Sono 7 anni che la Juventus domina in Italia, 2 le finali di Champions disputate, eppure vince ma non convince nemmeno i suoi stessi tifosi. E non sono pochi quelli che da tempo mal digeriscono il “provincialismo” di Allegri e le strategie di mercato di Marotta.
Aggiungo che non ci sono tifosi buoni e tifosi cattivi, e tutte le opinioni vanno rispettate. Fossi in Andrea Agnelli qualche domanda me la sarei posta considerando gli (ingenti) investimenti.
In fondo la Juve negli ultimi dieci anni ha speso quanto Real e Barcellona ma le riesce di imporsi solo in Italia, tra l’altro senza entusiasmare (cosa che almeno fanno PSG e Bayern). Di conseguenza va bene il fatturato (che comunque colloca i bianconeri tra i top club d’Europa), ma forse la strategia societaria andrebbe rivista.
Il modus operandi di Marotta (il vero top player per Agnelli) è cosa nota, e sinceramente sorprende leggere di tifosi che ancora si scandalizzano. I bianconeri ogni anno sacrificano 1 o 2 giocatori tra quelli che hanno maggiore mercato (leggasi top player). Comprano tantissimi giovani, alcuni attraverso investimenti importanti (es. Orsolini, affare da 10 mln...), con più di 50 giocatori in prestito in tutta Europa, eppure non hanno ancora una “cantera”, né tantomeno si registrano significativi inserimenti di giovani in prima squadra. Infatti, al contrario di molti top club, la Juve raramente lancia giovani in alternativa ai titolari.
Piuttosto preferisce offrire l’ultimo contratto “pesante” a professionisti che molto spesso il meglio lo hanno già dato, e che trascorrono più giornate in infermeria che in panchina.
Inoltre si punta forte sui parametri zero e sulle cosiddette occasioni di mercato. Meglio se con clausola rescissoria, perché nel tira e molla durante le trattative Marotta spesso ne esce con le ossa rotte. Infine si predilige il mercato italiano, ovvero i profili italiani, anche in un momento storico in cui il calcio nostrano è in profonda crisi.
E la colpa non è degli stranieri se la scuola calcio italiana è ancorata ad un progetto tattico buono dal dopoguerra a qualche decennio fa, dove si decantano le lodi Allegri, quale massimo esponente del calcio ultra difensivo (“si può dominare l’avversario difendendosi”...).

Tuttavia la Juve resta due spanne sopra chiunque in Italia, e finché dichiara lo scudetto come obiettivo principale nessuno le può contestare nulla, con buana pace di appena qualche milione di tifosi bianconeri che sognano una Juve che entusiasmi in serie A e se la giochi in Champions.
Magari senza sprecare risorse per gregari (prossimo in ordine di arrivo: Darmian) che non saranno mai campioni e andando a prendere Milinkovic Savic (che da solo vale Khedira, Marchisio, Matuidi e Sturaro), puntando su Bentacur e Mandragora come alternative a zero euro.
Magari senza svendere il potenziale offensivo ad eccezione di Mandzukic (e il fatto che lo cercano solo in Turchia la dice lunga sull’attuale valore del giocatore), perché a vederlo agire sulla fascia a scapito di Douglas Costa è una bestemmia, puntando sul rientrante Pjaca e su Orsolini come alternative a zero euro.
Ma, soprattutto, se proprio non si riesce a fare a meno di Allegri, che almeno si trovi una soluzione che permetta al mister di migliorare la fase offensiva, giusto per consentire un balzo in avanti di 15-20 anni di evoluzione del calcio.