E' arrivata come una cometa catastrofica sulla testa delle squadre di serie C e B la volontà espressa di far militare le seconde squadre dei club di serie A nel campionato di C, a partire dalla prossima stagione. Certo, il caso sarebbe limitato - per quello che è dato sapere - alle questioni di “vacanze di organico” dei club dell'ex Lega Pro, e alle seconde squadre sarà consentita al massimo la promozione in B, ma non oltre, e in caso di compresenza con la prima squadra (retrocessione di una e promozione dell'altra) sarà la seconda squadra a dover disputare il campionato inferiore. Ma ovviamente si è scatenato l'inferno, con reazioni durissime arrivate dalle categorie interessate; altre, invece, di zero rispetto nei confronti delle dette categorie, perchè è stato detto che si giocherebbe a calci e non a calcio... Ma senza il calcio della serie C, della Serie B e soprattutto quello del mondo dei dilettanti, il calcio italiano sarebbe zero assoluto. Perché il vero cuore del calcio italiano non pulsa nella Serie A, sempre meno attrattiva tra le altre cose. Trattare i campionati di serie C e B come vetrina e palestra di allenamento per le squadre B della serie A è un vero insulto al calcio italiano tutto