Ieri e' stata la giornata di due pubblicazioni importanti: l'intervista a Scaroni sulla Gazzetta e l'editoriale dell'eccellente Luca Serafini su Milanews. Se si uniscono con un immaginario filo rosso (nero), cio' che emerge, se letti con attenzione, non puo' che gettare nello sconforto piu' profondo la tifoseria rossonera.

Serafini, che escludo pubblichi fandonie immaginarie trattandosi di persona seria e preparata, riferisce fonti inoppugnabili che parlano di Higuain profondamente scontento della scelta Milan; ebbene e' perfettamente inutile incalzarlo con insulti di vario genere. Il Pipita dopo essere stato scaricato da Vostra Signora la Juve, che si vanta di uno staff dirigenziale di prim'ordine, io dico asettico e senz'anima, e rifiutato dal Chelsea dopo che Sarri lo aveva richiesto, ha accettato l'offerta di Leonardo che lo ha coperto di milioni. Non possiamo illuderci che, allo stato dell'arte, campioni affermati vogliano il Milan perché ha vinto 7 Champions. Ci vengono, come Bonucci, perche' sommersi di milioni ed onorificenze. Quando, poi dopo un paio di mesi, realizzano che dietro o di fianco, hanno Rodriguez, Kessie e Bakayoko, invece di Pjanic, Cancelo e Ronaldo, la frustrazione monta, insieme alle incertezze societarie di cui parleremo dopo. E' vero che sono professionisti, ma se Gonzalo vede un centrocampo, scarso come si e' detto, che, per giunta giostra costantemente a 40 metri da lui, s'innervosisce per definizione, non facciamo quelli che cascano dal pero!

E non dovremmo cascarci, dal pero, leggendo attentamente l'intervista di Scaroni. L'attuale Presidente mette bolla e ceralacca su quanto sostengo dall'insediamento del fondo Elliott: il Milan attuale e' una societa' a tempo (3-5 anni), che ha come primo compito quello di produrre ricavi dal marketing, piuttosto che dall'appetibilita' di San Siro, passando per le plusvalenze dei giovani della primavera. Non e' un Milan che possa spendere i 500 milioni che oggi servirebbero, tra top giocatori ed allenatore, per scalzare la Juve dalla dittatura assoluta: meglio una qualificazione in Champions, tutta da dimostrare, ed i 30-50 milioni che arrivano di conseguenza!

In sostanza e' vero che siamo lontani dal disastro Yonghong Li', ma siamo in mano ad una proprieta' di passaggio, che non possiede il Milan perche' lo ama o perche' creda nell'investimento, ma perche' e' un pegno escusso obbligatoriamente da mani disastrose, che in qualche modo (Gazidis), va fatto fruttare perche' venga rivenduto senza perdite. E questi step non prevedono necessariamente una squadra che vada oltre il quarto posto sputando sangue. Il posto che compete al Milan, dichiarato dalla proprieta' ad inizio stagione, altro non e' che la partecipazione alla Champions ; ben altro discorso e' vincere uno scudetto o la coppa stessa.

In fin dei conti cos'ha detto di tanto diverso De Jong da Scaroniqualche giorno fa? Ha detto che oggi non verrebbe al Milan perche' la situazione societaria e' incerta, ma non nel senso che Singer non sia un soggetto finanziariamente solido, quanto perche' il Milan non sta giostrando ed investendo per tornare vincere, lo sta facendo semplicemente per tornare a partecipare.

Poi... chissa'...