La Juventus non demorde e, nonostante l’esito negativo di tutti i precedenti, presenta un nuovo ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni, basandolo, alla luce di anticipazioni giornalistiche, su aspetti squisitamente procedurali (decadenza dei giudici della Corte d’Appello, che aveva deciso per l’inammissibilità del ricorso, per effetto dell’entrata in vigore, nel frattempo, del nuovo codice).

A questo punto potrebbe essere opportuna una riflessione sulle motivazioni, che spingono il Vertice della Società (alias Andrea Agnelli) ad insistere sulla promozione di iniziative giudiziali che, stante i numerosi precedenti, rischiano di rivelarsi totalmente infruttuose e di (continuare a) generare (ma questo è francamente il meno) addirittura lo scherno da parte delle masse del web e di qualche improbabile opinionista schierato, che continuano a ripetere il solito Mantra: “La Juventus non accetta le sentenze”

Cerchiamo di fare preliminarmente chiarezza.

In primo luogo, non è vero che la Juventus non accetta le sentenze, tanto è vero che ha disputato un campionato di serie B con penalizzazione, per effetto della sentenza di condanna del 2006. Piuttosto, come un qualsiasi altro soggetto, che vive in un Paese civile, ricorre – laddove il diritto lo consente - contro le sentenze che ritiene (a torto o a ragione) ingiuste.

L’ultimo ricorso, come i precedenti, si fonda sostanzialmente sulla richiesta di revoca dell’assegnazione all’Inter dello scudetto 2005/2006 e, ad oggi, nessun organo è stato mai in grado di affrontare nel merito la questione, in quanto tutti i ricorsi sono stati respinti per temi procedurali, quali “improcedibilità”; “inammissibilità” o “incompatibilità”.

Tentiamo quindi di comprendere quali possano essere le ragioni di tale ostinazione, che rischia realmente di essere un’impresa donchisciottesca.

Variopinti commentatori, quando dissertano in proposito, omettono di rammentare i fatti, che potrebbero far comprendere quali siano le ragioni di merito. Si omette infatti di ricordare la c.d. “Calciopoli bis”, ovvero che:

 

  1. per effetto di nuove intercettazioni emerse in sede di processo penale a Napoli e considerate non rilevanti nel processo sportivo del 2006, il procuratore federale Palazzi (lo stesso che contestò l’illecito sportivo alla Juventus), intraprese nel 2010/2011 un nuovo filone di indagini;
  2. alla luce dei nuovi elementi la Juventus presentò nel maggio 2010 un'istanza agli organi sportivi per chiedere la revisione della decisione di assegnare il titolo di campione d'Italia 2005-2006 all'Inter e pertanto la revoca della medesima assegnazione;
  3. nel luglio 2011 fu resa pubblica la relazione del procuratore Palazzi che, tra le altre squadre coinvolte (e diverse rispetto a quelle del 2006) contestò all’Inter (in persona del compianto Giacinto Facchetti, nel frattempo deceduto e dell’azionista di riferimento Moratti) condotte riguardanti la violazione degli artt. 1 e 6 del Codice di Giustizia Sportiva (gli stessi articoli contestati all’epoca alla Juventus), “in quanto dirette ad assicurare un vantaggio in classifica mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale” Tuttavia Palazzi contestualmente rilevò la sopraggiunta prescrizione di tutte le violazioni contestate ai dirigenti dell'Inter (e ai dirigenti delle altre squadre)
  4. Per effetto della prescrizione, sempre nel luglio 2011, fu respinta dal Consiglio della FIGC l’istanza della Juventus. Ciononostante, il Presidente del Consiglio della FIGC, Abete dichiarò pubblicamente che avrebbe preferito vedere l'Inter rinunciare alla prescrizione, ribadendo quanto già espresso in proposito da Palazzi nella sua relazione.
  5. L’Inter non ha mai rinunciato ai benefici della prescrizione

 

Tenuto conto dei fatti sopra esposti, si può tentare di  ipotizzare che i reiterati ricorsi della Juventus si basino sulle seguenti motivazioni (elencate non in ordine di importanza e magari da valutare anche in concorso fra loro, in quanto a tutte annetto pari dignità):

