Sono ormai passati tre giorni dalla cocente ed inaspettata sconfitta di Madrid della Juve. Quelli che sono seguiti sono stati giorni di discussioni, commenti, prese di posizioni e verdetti più o meno validi. Il calcio è quel mondo in cui tutti possono dire e scrivere ciò che vogliono, perché tutto è giusto, tutto è sbagliato, ma ognuno può vederla a modo suo. La verità in questi casi è intrinseca a se stessa e ognuno può trovare una sua verità, più o meno opinabile. Tra i vari commenti o discussioni che mi sono imbattuto in questi giorni ci sono cose che condivido e cose meno. Ci sono stati i tifosi non juventini che hanno vissuto la loro "notte da leoni" e che miseramente si sono scagliati coi soliti post o articoli che nulla aggiungono e nulla tolgono di obiettivo o discutibile e quindi nemmeno prendo in considerazione per pochezza di contenuti. Poi ci sono quelli che immancabilmente ad ogni sconfitta della Juve tirano fuori i discorsi sull'arroganza o la mancanza di stile. Arroganza perché? se la Juve perde è per arroganza? come se qualcuno dal presidente, ai dirigenti, all'allenatore o ai giocatori avesse mai detto "siamo la squadra più forte del mondo e vinciamo la Champions", nessuno l'ha mai fatto, dire che la Champions è un sogno e un obiettivo non è arroganza. La mancanza di stile poi? sotto accusa ci sarebbe la "furbata" tentata da Bonucci nell'occasione del secondo gol. Certamente è stato un gesto esagerato che magari se evitava di farlo e avesse continuato a giocare, forse avrebbe impedito il gol di Godin, ma è stato un gesto, un tentativo maldestro e curioso di "mestierante" che nel calcio ne sono piene le partite. Come il cronico braccio alzato di Baresi ad indurre gli arbitri a fermare le azioni avversarie, le capriole di Inzaghi ecc.... non ci vedo chissà che mancanza di stile in questo. Dopo Madrid dello scorso anno, sembra che la Juve e i suoi giocatori siano sempre protagonisti in campo di polemiche, gesti antisportivi o cose del genere, ma sinceramente non mi sembra proprio il caso. In un calcio dove chi perde attacca sempre arbitri o avversari, non mi sembra la Juve faccia parte normalmente di questo mondo, soprattutto in campo difficilmente si vedono giocatori della Juve portare la partita sulla polemica, a Madrid lo scorso anno credo meriti un discorso a parte e fine a se stesso.

Tornando alla partita di mercoledì, è cercando di trovare un senso a quanto assistito, quello che non tollero è non posso far passare a nessun costo è, la giustificazione che molti addetti ai lavori e tifosi juventini danno, cioè quella della SERATA STORTA! Ma stiamo scherzando? La serata storta la si può prendere come giustificazione plausibile se sei una squadra che da tre anni non sbaglia un colpo, che arriva sistematicamente in fondo ogni anno e magari poi "stecca" una partita, magari come Real Madrid e Barcellona, ma non è assolutamente questo il caso della Juve di Allegri.

Quante serate storte può avere un allenatore per poterle chiamare ancora così? Mercoledì è stata una serata storta? Come il ritorno con il Manchester, la trasferta in Svizzera con lo Young Boys, Bergamo con l'Atalanta, la partita casalinga con il Parma, se andiamo indietro, la gara di andata col Real l'anno scorso, la finale di Cardiff l'anno prima, la partita di andata col Bayer Monaco ecc......quante ne volete ancora? Ogni anno Allegri ha una o più serate storte nel momento clou della stagione. Questa non può e non deve assolutamente passare come scusa. Giustificare tutto con questa affermazione è dannoso in primis proprio per noi e la Juve, perché è un modo di non affrontare il reale problema ed illudersi di altro. Alla fine sarebbe diventare come quelli che da sempre giustificano i propri insuccessi cercando alibi altrove, arbitri, mafie, sistemi, sudditanza, ma se poi sono vent'anni che non vinci nulla, nemmeno quando il "mostro" non c'era o era fuori gioco, una domanda te la farai no? Quindi, no, assolutamente no e ancora no. Qua non si tratta di serata storta, ma di cinque anni di Allegri, così, di serate passate curvo su se stesso intrappolato nel suo timore, l'esser "Cagon" è il suo modo di essere di vivere il calcio, e in quasi cinque anni lo abbiamo penso capito tutti.

Per cambiare bisogna cambiare, con tutti i rischi del caso, mettendo in preventivo che magari non vincerai il prossimo campionato, sai che dolore, ma con la certezza che, magari, qualcosa sta cambiando, che chi arriverà sta lavorando in un altra direzione di mentalità, e che porterà dei risultati migliori. Perdere fa parte dello sport, perdere è un rischio che si deve sempre correre, ma perdere è accettabile se hai lottato, combattuto, venduto a caro prezzo la pelle e più di così non potevi fare. E questo non è ciò che accade con Allegri, che le partite le perde nella sua testa e paura. Non pretendo nomi altisonanti come Guardiola, pretendo un allenatore che abbia una mentalità propositiva, moduli tattici da allenatore vero e soprattutto non abbia paura. Perché guidare la Juve è un onore, non lo si può fare con la paura, lo si deve fare per far paura all'avversario, per proporre il proprio gioco e la propria grinta. Non è importante il nome, ma la personalità di chi arriverà. Spero che l'ambizione e i programmi del presidente vadano in questa direzione. Dobbiamo avere voglia, tutti noi juventini, di pretendere di più di rosicate vittorie in campionato, dobbiamo tornare a vedere i nostri giocatori dare il meglio di loro. Vedere Dybala giocare da punta non da esterno di centrocampo, Ronaldo giocare in area non andare a prendere palloni a metà campo per impostare lui un azione. Gente come Cancelo Bernardeschi, giovani forti e freschi sempre in campo, non in panchina per far giocare i Kedira i De Sciglio. Non nascondetevi dietro un alibi. Pretendiamo di più.