Caro Paul, ieri è stato un giorno difficile per tutti quelli che, come me, coltivava ancora la speranza di una tua permanenza. Non voglio ora mettermi a far alcun melodramma napoletano (di quelli seri, non di quelli che augurano infortuni gravi), loro sono più passionali, noi sabaudi più composti. È un fatto di esternazione però, perché la sostanza è pressoché la stessa. É difficile dire che sia un addio a cuor leggero per più motivi: 1- Sei un giocatore unico, irripetibile, straordinariamente inimitabile. Hai letteralmente inventato un nuovo modello di centrocampista, e lo hai fatto subito, a 19 anni, a quel Trofeo Berlusconi che nessuno dimentica. Un mio amico milanista disse: "Vale da solo il prezzo del biglietto". Rimpiazzare Paul Pogba è letteralmente impossibile. 2- Sei arrivato come uno sconosciuto, rinnegato da un club che non ha creduto in te. Ti abbiamo coccolato, perdonato leziosismi, e abbiamo esaltato le tue giocate. Abbiamo sempre sostenuto che fossi di un'altra categoria sin dall'inizio, anche quando eri partito male quest'anno. Eri sempre il nostro gioiello, in ogni momento. 3- La maglia numero 10, che tu l'abbia voluta o accettata, l'hai presa, e sapevi che sarebbe significato qualcosa d'importante. Non che dovessi prevedere un'offerta simile, ma saresti dovuto essere disposto, nel momento del sì alla 10, a sapere che avresti declinato anche in futuro, almeno per un po', non certo per un solo anno. 4- Se fossi andato al Real Madrid avremmo capito un po' tutti. Certo, la Juve si sta attrezzando per vincere la Champions (forse è già pronta per aspirarci), ma se fossi andato in quella squadra, i Galacticos, avremmo capito che oltre ai soldi c'era aspirazione, la voglia di essere in una squadra già pronta per quell'obiettivo, il tuo idolo Zidane ad allenarti. Invece torni nel club che non ha creduto in te, con un allenatore che raramente esalta i campioni e che raramente ha un buon rapporto con loro (Inter a parte, probabilmente l'unico caso; Real docet), in una squadra che da quando é orfana di Sir. Alex è nella totale confusione, che spende cifre folli per arrivare dietro a tutti, e che non giocherà nemmeno l'Europa che conta. Sono però curioso di sentire le tue, di parole. Magari spiegherai perché hai risposto sì alla domanda sulla tua permanenza, quando avresti potuto eluderla. Magari spiegherai perché hai scelto di giocare in una squadra inferiore, che ti ha scartato, lasciando la squadra che ha creduto in te, senza neanche la motivazione legittima di voler vincere di più. Quest'anno la Premier, vedrai, la vincerà Conte, alla peggio sentirai festeggiamenti in città perché il Manchester, City però, ha vinto grazie alle idee di Pep. Ma queste sono previsioni, quel che é certo é che la Champions non la potrai neanche giocare. Forse spiegherai il perché di questa scelta, e io non posso che augurarti altro che bene, una carriera gloriosa com'é nelle tue corde. Solo che poteva finire meglio, molto meglio. Dietro questo good luck si nasconde un mare di delusione, non di dispiacere come sarebbe stato per un trasferimento al Real, per fare un esempio. Spero che in conferenza stampa dirai qualcosa di forte e di vero, e che ci sia altro dietro ai soldi, sennò probabilmente a quel Trofeo Berlusconi ci sbagliammo tutti: campioni lo si è anche e soprattutto nella testa. Voglio sperare che tu dimostrerai di esserlo, sarebbe frustrante aver creduto tanto in chi poi si è dimostrato non all'altezza. Grazie comunque, dal cuore, per averci fatto divertire ed esaltare ogni domenica; al di là di tutto é stato un privilegio ed una goduria vederti allo Stadium. Con gratitudine ed una enorme delusione, Good Luck Paul!