  • per una par condicio in termini di giustizia?: come è possibile che possa essere assegnato all’Inter uno scudetto, tenuto conto che solo l’intervenuta prescrizione ne ha impedito la certa condanna? Perché l’Inter Morattiana non ha rinunciato – come richiesto dallo stesso Palazzi e dalla FIGC – ai benefici della prescrizione e non ha quindi affrontato il processo, rispetto al quale i “capi d’imputazione” sarebbero stati esattamente gli stessi di quelli contestati alla Juventus? Anzi, Moratti ha continuato a dichiarare la specchiata moralità dell’Inter!!!???. E’ su questa motivazione che fanno appello i milioni di tifosi juventini, che oltre alla retrocessione in Serie B hanno dovuto pure subire la beffa di vedere assegnato uno scudetto (vinto sul campo) ad una compagine terza classificata e che successivamente si è scoperta processabile per gli stessi illeciti!!!??? E poi c’è ancora qualche tifoso interista (forse i più giovani) che si chiede come mai ci sia questo livore latente degli juventini (non più giovanissimi) rispetto all’Inter….;

 

  • per onorare la memoria paterna? E’ stato Umberto Agnelli, subentrando nel 1994 al fratello Giovanni , quale riferimento societario della Famiglia, a scegliere il binomio Giraudo-Moggi e ad imporre alla Società Juventus il finanziamento con mezzi propri. E’ stata una storia di successi, in quanto in 10 anni (sino al 2004, anno della sua scomparsa) la Juve ha vinto tutto ciò che era possibile vincere, in Italia e in Europa. Tenuto conto che molti pensano che il 2006 abbia solo rappresentato lo spartiacque tra calcio corrotto e calcio pulito e che quindi prima del 2006 tutta la credibilità del football nazionale fosse da mettere in discussione, è possibile ipotizzare che per Andrea Agnelli riuscire ad ottenere un segno tangibile (revoca scudetto) che dia evidenza concreta del coinvolgimento dell’Inter in un sistema di particolari rapporti con i designatori arbitrali, possa essere interpretata come una sorta di “riabilitazione” anche per i dirigenti che suo padre scelse per la guida del club e, quindi, indirettamente anche per la stessa figura paterna

 

  • per una questione di interessi economici? L’eventuale revoca dello scudetto 2005/2006 all’Inter potrebbe forse schiudere alla Juventus la possibilità di riproporre anche la richiesta di risarcimento danni milionaria nei confronti della FIGC (tenuto anche conto di quanto deciso in sede di giustizia ordinaria, circa l’estraneità del club alla vicenda)? A questo punto non si può escludere nulla, anche se alcuni eventi del passato farebbero presupporre la scarsa tenuta di tale motivazione. Infatti, alla fine del 2011, è stato proprio Andrea Agnelli a sollecitare il CONI affinché si facesse promotore di un tentativo di conciliazione generale e all’uopo fu convocato il c.d. “tavolo della pace” con i principali rappresentanti di tutte le maggiori squadre coinvolte (ovviamente Inter inclusa) ma l’unica riunione plenaria si risolse negativamente, in quanto tutte le parti rimasero sulle proprie posizioni.

 

Ferma l’oggettiva ricostruzione di sintesi dei fatti della c.d. “Calciopoli bis”, le mie sono solo considerazioni in libertà, che ho cercato di esprimere senza farmi coinvolgere troppo dalla mia passione bianconera.

Certo è che, per uno juventino della mia età, dimenticare ciò che accadde nel 2006 e negli anni seguenti sarà impossibile.
Occorrerà il passare degli anni e quindi delle generazioni, ma ora è una ferita ancora aperta e, se da una parte, ha esacerbato l’odio di mezza Italia nei confronti della Juventus; dall’altra ha contribuito a cementarne ancora di più l’attaccamento e l’amore per questa squadra da parte dell’Italia bianconera, perché “la Juventus è qualcosa di più di una squadra, non so dire cosa, ma sono orgoglioso di farne parte (Gaetano Scirea)”.