Ti guardavo palleggiare con leggerezza e noncuranza, tenevi il pallone per aria, con quelle gambette snelle che avevi, senza farlo mai cadere a terra e al momento che ritenevi buono... calciavi e ce lo tiravi addosso per scherzo, monello com'eri. 
Qualche volta ci facevi anche arrabbiare, noi dello staff che stavamo ai bordi del campo, ma pure in quei tiri scherzosamente dispettosi c'era qualcosa di attraente: il pallone viaggiava dritto, pulito, un calcio potente e preciso per un bambino di dodici anni. 

Papà Igor si allenava nel campo, tranquillo del tuo scorazzare protetto, nello stadio di Massa. 
A pochi anni di distanza, sei già famoso ed hai esordito in Champions League, nientedimeno che al Santiago Bernabeu.
Ti confesso che quella sera mi sono un pochino commosso, ripensando ai pomeriggi di quella stagione vincente.
Ero felice per te e per Igor pensando alla soddisfazione che doveva provare a vederti correre su quel campo leggendario con indosso la maglia di una grande squadra.
Soddisfazione che merita in pieno; lui che in campo era un combattente vero, un trascinatore per tutto il gruppo, un centravanti tosto che intimoriva i difensori avversari.

Nella tarda primavera di quella stagione 2011-2012, ci giocavamo i play off nazionali di Eccellenza per raggiungere quella promozione in serie D che inseguivamo ormai da tre anni.
Igor era afflitto da una dolorosa tallonite che gli impediva di allenarsi regolarmente e tutte le domeniche, per consentirgli di giocare, gli praticavamo le altrettanto dolorose infiltrazioni di anestetico locale sotto il tallone. Ma lui stringeva i denti, soffriva e tirava avanti, andava in campo e lottava come un leone in quella interminabile sequenza di partite che ci portò all' infuocata finale di andata ad Olbia dove  segnò un gol di straordinaria potenza. Quel gol ci consentì di contenere la sconfitta sul 2 a 1 che lasciava aperte le speranze per la gara di ritorno a Massa quattro giorni dopo.

Il 17 giugno 2012, a Massa, ancora dolore, ancora infiltrazione, ma Zaniolo di nuovo in campo a trascinare la squadra... segna ancora e vinciamo 3 a 0, braccia al cielo e soddisfazione indimenticabile, di quelle che solo noi gente di calcio possiamo capire. 

Ti ho raccontato questa piccola storia di calcio per farti un auspicio Nicolò: per la stima e l'affetto che nutro per tuo padre ti auguro che insieme alle grandi doti tecniche e fisiche che già possiedi, tu possa avere il carattere, la grinta e il carisma di papà Igor. 

Allora sì, ne sono sicuro, sarai un grande campione!