Nessuno dei giocatori messi in campo per dimostrare che la panchina non se la meritano è stato capace di convincere Spalletti, e non solo.
L'incontro di Coppa Italia era la giusta opportunità per chi siede in panchina e non è ancora riuscito a entrare negli ormai collaudati meccanismi di gioco della squadra allenata da Spalletti.
La ghiotta occasione di giocare con una squadra di serie C ritenuta, a torto da chi è sceso in campo, la partita ideale per dimostrare al tecnico il proprio valore con giocate personali fine a se stesse, dimenticando che il calcio è un gioco di squadra dove ogni giocata e ogni azione si deve svolgere in modo corale con il coinvolgimento di tutti.

Nessuno può pensare di risolvere la partita, tranne che si chiami Messi o Ronaldo, con azioni personali e/o invadendo la zona di competenza di un compagno. Il gioco espresso da Karamoh è emblematico, troppo giovane e grezzo per poter pensare che in Italia basta correre, tentare dribbling e tunnel agli avversari, convincersi che questi ultimi sono di un livello inferiore. Presunzione di un giovane senza la conoscenza che in Italia anche chi gioca in una serie inferiore conosce alla perfezione la tattica e i fondamentali, lo stesso discorso lo si può fare per Dalbert e in parte per Cancelo (escluso la seconda parte della partita).

E’ lodevole che Spalletti si assuma, pubblicamente, la responsabilità della prestazione negativa della squadra per non far piovere ancor di più dove è già abbondantemente bagnato, cioè la poca qualità che ha in panchina. In privato fra le mura dello spogliatoio si pensa abbia detto che non  ha sbagliato la formazione, ma ha solo mal riposto la propria fiducia, infatti, i richiami fatti a Dalbert e Karamoh durante la partita, sono a testimoniarlo.
Spalletti con la partita di ieri sera ha avuto, ancora una volta, la conferma che potrà e dovrà far affidamento su 13/14 giocatori facendosi il segno della croce affinchè non avvengano seri infortuni o lunghe squalifiche. In questa ottica deve essere visto, fino a questo momento, lo scarso minutaggio di Eder, incapace di giocare da prima punta ma neanche da seconda, non avendo dato nessun contributo e aiuto a Pinamonti a sua volta ancora troppo timido e insicuro  sulla posizione da ariete che doveva avere ieri.

Il sistema di gioco che adotta Spalletti il 4-3-2-1 è ormai l'unico che può essere adottato considerato gli uomini che ha a disposizione. Il viaggio di Sabatini in Cina deve essere visto come quello dell'ambasciatore che va a relazionare lo stato di fatto esponendo, mettendole sul tavolo, le soluzioni che bisogna adottare in termini economici in caso di una eventuale esclusione dalla CL.

Se la società Inter vuole mantenere la classifica attuale o garantirsi l'ingresso in CL, non deve sottovalutare che, al momento, ha una rosa non adeguata a sopperire ad eventuali infortuni o squalifiche di lungo corso. Questa semplice ed umile  riflessione impone di dover necessariamente intervenire sul mercato invernale, con l'acquisto o il  prestito di  uomini che possano garantire la qualità dei titolari.

Immaginare di chiudere il girone di andata con questa classifica e sprecare tutto per non essere intervenuti nel mercato invernale, fa tornare alla mente l'ultima Inter di Mancni che, in testa  alla  classifica  a metà campionato con 42 punti, arrivò quarta con 67 punti a 17 punti dalla terza (Napoli p. 80) e a 24 dalla prima (Juve p. 91). In questo campionato dove vi sono cinque squadre più forti dal resto della compagnia il rischio, in caso di un paio di sconfitte consecutive, è molto forte e diverso da quello del 2015/2016.

Nessuno abbassi la guardia neanche chi vive lontano da Milano, vedendo solo affari economici e gli business che possono ricavarsi. Tutti debbono ricordare che dietro questa bandiera ci sono milioni di cuori che vedono solo giocare la propria squadra e che desiderano vederla in alto.... sempre.