Devo ammetterlo, Inter-Juventus di questa sera è forse la gara che ho atteso di più e da tanti anni a questa parte, perfino più di una finale di Champions…
Aspetto questa partita, per meglio dire lo scontro tra Antonio Conte e la Juventus, da quella pazza estate di otto anni fa, quando il tecnico salentino di punto in bianco abbandonò la Juventus poco prima dell’inizio del campionato. Rimanemmo tutti basiti, increduli e spaventati. Andava via l’eroe della resurrezione bianconera, andava via in un momento delicatissimo della stagione e sbattendo la porta, lasciandoci tra mille dubbi e perplessità. Mai successa una cosa del genere alla Juventus ed ancora oggi non sono ancora molto chiari i motivi che portarono a quel clamoroso divorzio.
La Juventus da allora, guidata da Max Allegri, ha continuato a vincere e stravincere in campo nazionale e ottenendo ottimi risultati, anche a livello internazionale.
Conte nel frattempo, sia alla guida della nazionale italiana che alla guida del Chelsea, ha continuato a mostrare le sue grandissime doti di allenatore.
Curioso però come quest’uomo ovunque sia stato abbia sempre sollevato polveroni e polemiche. Perfino nella sua Lecce, o nei pochi mesi trascorsi a Bergamo guidando l’Atalanta, poi con l’addio alla Juventus e l’addio alla nazionale… e infine con le carte bollate al Chelsea…

I tifosi dell’Inter non me ne vogliano, ma questa attesa non è emozionante e stimolante perché ci si scontra con l’Inter finalmente capolista. I nerazzurri non preoccupano dai tempi dell’Inter euro mondiale di Angelo Moratti ed Helenio Herrera… Chi preoccupa e incuriosisce polemicamente è Antonio Conte sulla panchina nerazzurra e per la prima volta sulla strada della Juventus. 
Un figlio della Juventus, un uomo che conosce la vittoria e come conseguirla sul campo... Una costola juventina trapiantata sul petto dell’Inter per renderla finalmente squadra e vincente. Un uomo che ha scritto pagine importantissime della storia bianconera, che ha vissuto una gloriosa  carriera di calciatore con la casacca juventina in dosso ed è ha conseguito i primi grandissimi risultati come allenatore sedendo sulla panchina della Juventus. 
Un ’’figlio bianconero’’ che da molto tempo oramai si presenta a noi come un acerrimo nemico ma soprattutto come un estraneo.
Inter-Juventus non è derby d’Italia, non lo è da tantissimi anni. Conte non è il nostro capitano o la nostra bandiera, perché non abbiamo più 12 anni e abbiamo ben capito, e da tempo, che nel calcio come nella vita non esistono bandiere né capitani, ma solo professionisti che a torto o a ragione badano principalmente ai loro interessi e sono e solo tifosi di se stessi.
Così fan tutti alla faccia dei romanticoni e illusi, che vorrebbero anche per cazzimma impiantare in questo mondo il seme del sentimento a tutti i costi.
Così fa Conte, che indubbiamente non può aver dimenticato i suoi gloriosi trascorsi in maglia bianconera e che quindi non può non nutrire affetto e riconoscenza nei confronti di una società che lo ha lanciato nel mondo del professionista e ne ha fatto un uomo. Ma lui è un professionista e non guarda in faccia nessuno! Concetto questo che Conte ha tentato mille volte di ribadire e precisare a chiare lettere. Ha sempre sostenuto anche con la maglia bianconera in dosso, che lui avrebbe potuto allenare qualsiasi squadra, anche l’Inter…
Ancora oggi ribadisce il concetto a chi lo vorrebbe vittima sacrificale del sentimento, a chi lo vorrebbe statua bianconera a vita: lui diventa tifosissimo della squadra per cui gioca o che allena… E allenerebbe anche il diavolo! Significando principalmente che lui rimane e rimarrà sempre e principalmente tifoso di se stesso.

L’ego di Conte è smisurato, non accetta paragoni con Mourinho né con nessun altro e forse neanche con Dio.
Lavora come un forsennato, anche lui ha dimostrato più volte di poter resuscitare ed in brevissimo tempo anche i morti. Forse non ha grande fantasia o capacità tecnico/tattiche particolari. Ha grande carisma, forza assoluta, poche idee ma chiarissime fortissime e vincenti. Di questo ne va giustamente fiero e non permette che lo si possa confondere o paragonare con niente e con nessuno.
Capisco perfettamente il suo punto di vista...!
Io stesso juventino da sempre, se fossi un calciatore e dovessi giocare contro la mia squadra del cuore, farei di tutto, cosi come contro qualsiasi altra squadra, per batterla ed infilargli una tripletta.
Idem se  fossi un allenatore… Allenerei qualunque squadra che mi permettesse di sviluppare al meglio il mio lavoro, di affermarmi e di vincere.
Sono juventino e rimango juventino, ma davanti a tutto e a tutti metto me stesso, come è logico e naturale che sia. Nel frattempo tutte le squadre che avessi allenato o nelle quali avessi giocato rimarrebbero sicuramente e affettuosamente nel mio cuore. La Juventus avrebbe senz'altro un angolino dedicato a prescindere, ma davanti a tutto e a tutti ci avrei messo solo me stesso.
A fare irretire i tifosi juventini, a renderlo perfino antipatico, è forse il modo con il quale Conte manifesta il proprio EGO. 
La decisione, la convinzione, perfino la cattiveria assoluta con la quale lo esibisce, lasciando almeno apparentemente da parte qualsiasi seppure esile forma di sentimento.

Questa sera, quando noi tifosi juventini vedremo ’un nostro figlio‘ guidare sulla panchina interista  la sua squadra contro la nostra, proveremo senz’altro un'emozione particolare e strane sensazioni. Probabilmente anche Conte proverà qualcosa di speciale, ma sappiamo per certo che pur di far vincere la partita alla sua squadra, sarebbe disposto a rinunciare all’ingaggio di un anno intero. Abbiamo tutti la sensazione forte che, a parte i bellissimi ricordi del passato, tra lui e la Juventus non corra buon sangue da troppo tempo, che si sia rotto qualcosa di importante tra lui ed i nostri colori e per sempre. Questo è ciò che rattrista maggiormente. 
Se da una parte proviamo nei suoi confronti gratitudine e affetto, da un’altra Conte ci appare oggi come il peggior nemico. Ma soprattutto è come se ci sentissimo ripudiati da lui, che ci allontana con le sue dichiarazioni fredde, distaccate e quasi rancorose, come se la Juventus per lui non fosse mai esistita.
Io stesso oggi non riuscirei più ad immaginarlo con la casacca bianconera addosso o seduto sulla nostra panchina.
Questo distacco a torto o a ragione voluto da Conte otto anni fa e alimentato negli anni da polemiche e frasi sibilline da parte sua ci ha portati istintivamente e per rivalsa a tifargli contro a prescindere.

Questa sera la Juventus ha l’occasione giusta, nonché tanto attesa per mettere davanti agli occhi di Conte e al suo ego smisurato, quella maglia che lo ha reso celebre, quei colori che lui sembra aver dimenticato e che noi tifosi bianconeri ci auguriamo stasera lo possano seppellire di gol.