L'estate scorsa il dominatore assoluto del calciomercato mondiale è stato Jorge Mendes. Il grande burattinaio portoghese ha svolto un impeccabile lavoro, finalizzato all'approdo in bianconero del suo principale assistito, Cristiano Ronaldo. Il filo diretto Mendes-Juve si era messo in moto qualche settimana prima, quando Joao Cancelo, qualche mese prima all'Inter, ha deciso di sposare il progetto di Madama. La parabola di Mino Raiola, omologo del manager lusitano, pareva in netta discesa, considerando la scarsa incidenza sulle dinamiche di mercato dell'agente italo-olandese. L'abbandono di Romelu Lukaku, poi, passato nelle "mani" di Jay-Z, costituiva il preludio ad una possibile diaspora dalla scuderia dell'ex cameriere. Cameriere, sì, avete sentito bene. La professione di super manager del pallone non è piovuta dall'alto, manco fosse una manna dal cielo. Carmine (detto Mino) Raiola è l'esempio vivente di cosa sia il self-made man. Figlio di emigrati italiani, aiuta i suoi familiari nella pizzeria di famiglia ad Haarlem, nei Paesi Bassi, giochicchiando a calcio. Abbandonato il calcio giocato, inizia piccole attività di intermediazione e arriva, con il tempo, ad assumere un ruolo di spicco nei movimenti di mercato del globo terracqueo. Rijkaard, Bergkamp, Nedved, Ibrahimovic, giusto per citare qualche cliente di lusso. Ha un aspetto (ingannevole) da buzzurro ripulito. Niente affatto: maturità classica, due anni di giurisprudenza e... parla sette lingue! L'italiano raioliano, paradossalmente, risente dell'accento campano, ereditato da mamma e papà e, sovente, assume proporzioni maccheroniche.

Dopo un anno dietro le quinte, Mino è tornato alla carica. Il mercato estivo sta coinvolgendo un discreto numero di clienti della sua scuderia. Primo fra tutti Pogba, il gioiello più lucente. Capolavoro: dallo United alla Juve per 0 milioni. Dalla Juve allo United per 100 milioni. Raiola ringrazia: chissà quanto avrà intascato fra una commissione e l'altra. In rotta con i Red Devils, Mino sta provando a scatenare un'asta milionaria che vede interessate Juve e Real Madrid. La stampa è convinta che Paul voglia tornare a Torino, ma occhio a Zizou, innamorato del Polpo e intenzionato a far sborsare cifre esorbitanti a Florentino Perez. Altro pezzo da novanta (anzi, settanta) è Matthijs De Ligt. Promesso sposo del Barça, il matrimonio è naufragato, volendo i blaugrana dirottare milioni e milioni su Griezmann o Neymar. Promesso sposo del Psg, l'unione è in standby dopo il cambio di ds, operato da Al-Khelaifi. Promesso sposo della Juve, dopo che, un anno fa, visitò le strutture bianconere. Carnefice dei bianconeri in Champions, il De Telegraaf lo indica quale prossimo acquisto di Fabio Paratici. Prudenza d'obbligo, dato il possibile rilancio dei parigini.

Da un difensore all'altro, ecco Kostas Manolas, in uscita dalla Roma. Un mese fa era diretto, per bocca della stampa, all'ombra della Mole. La clausola rescissoria da 36 milioni pare essere alla portata di De Laurentiis, pronto a vestirlo d'azzurro. Manolas-Koulibaly sarebbe una coppia incredibile per i partenopei e anche lo stesso Raiola è interessato al buon esito della trattativa. Perché la Juve si è defilata? Dubbi sulla mentalità e sulla tenuta fisica del greco. Moise Kean, invece, è in trattativa per il rinnovo con la Vecchia Signora. Si parla di 2 milioni netti più bonus fino al 2024. Un discorso che si protrae da un mesetto circa, ma che ancora non ha prodotto alcun comunicato ufficiale, atto a ratificare la fumata bianca. Raiola pretende la centralità del giovane azzurro nel progetto tecnico di Maurizio Sarri, noto ai più per la riluttanza nell'applicare il turnover. Chi vivrà, vedrà.

Da comparsa a protagonista del transfermarket. Mino Raiola sta tornando centrale sul palcoscenico del mercato mondiale, muovendo con grande abilità le marionette in suo possesso. Non lo ha scalfito la squalifica comminata dalla FIGC e sospesa, in ambito europeo, dal TAS di Losanna. I miracoli del nativo di Nocera Inferiore non si fermeranno ancora per tanto tempo. Chiedete ad Antonio Donnarumma cosa voglia dire, per lui, il termine "miracolo": essere terzo portiere del Milan, guadagnare un milione all'anno e costituire il contentino attribuito a tuo fratello, per intercessione di San Mino, dopo un lauto aumento di ingaggio. Gliene dicono e gliene diranno di tutti i colori. Mino fa orecchie da mercante e nel mercato, da buon mercante, ci sguazza divertito.