Caro calcio, ti scrivo queste righe per dirti che oggi come ieri mi hai molto deluso.
In questi giorni in un altro articolo sempre su questa rubrica, non ero stato tanto benevolo nei tuoi confronti, a causa del ritardo della ripartenza e delle modalità del campionato, oggi non lo sarò altrettanto.
Da quando è cominciata questa pandemia tutto molto in fretta è accaduto, e non è stato facile prendere alcune decisioni.
Sicuramente non sei stato aiutato dallo Stato, che era impreparato su tante cose e non ha saputo dare risposte in tanti ambiti, figuriamoci nello sport.
Tu da solo hai cercato di dare risposte a un movimento che piano piano si stava sfaldando dall'interno, a causa dei protagonismi di alcuni che cercavano di prevalere su altri.
In tutto questo sai cosa è successo caro mio amato sport, che molte persone hanno perso il lavoro e molti ahimè la vita... anziani e non.
​Ma in tutto questo chi ha perso più di tutti sai chi sono state? Le donne!
Sì proprio loro, che vedendosi chiuse tutte le strutture per il loro figli (scuole e asili su tutti) sono dovute rientrare a casa per accudire i loro pargoli.
Perché di che se ne dica sono sempre le mamme in primis che accorrono verso i propri figli, e molte di queste il lavoro alla fine lo hanno perso con tutti i suoi annessi.
Mi sembra  di esser tornato alle storie delle nonne e delle mamme che negli anni 70/80 dovevano sgomitare più del dovuto, per aver riconosciuto il sacro diritto al lavoro alle stesse condizioni di noi maschietti.
Dove chi aveva dei figli piccoli o "addirittura" era in attesa di averli era vista come un'appestata.
Ci sono voluti anni prima che qualcosa si smuovesse, lotte e manifestazioni per aver qualche diritto in più.
Ed ecco l'occasione servita su un piatto d'argento. Potevi dar loro le stesse possibilità di riprendere ciò che amano di più con le stesse possibilità date agli uomini.
E invece no.
Perché era troppo bello per essere vero, potevi dimostrare a una gran parte della società che aveva visto la riapertura del calcio come una cosa da privilegiati, che almeno tu non discrimini nessuno.

Io quest'anno ho avuto modo di apprezzare il calcio femminile, avendolo seguito di più rispetto agli anni precedenti, e devo dirti che mi sono divertito parecchio.
Ho visto in queste "lavoratrici" a tratti più passione che nei colleghi di sesso maschile, forse perché credono che devono dimostrare qualcosa. No, non devono dimostrare nulla. La loro passione parla per loro.
In tutte queste riunioni fiume che hai fatto, non hai trovato il tempo per loro, che quest'anno ci hanno regalato un campionato appassionante, con verdetti ancora da decidere.
Mancava poco alla fine del loro campionato e giocando più partite in una settimana, in meno di un mese avrebbero finito al meglio quello che avevano cominciato.
Il problema è stato che hanno preteso le stesse condizioni che erano state date ai loro colleghi, ma che fa scherziamo? Non sia mai.
E allora loro hanno detto No. E hanno fatto bene a mio avviso. Anzi colgo in chiusura l'occasione io di fargli un augurio.
Il mio augurio è che voi il prossimo anno possiate regalarci le stesse emozioni di questa stagione, e che vi sia riconosciuto il giusto premio per il vostro "lavoro" e passione.
Anzi, mi avete dato ancora una speranza per un mondo che si crede emancipato, ma non lo è.
La speranza è quella di vedere donne che non abbassano la testa e sanno dire ancora no alle ingiustizie.