo scetticismo dei tifosi; cercherò di conquistarli con il lavoro, il rispetto e i risultati".
E' stato esattamente così.

Ben presto ho cominciato a seguirlo con insolita attenzione (normalmente dedicata ai giocatori più che ai tecnici) ed ogni intervista, ogni dichiarazione mai mi lasciava indifferente, cogliendone sempre qualcosa di interessante ed originale, da cui sistematicamente, al di là dei diversi contenuti, trapelava vera juventinità, nel senso di classe e stile che "o ce l'hai o non ce l'hai!". E Massimiliano Allegri li ha!

Allora mi sono ricordata di quanto mi piacesse quando allenava il Cagliari, opinione poi prevaricata per amor di bandiera dalla rivalità dei suoi trascorsi al Milan, quando uno strappo allora arrogantemente da noi brandito come mero "episodio", aveva sottratto in nostro favore il secondo scudetto consecutivo del livornese alla guida dei rossoneri.

Il resto è storia. I risultati ottenuti sulla nostra panchina in questi meravigliosi ed ineguagliabili 5 anni sono scritti e resteranno per sempre scolpiti nella memoria del calcio.
In me però resteranno ancora di più i gesti nascosti di Max, le fughe dal campo qualche secondo prima del fischio finale per lasciare la scena ai suoi ragazzi, la modestia mai stucchevole, sempre autentica e reale ("Prima di tutto c'è da fare i complimenti a' ragazzi..."), le arringhe in difesa della squadra e della società, l'essersi schierato sempre in prima linea, mai nascondendosi, accettando il confronto spesso miope per la faziosità e l'incompetenza degli interlocutori. Grazie a lui ho imparato a conoscere la filosofia di Livorno e dei livornesi, apprezzandone la scansonatezza, l'autoironia, la semplice maestosità dell'umorismo vero (ah ne fosse più pieno il mondo...); con lui ho anche conosciuto il personaggio Ambra, svestendola della corazza che lei stessa spesso indossa tanto coriacemente, ma che in realtà nasconde una sensibilità e spessore morale di rara intensità.

Da quando ho appreso la notizia dell'esonero, la Juventus per me non è più la stessa: certo, presto gli eventi quotidiani prenderanno il sopravvento e sicuramente la seguirò ancora con passione e trasporto, frequenterò lo Stadium e intonerò inni e cori; ma lo stesso farò con lui, ovunque andrà, chiunque allenerà, perché il suo modo di vivere il calcio e di trasmetterlo è diventato parte inscindibile di me, che va oltre la bandiera che mi avvolge.

E nella mia sete di favole a lieto fine, già sogno il giorno in cui Massimiliano Allegri tornerà da noi, perché so che nonostante il trattamento subito e l'irriconoscenza palesata nei suoi confronti, non ci dirà di no, da grande nobiluomo, da vero cavaliere e indomabile condottiero, DA AUTENTICO JUVENTINO, quale lui sì che è.

Grazie di tutto Mister e arrivederci a presto.