Scritto con la mia fidanzata Alice

Ogni anno ha la sua telenovela, e il 2019 non sarà da meno: se due anni fa noi milanisti abbiamo vissuto il thriller-comico “Donnarumma e il rinnovo perduto”, l’estate 2018 si potrebbe definire come “Il sogno erotico di ogni juventino”: come d’altronde chiamare un film dove la Vecchia Signora attira con il suo fascino da felino navigato giocatori del calibro di Emre Can, Joao Cancelo e per ultimo, ma non per questo meno importante (anzi!), Cristiano Ronaldo. Proprio quest’ultimo ha rappresentato la nuova (o vecchia?) speranza dei tifosi bianconeri, reduci da annate straordinarie in Italia, ma da pessime gite fuori porta. O meglio, nemmeno tanto pessime ragionando su canoni universali, quanto per quello che ci si aspettava da una società che aveva speso molti soldi per costruire un organico solido e vincente. Ma anche quest’anno il sogno si è tramutato in incubo: semplicemente, comprare il giocatore che l’anno prima ti ha estromesso dalla Champions non è la tecnica vincente. Quindi compriamo De Ligt! Oltre alle prese in giro, vorrei sottolineare come la tifoseria, dopo annate offuscate dalle “quasi vittorie europee” si sia svegliata e abbia cominciato a vedere al di fuori dei propri interessi e dei propri confini, geografici e soprattutto mentali. La famosa frase “conta solo vincere” quest’anno è stata definitivamente sfatata: mi dispiace Dio Ibra, non me ne voglia la tua saggezza e onnipotenza, ma capita a tutti di sbagliare. Come mai le quattro semifinaliste propongono un gioco veramente di livello, nonostante oggettivamente non siano le compagini più forti d’Europa? Ovviamente avrebbe meritato di esserci anche il Manchester City, ma per una serie di sfortunate coincidenze astrali (o semplicemente grazie al VAR), la squadra di Guardiola si dovrà accontentare di guardare la partita da casa. Se ciò non facesse male all’orgoglio citizen. E quest’anno la telenovela sarà: quale squadra avrà l’onore di essere allenata da Conte? Un viaggio per I ristoranti-squadre ci porterà ad analizzare le volontà del tecnico, che oggi corrispondono a un alto ingaggio e ad un progetto assicurato.

Questa lunga premessa è servita a giustificare I rumors che aleggiano su un possibile trasferimento di Conte alla Juventus, che ad oggi, tuttavia, sono quasi completamente scemati, sia per volontà di Allegri, intenzionato a far durare il matrimonio con la Vecchia Signora almeno un anno in più, sia per volontà dello stesso Antonio, che si dice abbia già stretto una sorta di pre-contratto con la società nerazzurra. Ebbene, anche se ad oggi le possibilità di rivederlo con la maglia bianconera siano ridotte al lumicino (ma se, miei cari juventini, sapete resistere 20 anni senza Champions, vivendo nella speranza effimera come la vita, non ci saranno problemi ad attendere, invano, il nostro Antonino), possiamo immaginare che con il suo arrivo a Torino gli ingredienti cambierebbero poco: in porta giocherebbe sempre la vodka Sczcesny, che in questa stagione ha dimostrato di essere completamente maturato, mentre quasi sicuramente rivedremmo una difesa a tre, con il duo di formaggi stagionati Chiellini-Bonucci completato da un top in difesa (potrebbe essere De Ligt nelle ipotesi migliori, oppure Ruben Dias), con Rugani in panchina o ad alternarsi con il terzo di difesa più giovane, per permettere un crescita più graduale. Sulle fascie Cancelo a destra e Spinazzola a sinistra, mentre il centrocampo rimarrebbe quello attuale, fisico e tecnico, molto pesante, magari alleggerito dall’innesto di un tacchino Joao Felix. In attacco partirebbero Higuain, Dybala e Douglas Costa, ovvero il trittico del Sud America, che potrebbero garantire l’acquisto della punta voluta da Conte, Romelu Lukaku. Ovviamente tutto ciò si avvererà difficilmente, ma la speranza è l’ultima a morire. Anche se la pasta Bianconera con salsa Conte saprebbe di cotto al dente e poi riscaldato. Nah, lui cerca un ristorante da 1000 euro dove si paga 5000 euro.

Quindi l’epopea di Conte prosegue, alla ricerca della terra fertile dove cominciare un ciclo duraturo e vincente, e il nostro tecnico si ferma per riposarsi a Roma, dalla Lupa: il piatto del giorno offre un ricco contratto, ma una rosa completamente da rifare e con pochi soldi, oltre ad una piazza bollente pronta a mandarti via alla tua prima difficoltà. Insomma, una sfida degna del tecnico Conte, che ricordiamo tutti schierare agli Europei 2014 il mitico trio offensivo Giaccherini-Eder-Pellè, con risultati ben al di sopra delle aspettative di tutti noi. Ebbene, nonostante le prerogative vi siano tutte, il piatto avrebbe un non so che di pomposo alla vista, ma pessimo al gusto: una specie di surrogato di calcio. Possibile? Non lo so, ma non di sicuro gustoso. Ipotesi scartata. Per non parlare dello chef Pallotta che invece di preparare la Carbonara con il guanciale la preparerebbe con la pancetta...ah, vai avanti Antonio!

