L'Italia è stata impegnata in una amichevole contro la Francia, che è una delle nazionali più forti del mondo, ed è stata sconfitta per 3 a 1. I marcatori sono stati Umtiti per la Francia, raddoppio di Griezmann per i transalpini, poi nella ripresa il capitano della nazionale e del Milan, Bonucci, accorcia le distanze per l'Italia, e alla fine Osumane Dembèlè fa il terzo gol per la Francia con un tiro a giro che ha ricordato molto i classici gol di Roberto Baggio e Alessandro Del Piero. Altri tempi e altri calciatori italiani, ma ci arriveremo...

Tornando un attimo alla partita degli azzurri di Roberto Mancini, non c'è da fare nessuna critica eccessiva per questo nuovo corso appena iniziato. La Francia ha una squadra altamente competitiva, molti dei suoi calciatori giocano in top club europei e hanno più esperienza internazionale dei nostri azzurri, e soprattutto sono più validi. Da segnalare, anche se ha subito tre reti, la buona prova del portiere Sirigu. 

Tuttavia resto molto ottimista per questo nuovo corso 'manciniano'. Dopo aver toccato il fondo con Ventura, più in basso di così non si puo' andare, per cui resto convinto che Mancini saprà dare una nuova dignità agli azzurri, pur non avendo un grosso materiale umano a disposizione, come invece avevamo nel 2006, quando vincemmo la coppa del mondo, o all'epoca di Roberto Baggio e Alessandro Del Piero, che faceva parte di quell'Italia del 2006.

E questa poca competitività dei nostri calciatori nostrani di questa epoca, deriva dalla poca qualita' tecnica e dal fatto che vengono allenati male. Non vengono formati bene e non si sta attenti ai dettagli. Non vengono allenati bene sia tatticamente, come una volta, e nella tecnica individuale, nel sapersi disimpegnare in un certo modo con la palla, anche controllandola in velocità e nel dribbling. I nostri calciatori non sono smaliziati e non hanno personalità. In qualsiasi giocata, nell'uscire palla al piede, nel saltare l'uomo, nel tentare dei dribbling per creare superiorità numerica, nel calciare, non sono competitivi e bravi nel fare queste giocate.

Perché i francesi riescono a tirare fuori così tanti talenti competitivi e noi no? Certo, si dirà che l'Erba del vicino è sempre più verde, ma in questo caso non è un cercare la pagliuzza nell'occhio dell'altro, ma è davvero così. Gli altri, in questo caso i francesi, hanno l'Erba più verde di noi. Si ha la sensazioni che i nostri calciatori vengono preparati e allenati male nelle giovanili, vengono formati male. Gli altri, porto l'esempio sempre dei francesi, ma potrei dire anche lo stesso dei calciatori spagnoli, tedeschi, brasiliani o argentini, hanno un altro passo, un' altra gamba, insomma sono più bravi nel giocare a calcio. Sono di un altro livello, a livello di qualità tecnica, nelle giocate individuali, nel cross, nel saltare l'uomo, sembrano di un' altra categoria, nettamente superiore alla nostra. E questo lo si nota nei calciatori offensivi specialmente, nei centrocampisti, anche nei terzini e ovviamente nelle punte e negli esterni d'attacco. Ci sono delle eccezioni che confermano la regola, ma sono al massimo buoni calciatori. Un Lorenzo Insigne non vale un Mbappè, un Balotelli non vale un Lacazette o un Benzema e un Verratti o un Jorginho non vale un Ceballos, tanto per citare un calciatore spagnolo. Gli stessi Barella o Baselli vengono valutati più di Ceballos, e non hanno nemmeno la sua esperienza internazionale. È la dimostrazione che abbiamo giocatori normali che sopravvalutiamo.

Nei difensori e nei portieri stiamo migliorando. Ci sono elementi competitivi, di personalità e smaliziati come Romagnoli e Caldara, ma anche i portieri come Perin, Gigio Donnarumma, Meret o lo stesso Sirigu. L'importante è che si torni ad insegnare a marcare anche a uomo e non solo a zona. Poi se ai difensori si vuole insegnare anche a calciare bene la palla e ad uscire bene con il pallone, ben venga, ma non bisogna dimenticare la base principale, ovvero insegnare a difendere, a fare il fuorigioco, la diagonale, a scalare e a salire bene, a marcare bene, ad anticipare e a togliere la palla all'avversario. Anche insegnare la duttilità, a ricoprire bene più ruoli e in più moduli, può essere un fattore molto positivo. Sapersi destreggiare bene in più situazioni insomma. E per quanto riguarda in particolar modo i calciatori offensivi, penso che possa essere molto utile insegnare a calciare con entrambi i piedi, e a saper giocare la palla con entrambi i piedi. Può essere utile per acquisire imprevedibilità nelle giocate.

Tornando ai difensori, penso che Alessio Romagnoli e Mattia Caldara siano la dimostrazione che anche noi possiamo tirare fuori elementi di personalità e che sanno essere subito competitivi e smaliziati. E a proposito di Alessio Romagnoli, volevo soffermarmi su un calciatore naturalizzato francese e che gioca per la Francia e che possiamo definire l'Alessio Romagnoli francese, ovvero Samuel Umtiti.

Samuel Umtiti è un difensore che migliora di partita in partita. Per chi non lo conoscesse faccio una breve descrizione di lui.

Samuel Umtiti nasce in Camerun a Yaoundé  il 14 novembre del 1993. È un difensore centrale naturalizzato francese, che gioca per la nazionale transalpina. Mancino, può giocare anche terzino sinistro. Può giocare anche nel centro destra della difesa, oltre che nel centro sinistra della difesa. Veloce, bravo nell'anticipo e nei contrasti, e molto bravo anche a disimpegnarsi con la palla, eseguendo sempre dei passaggi palla a terra sempre molto precisi. Sente l'uomo, forte fisicamente, elegante nel giocare e nell'uscire palla al piede, è anche dotato di una buona tecnica. Speriamo che anche noi possiamo tirare fuori tanti Umtiti, non solo in difesa, ma anche per quanto riguarda i calciatori offensivi, il nostro tallone d'Achille. Gli altri, quelli che hanno l'erba più verde, ne tirano fuori davvero tanti di calciatori competitivi in questi ruoli. Speriamo che anche la nostra erba in futuro sia così verde come la loro.