14 luglio 2017, Bonucci si trasferisce dalla Juventus al Milan tra l'euforia dei tifosi milanisti, convinti di aver strappato una pedina fondamentale alla Juventus per la vittoria del campionato e tra i sorrisoni del duo Mirabelli-Fassone che in quei giorni sembravano avere le carte in tavola per comprare chiunque.

Ed infatti avviano una campagna acquisti da record, comprando molti giocatori, con la speranza di arrivare lassù in cima alla classifica o perlomeno tra le prime 4. Si comincia subito con un'amichevole con il Bayern Monaco vinta per 4 a 0 che fa gridare tutta la tifoseria rossonera allo scudetto, e i dirigenti milanisti non sono da meno, cominciando a caricare di aspettative tutto il popolo rossonero con frasi oramai divenute celebri come "passiamo alle cose formali" pronunciata da Fassone in diverse situazioni.

Eppure sappiamo tutti come è andata a finire, e tornando indietro si comprende come proprio le imposizioni proposte dai due dirigenti siano la causa della disfatta rossonera, che è riuscita ad ottenere la qualificazione all'Europa League, rischiando di perderla proprio per la scellerata campagna acquisti condotta dalla coppia dei sogni.
Un'imposizione fallimentare è stata proprio quella di mettere Bonucci al centro del progetto, neoarrivato e con un passato Juventino, dandogli uno stipendio di circa 9 milioni netti e la fascia da capitano. Ma si capisce subito che il povero difensore non era sicuramente la persona più indicata per riaccendere il fuoco del diavolo rossonero, e già alla terza giornata Bonucci ubriacato e umiliato da Immobile nel secco 4-1 rifilato dalla Lazio inizia a sgretolare il castello di sabbia costruito da Starsky e Hutch.

Leonardo in soli dieci giorni di lavoro ha fatto tornare il Milan a condurre una trattativa in maniera seria e pacata e con lo stile che contraddistingue la società rossonera, senza troppe chiacchiere si è assicurata sia Higuain che Caldara, e si è tolto il peso dell'ingaggio ultramilionario di Bonucci, che vedrà proprio una riduzione del suo stipendio nel ritorno alla Juventus.
Le trattative avviate per Bernard e per Perotti in cui è coinvolto anche Suso fanno capire che lo spirito del diavolo rossonero sta tornando, si parla poco e si ottengono i fatti.
Fassone è stato licenziato dopo aver già lavorato per Juventus e Inter con scarsissimi risultati, pertanto appare inevitabile un periodo per lui lontano dalle grandi squadre.
Quanto a Mirabelli, la sua scarsa capacità di gestire situazioni complesse come ad esempio il rinnovo di contratto di Donnarumma hanno evidenziato i limiti come direttore sportivo.

Leonardo saprà dare nuova linfa al mercato rossonero e soprattutto saprà finalmente restituire alla società rossonera lo stile che gli compete e non lo stile Bar Sport che aveva raggiunto lo scorso anno.