Idealmente assediati nei loro castelli medievali e palazzi micenei, i tifosi rossoneri assistono alle eroiche saghe dei propri mitici (e meno mitici) eroi.

Mino Raiola è un procuratore che sa fare molto bene i suoi affari e non ignora affatto che, quando un giocatore va via dal suo club alla scadenza naturale del contratto, parte dei soldi che non incassa il club di provenienza, finisce al giocatore e, sotto forma di commissioni maggiorate, a lui. Certo, il suo successo dipende anche dal saper distinguere le società da trattare coi guanti candidi da quelle che devono perdere i giocatori gratis et amore dei. Il Milan di Galliani e l'attuale Juventus possono essere inseriti nella prima categoria, mentre il Milan di Mirabelli e Fassone li conteggiamo nella seconda (i famosi... signori Li non meritano neanche la citazione, se non come inciso).
Non inganni il rinnovo di Donnarumma nel 2017, perché il portiere non aveva ancora richieste serie, nonostante Raiola l'abbia fatto credere, e perché il nuovo contratto fu firmato a cifre oscene considerando l'immaturità del ragazzo.
Non so se il siparietto di Donnarumma, che firmò il contratto quando Raiola era fuori, vi abbia ingannato, ma se fosse stata una cosa genuina, sarebbe scoppiata la guerra fra procuratore e giocatore.
Il rapporto, comunque, fra l'astuto Mino Raiola e il Milan attuale non è mai stato idilliaco, però il procuratore non ha snobbato e non snobba la possibilità di farci affari. Il Milan attuale è stato utile per trovare l'ultimo ingaggio per il protetto storico, Ibrahimovic, un affare peraltro vantaggioso anche per il Milan. E' stato costretto a portare via Suso, defenestrato a furor di popolo, come sarà costretto a trovare altrove un ingaggio per Bonaventura, che non rientra per età nei parametri di Gazidis. Inoltre, ha di certo in mano un'offerta importante per Gigio, ovviamente la Juventus dissimulata sotto l'etichetta di altre società, che tuttavia non prevede molti soldi per i rossoneri. Non si tratta di un'operazione nello stile del primo affare Pogba a 0 euro, ma di certo un acquisto per i bianconeri a prezzi di saldo. Raiola, tuttavia, esita a prendere una posizione netta contro il Milan di Gazidis, che si presenta con l'etichetta, non da sottovalutare, di blue eyed boy della famiglia Singer. Raiola, in sostanza, rinnoverebbe volentieri alle cifre attuali. E' Gazidis che, a torto o ragione, non vuole ritrovarsi Donnarumma stipendiato da nababbo, in quanto non è Mirabelli. Il sudafricano è disposto a cedere Gigio, anche alla Juventus, ma a una cifra che abbia senso (che, tuttavia, probabilmente i bianconeri non hanno intenzione di scucire). E' una situazione spinosa che potrebbe concludersi anche con un addio di Donnarumma alla scadenza naturale del contratto, ma di certo non con una cessione a 70-60-50 milioni di euro del portiere né, ritengo, con un rinnovo alle attuali condizioni.

Quando ha lasciato lo Sporting Lisbona, Leao pensava di aver fatto quella che a Livorno chiamano una ganzata, una vera furbata. In questi giorni, tuttavia, il club lusitano è riuscito a far valere le sue ragioni e il ragazzo portoghese, forse mal consigliato al momento di lasciare lo Sporting, si è visto bastonato con un risarcimento di 16,5 milioni di euro da corrispondere alla sua ex-squadra. Immagino che Lille e Milan, nel firmare i contratti, si siano cautelate e abbiano coperto le proprie spalle con le mura ciclopiche di Troia, ma i rossoneri, dovranno fronteggiare lo stato d'animo non sereno del ragazzo, sul quale credo vada spesa qualche parola. E' un giocatore che ha una muscolatura da gazzella e molti numeri, compresa la capacità di portare la palla sulla fascia lasciando in surplace l'avversario, ma è poco esplosivo nel tiro e tende a deprimersi. I tifosi del Milan, in cerca della Luna, non lo aiutano. Vedremo.

Nessuno, peraltro, sta aiutando Paquetà. Né Giampaolo né Pioli hanno mostrato molta voglia di valorizzarlo dandogli poche chance e sempre per frazioni di partita, cosa che mi fa venire un dubbio: questi due tecnici hanno intuito che il ragazzo è un bluff oppure hanno avuto troppa paura che sia davvero bravo? Gli allenatori, si sa, non amano i giocatori atipici e Paquetà lo è a tutti gli effetti, ma forse i problemi sono altrove. Paquetà è stato fortemente voluto da qualcuno che è andato via, Leonardo, e si sa che, se non sei esattamente ciò che il tecnico vuole, devi avere uno sponsor potente in società. E, se vogliamo, non devi neanche avere nemici. Come ho scritto su, i tifosi del Milan sono a caccia della Luna e poiché la Luna di Paquetà è coperta di nuvole, hanno già derubricato questo giocatore a elemento non adatto. Non ne sono convinto, ma tant'è.

E se Paquetà piacesse a Rangnick? Non lo possiamo sapere, ma il tedesco non è Liedholm, per cui anche i suoi gusti potrebbero essere orientati altrove. Ralf Rangnick è, comunque, l'attuale Innominato, famoso persoggio del romanzo I Promessi Sposi, della società A.C. Milan. Si sa chi è e che approderà in rossonero, ma il suo nome non può essere pronunciato. Si profila, in effetti, una querelle giudiziaria tra Boban e la socieà rossonera. E di certo Boban cercherà di dimostrare anche, fra le altre cose, che Gazidis ha violato la generale regola di correttezza e buona fede che riguarda tutti rapporti contrattuali, perché non ha informato l'area tecnica di aver ingaggiato il  tecnico a dicembre. Se riuscisse a farlo, sarebbe stato l'Amministratore Delegato a rendere improseguibile il rapporto di lavoro, non il dirigente croato. Per questo motivo, l'annuncio di Rangnick verrà dato il più tardi possibile, dopo le solite voci di trattativa saltata, ripresa, in dubbio, saltata, ripresa ecc.
Il paragone con I Promessi Sposi regge anche per quel che riguarda lo scontro fra Boban e Gazidis. Boban, infatti, si è rivolto a Gazidis come Fra Cristoforo quando si presenta a casa di Don Rodrigo e, alzando la mano per maledirlo, pronuncia le fatidiche parole "Giorno verrà...". Gazidis, come Don Rodrigo, ha reagito a sua volta bloccando il braccio dell'interlocutore e pronunciando le altrettanto fatidiche parole: "Escimi di tra i piedi frate...".

Non finirà qui e ne vedremo ancora delle belle...