L'anti-juventino è un maiale: si crogiola in un fango denso di insuccessi altrui, si nutre di veleno e lo espelle, per via orale o digitale, sotto forma di pensieri e parole, sovente sulla piattaforma online. Di professione fa l'influencer, in merito al suo ruolo nella Rete, coniando slogan o hashtag, manifestazioni vivide dell'astio che scorre nelle sue vene. Influenza, in particolare, nel modo di vestire: è solito indossare molteplici casacche, dalla rossa del Bayern Monaco, passando per la Blanca del Real e, sulla falsariga della più estrema coerenza, anche la blaugrana del Barcellona o la blanca y roja dell'Atletico. 

Egli ha costituito, col passare degli anni, un Pantheon calcistico di tutto rispetto, il cui lasciapassare sono i meriti nell'arte di infangare la Signora. Non c'è da meravigliarsi se uno degli dei -se non il più venerato- sia Zdenek Zeman, cavaliere senza macchia e senza paura del calcio pulito (ma non di trofei in bacheca). L'allenatore ceco ha, più volte, denunciato le "ruberie" bianconere, scagliandosi verbalmente contro la società e avallando un'importante inchiesta sul doping nel calcio, affermando, addirittura, che la Juve debba annoverare una ventina di titoli, a fronte dei 36 conseguiti. 

Come dimenticare, sempre nell'ottica dell'Olimpo anti-Juve, figure mitiche quali Felix Magath, giustiziere della Juve ad Atene oppure Predrag Mijatovic, il boia della finale di Amsterdam, senza nulla togliere ad Andrij Shevchenko, sguardo (prima di calciare il rigore di Manchester) più ammirato della "Gioconda" di Leonardo. Non mettendo in dubbio i meriti di ciascuna di queste divinità, tuttavia, un posto privilegiato nel firmamento ostile è occupato da Marco Asensio, astro nascente del Real Madrid. Il giovane canterano ha siglato il 4-1, sentenza definitiva pronunciata a Cardiff ed è diventato una star del Web, piuttosto che in Patria, qualche kilometro ad Est della zona Mediterranea. La frase "Asensio 4-1, è finita", abortita da qualche luminare dei social, ha spopolato nei mesi successivi alla finale del 2017, divenendo leit motiv per gli haters. Nondimeno, l'aforisma "sei bella come il secondo tempo di Cardiff" è stato, probabilmente\sicuramente, fra le prime cause di eccitazione femminile, dopo l'ascolto di una tale dichiarazione d'amore.

E Cristiano Ronaldo? Da idolo delle greggi, per bocca di qualcuno, nel passaggio estivo da Madrid a Torino, questi è risultato, addirittura, il "colpo dell'INPS". Ma come? La sera della rovesciata, mezza Italia, era orientata sulla Ronaldo-sessualità, salvo poi transitare verso un'esistenza da eunuchi. Chissà, poi, che faccia avessero i "coglioneros" italiani alla visione della tripletta di CR7 contro l'Atletico. Lo sforzo profuso durante la partita d'andata, era stato ampiamente ripagato: sconfitta per 2-0, gli "huevos" del Cholo in bella mostra e le maglie appositamente realizzate (Godin 2-0 a tinte nerazzurre), ora relegate in qualche vecchio scantinato, fra sciarpe e bandiere in disuso.

Circa l'altro Ronaldo, quello che vestì di nerazzurro e pianse lacrime amare il 5 Maggio, come non ricordare l'episodio del celeberrimo rigore non concesso? Ciò che è doveroso evidenziare, riguarda la riproposizone, a distanza di 21 anni, or sono, della moviola relativa al contatto fra il brasiliano e Iuliano, non mandata in onda solo dai programmi di cronaca nera o dai talk show di cronaca rosa. Memorabili, inoltre, sono le interviste rilasciate dall'ex tecnico nerazzurro, Simoni, scongelato, ogni anno, a ridosso dei Derby d'Italia, nelle quali la monotonia della tematica principale non ha ancora annoiato le platee del pallone. 

Il gol di Muntari, allo stesso modo, è la tipica scusa di chi emette un peto in pubblico e tossisce, arrossendo per la vergogna, nel tentativo di mascherare l'accaduto. Mi spiego: l'episodio, di portata comunque macroscopica, risulta essere il pretesto migliore, utilizzato dai milanisti, per giustificare uno scudetto perso e finito nelle mani dei bianconeri. Solo chi è in malafede, dimentica il gol annullato a Matri, nel corso dello stesso match, per fuorigioco inesistente. E non bisognerebbe nascondersi dietro un dito, azzardando calcoli aritmetici, sulla classifica finale o un'eventuale 2-0 pro Milan, in quel celebre 25 Febbraio 2012, che avrebbe, di fatto chiuso l'incontro e la pratica scudetto. Se i nostri nonni fossero stati in possesso di un terzo testicolo, avrebbero dilettato intere generazioni di teenagers, nelle vesti di flipper, all'interno di bar o sale giochi.

Recentemente, è stata la mancata espulsione di Pjanic, nel Derby d'Italia dello scorso 28 Aprile, a far stracciare le vesti dei Sommi Sacerdoti dell'anti-juventinità. Ahi, "quanto a dir qual era è cosa dura" ammettere che quella rimonta nuocia ancora parecchio alla salute dei caduti del 5 Maggio. Il sottoscritto confessa, a voi fratelli, che, qualora si fosse trovato fra le mura domestiche, piuttosto che in un bar, avrebbe riverniciato le pareti, dopo il sorpasso di Higuain, con il proprio liquido seminale.

Allenatori (Mourinho), presidenti, giornalisti alimentano e alimenteranno quest'odio profondo nei riguardi della Signora, forse perchè, in certe circostanze, la favola della volpe e dell'uva si reincarna in questi corpi mortali.

I non addetti ai lavori possono limitarsi, al tempo stesso, nella diffusione del livore attraverso i canali social di cui sopra. Non ultima, dopo i clamorosi "furti" compiuti in Supercoppa Italiana, la pagina, dopo e l'hashtag, prima, #JuveOut hanno fatto capolino su svariati fronti. Un'epidemia di #JuveOut si è estesa a macchia d'olio fra Facebook, Twitter o Instagram, con un lavoro assai puntiglioso, fra scandali e dichiarazioni di odio, degne della miglior memoria storica. I responsabili del canale Rai Storia impallidiscono di fronte a cotanta bravura nel ricercare autorevoli fonti.

Non prendete troppo sul serio quanto è stato scritto, amici anti-juventini! Immagino siate già immersi nei preparativi, che precedono la nostra, e sottolineo nostra, sfida di Champions con l'Ajax. Capisco che le vostre squadre abbiano ingoiato e ingoieranno, ancora, bocconi amari e vi auguro di tutto cuore, che sia così per qualche millennio ancora. D'altronde, se non ci fosse la Juve a dare un tocco di colore alle vostre esistenze, potreste solo iniziare a seguire le vicende, che ruotano intorno ad altri sport.

Un abbraccio.