Gli Erinaceini, noti comunemente col nome di "ricci", sono tipici animali da bosco, quelli che il solo sentirli nominare ti porta in mente l'immagine delle foglie secche sul terreno. Queste piccole creature, così carine, eleganti, sono dotati di piccoli aculei, i quali vengono utilizzati come mezzo di difesa. In caso di pericolo, infatti, la loro strategia consiste nel chiudersi, nell' "appallottolarsi", e formare una piccola sfera di aculei, che fungono da difesa, appunto, per loro stessi e da offesa per lo sfortunato offensore, che, giunto al contatto, viene punto e costretto a desistere dall'attacco.

È nota a tutti l'espressione "chiudersi a riccio", la quale viene usualmente utilizzata per descrivere il comportamento di chi si ritrae in se stesso, si pone sulla difensiva, evitando di esternare i propri sentimenti, il proprio stato d'animo, le proprie sensazioni. Questa espressione e similitudine, è stata anche ripresa negli anni da grandi studiosi della psiche e da grandi scrittori, che basandosi su di essa, hanno dato vita ad opere di enorme valore intellettuale, come "L' eleganza del riccio" di Muriel Barbery, sorpresa editoriale della Francia del 2006. 

Oggi vorrei, invece, utilizzarla in maniera differente ed introdurla nel mondo calcistico, attribuendola al comportamento di una squadra in particolare, ovvero l'attuale Milan di Gattuso.

Le ultime partite giocate dalla squadra rossonera confermano una crescita costante, che sembra poter continuare ancora per molto e portare non solo al tanto proclamato posto in Champions, ma addirittura alla lotta per il terzo posto. Dopo un periodo negativo attraversato tra novembre e dicembre, la pausa post-Natale ha consegnato un Milan diverso, sia nel modo di interpretare le partite quanto nel carattere.  Il mercato ha portato due giocatori, Paquetá e Piatek, che sicuramente hanno un ruolo da protagonisti in questo cambiamento, basta pensare alle ultime due partite, in cui sono stati autori di assist e gol decisivi per i rispettivi risultati. Nonostante ciò vorrei concentrarmi su qualcosa che va oltre le novità apportate dal mercato.

Ho parlato in precedenza del riccio e dell'espressione che deriva dalla sua natura difensivistica. Ebbene, nel Milan attuale io intravedo la sua figura: quella sfera compatta che si difende ed attacca contemporaneamente. Potremmo descrivere la squadra come un riccio dotato di 11 aculei, dei quali alcuni hanno la funzione primaria di difenderne la parte debole, la parte carnosa dell'animale (che nella mia metafora corrisponde alla porta), ed altri, invece, fungono principalmente come arma d'offesa, per pungere, appunto, nel momento in cui anche l'altra squadra attacca. Proprio come questo elegante animale, quindi, in maniera compatta e organizzata, i giocatori formano una barriera quasi imperforabile (testimoniata anche dagli 8 clean sheet nelle ultime 13 partite). La difesa, capitanata da Alessio Romagnoli, si sta dimostrando partita dopo partita sempre più solida, con la figura del giovane capitano che acquista ogni giorno più autorità all'interno dello spogliatoio e alla faccia dei supporter rossoneri. Anche lo stesso Donnarumma, tanto criticato solo qualche mese addietro, sta ritornando ai livelli inizialmente ammirati, riconquistando la fiducia e il sostegno di tutti quei tifosi che dopo le ultime brutte faccende, lo avevano allontanato.  A questa fase di difesa, come detto, segue quella offensiva, dove i protagonisti sono l'indemoniato Patrick Cutrone (non per nulla rinominato "Pungiglione Cutrone" dal simpatico Pellegatti) ed il "PistoleroPiatek. Il tutto è reso armonioso e ben organizzato dalla fase di raccordo tra attacco e difesa gestita dai centrocampisti, tra i quali spiccano soprattutto il ritrovato Bakayoko e il nuovo innesto Paquetà, erroneamente accostato a Kakà, ma comunque valevole di considerazione e desideroso di mettersi in mostra.

Da questa serie organizzata di reparti, ne risulta un gioco compatto ma allo stesso tempo elegante. Un gioco in cui ogni calciatore conosce quasi alla perfezione il suo compito e il suo ruolo,  e che punta a stordire l'avversario affidandosi ad attacchi in ripartenza gestiti da terzini e mezzali dai piedi buoni. Un gioco che rispecchia il carattere forte del suo allenatore, che pare finalmente stia riuscendo a trovare quell'equilibrio che noi tutti tifosi rossoneri auspicavamo.