Nei romanzi gialli non è strano leggere e scoprire che l'assassino non è una singola persona, bensì due, e che si riesca a prendere l'altro grazie a delle confessioni involontarie del complice poco attento.
Capita anche che, nei casi di un complotto o di una rivolta, si riescano a scoprire i nomi dei congiurati o i capi della sommossa grazie alla cattura dei membri stessi. 

Nella vicenda Donnarumma invece, sta succedendo qualcosa di ancora più grottesco: infatti in questo caso sono entrambi i complici a sbugiardarsi, e in modi così palesi e con delle tempistiche così ravvicinate da risultare imbarazzanti per chi, come i tifosi del Milan e la stessa società rossonera, sta seguendo questa vicenda, ormai più con irritazione che speranza.

La vicenda della serata di ieri ha dei tratti incredibili: il profilo social hackerato da cui però viene inviato anche un messaggio per Plizzari, perché giustamente un buon hacker ha a buon cuore le pubbliche relazioni del portierino azzurro; messaggi dal profilo hackerato che ricevono dei likes da Locatelli e Calabria, entrambi in Polonia assieme a Donnarumma stesso; il messaggio di Raiola "Donnaraiola 1 haters 0" quasi fossero legati da un vincolo indissolubile; messaggio di Donnarumma che apre al rinnovo al Milan ed all'amore per il club, ma a quanto pare mandato dal fantomatico hacker; dichiarazione finale di Raiola che si parlerà del rinnovo.

Oggi invece viene annunciato che Donnarumma parlerà ai microfoni, salvo poi non dire assolutamente nulla su quel che giornalisti e tifosi volevano sentire, ed anzi, concludere con un bambinesco "continuerà a parlare sui social", che sa tanto di presa in giro.

Ecco, tutto questo porta alla mente il caso storico celebre della congiura di Catilina.
Catilina era un senatore romano che, una volta vistasi rifiutare la candidatura a console, decise di tentare un vero e proprio colpo di stato. Il suo piano venne scoperto da Cicerone, senatore ed oratore romano, grazie a diverse confessioni. E questo portò non solo all'inizio della repressione, ma anche alle Catilinarie, ovvero una celeberrima orazione che di fatto attaccava senza mezzi termini Catilina. 
Ed è una orazione che può essere agilmente traslata ai giorni nostri per attaccare Raiola, il congiurato principe della vicenda di queste ore. E che, con l'augurio che Cicerone non si rivolti troppo nella tomba, suonerebbe più o meno così:

"Fino a quando, Raiola, abuserai della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora il tuo folle comportamento si farà beffe di noi? Fino a che punto si scatenerà questa tua sfrontatezza che non conosce freno? Non ti fanno impressione né il lancio di banconote false in Polonia con relativi striscioni, né le pattuglie online dei tifosi che osservano il tuo operato, né l'ansiosa preoccupazione del popolo milanista, né il concorde accorrere di tutti i buoni ( e sovente cattivi) tifosi, né la sede di via Aldo Rossi così ben organizzata per il raduno dei dirigenti, né l'espressione del volto dei presenti?
Non ti accorgi che le tue trame sono palesi? Non vedi che la tua congiura, conosciuta com'è da tutti, è ormai tenuta strettamente sott'occhio da giornalisti, addetti ai lavori, e tifosi milanisti e non? Chi di noi, a tuo avviso, ignora cosa hai fatto la notte scorsa e quella precedente, che cosa hai twittato, chi hai contattato, che decisione hai preso?
O tempi! O costumi! E la dirigenza comprende bene tutto ciò, perfino Li Yonghong lo vede: eppure costui ancora parla. Parla? Ma non basta! Si presenta perfino in prima serata alla Domenica Sportiva, partecipa alle discussioni con la società e con lo sguardo indica, destinandolo alla gogna giornalistica, sia Fassone che Mirabelli che i tifosi stessi.
Noi invece, da tifosi milanisti pieni di coraggio, riteniamo di compiere il nostro dovere verso la squadra soltanto se riusciamo a smascherare gli inganni tesi dalla follia di costui! È lontano dal Milan, Raiola, che già da tempo si sarebbe dovuto condurti per ordine di Galliani e Berlusconi prima, e di Li Yonghong, Fassone e Mirabelli poi; è contro di te che si sarebbe dovuto rivolgere quel colpo mortale che tu già da tempo vai macchinando contro tutti noi milanisti."

Decisamente, credo si rivolterà nella tomba. Da buon arpinate, Cicerone sarebbe stato al più del Frosinone, ma mai di una squadra di Mediolanum.