Conte prosegue il suo viaggio per Roma, arrivando alla taverna Lotito, vicina, quasi condivisa con la Lupa: appena il patron dice che il piatto costa 1000, Conte annuisce ma vuole il contratto. Lui paga 1000, ma riceve 5000. Il proprietario non ci sta, ma invece che ribadire la sua posizione butta fuori a calci nel sedere l’allenatore, dopo un sonoro “Io c’ho Inzaghi, Milinkovic e Luis Alberto, e mi bastano!”. Per quanto non si sa, ma da Lotito un giocatore via al giorno toglie l’allenatore di torno (Bielsa insegna). Per la scarsa ospitalità ricevuta, il nostro Antonio, con il sedere ancora indolenzito (almeno Lotito sa giocare a pallone), si dirige verso Napoli, cercando quell’ospitalità tipica della città partenopea. Arriva ad un pizzeria all’apparenza tipica, ma appena entra, nota decine di poster di cinepanettoni appesi sulle pareti: diciamo che al 12 maggio ciò non è il massimo, quindi decide di uscire, quando il proprietario, De Laurentiis, lo intravede e, chiamandolo a gran voce, lo invita a sedersi. Offre lui, per questa volta. Dopo aver mangiato, Conte si avvicina alla porta, e De Laurentiis prova a proporre un contratto in extremis, facendo leva sull’offerta di prima. Il tecnico declina gentilmente l’offerta e fugge a gambe levate, prima di essere preso dal proprietario. Ma tanto c’è sempre il caposala Ancelotti a dirigere le operazioni, pensa Aurelio. La qualità degli ingredienti può essere scarsa, ma almeno l’apparenza è ottima. L’importante è guadagnare, fans!

“E io che pensavo di essere ospitato! Tsk...povera Italia!” arrivando a Milano con l’autostop Mercedes-Audi-Bmw (e una Ferrari), perchè Fiat ricorda troppo Torino ed è un auto da 10 euro, Conte viene subito attirato dal fast-food Elio&tt, nuova catena americana che ha fatto rinascere un vecchio ristorante italo-cinese. Il capo filiale Scaroni, utile quanto un posacenere nella stanza per non fumatori, sta leggendo il Sole 24 Ore e pensando a cosa fare dopo questo impiego temporaneo, se continuare o se darsi ai campionati nazionali di bocce. I capisala e anche capicucina Leonardo e Gazidis stanno litigando in inglese, insultandosi in brasiliano e greco. I camerieri, seguiti dall’esperto Gattuso, cercando di fare ciò che riescono, mentre il gran presidente Singer è in America a contare I milioni in banca. Conte intravede la possibilità di costruire, ma lui non è un carpentiere. Arriva una chiamata. “Buongiorno Signor Conte, sono la segretaria personale del gran presidente. Stando alle immagini fotografiche lei al momento si trova nel nostro locale a Milan, e dal suo labiale si riesce a dedurre un “mannaggia che casino...però se pagano”. Saremmo interessati ad offrirle un contratto. Inoltre le clausole preved...” “...” “...”. La linea cade, mentre tutto nel ristorante procede com’era finito. Conte si allontana, osservando le pareti decorate dai gloriosi premi del passato. “Ah, io devo scrivere la storia, non riviverla...”

“Oh, cheffatica trovare un posto dove stare eh! A sto punto me ne torno in Inghilterra…”. Ma no, attraversando Milano in limousine (taaaaaaac!), come si addice a un cliente molto esigente, nota un ristorante italiano, Nelazzullo, e pensa subito al suo amico barese Massimo Nelazzullo, ma quando entra capisce tutto: il proprietario italiano è fallito ed il locale è stato acquistato dal grande maestro Suning, cinese ricchissimo. Ma il ristorante riflette ancora, quasi nella sua interezza, il gusto del primo proprietario, andando a creare un miscuglio che non si addice (e che non piace) ad un esperto come Antonio: persino il cameriere Zanetti è rimasto al suo posto, ma che presidente è mai questo! Tuttavia, avviandosi per uscire dal locale, ormai con un piede fuori dalla porta, si leva un grido potentissimo, un gong degno del più sperduto tempio orientale. È il richiamo del grande maestro. Antonio, ipnotizzato, si avvicina al tavolo, si accomoda, e il maestro comincia a parlare in cinese, scandendo con grande pathos le parole: ma il nostro Antonio non ci capisce nulla. Eppure, appena Suning tira fuori dalla manica il contratto, con annessi 5000 eulo, l’allenatore non ci pensa nemmeno. “Filmato contlatto!!!” sono le urla di gioia dei camerieri, che avranno un nuovo capo, che saprà farli rendere al meglio. Forse. Perchè anche Spalletti ci ha provato, ma I camerieri non hanno voluto. Ma il presidente plomette cambiamenti radicali e tanti soldi, se Antonio volesse. “Servizievoli questi!” dice il mister, che si accomoda al tavolo e lo rende di sua proprietà, disponendo gli schemi e gli allenamenti quotidiani per I suoi camerieri. “ Da domani si comincia a lavorare” pensa Antonio. “Io taglio la corda” pensa Icardi. “Soldi, soldi, Champions, soldi, Antonio, no soldi” pensa Suning.

Quindi niente Juventus, Lazio, Roma, Napoli o Milan, ma l’Inter sarà la prossima squadra di Antonio Conte, con mio grande dispiacere. Ma, allo stato attuale delle cose, bisogna prima mettere a posto la questione societaria, poi si potrà pensare a quella della panchina. Gattuso, con tutto quello che ha vissuto, non ha assolutamente demeritato, anzi. Per la sua esperienza (nulla) si è dimostrato un gran tecnico. Con buona pace di chi lo critica. E che vittoria ieri! Attenta Inter, Conte arriva, con la Champions, ma senza vedrai I soldini che spenderai...l’epopea di Conte è al capolinea. Che magari fra qualche millennio non faccia la fine di quella di Gilgamesh? Sperando che non cucinino mai pasta alla salsa Conte. Agghiacciante!