Giovani calciatori considerati talenti dal sicuro avvenire, le cui carriere hanno preso direzioni differenti da quelle previste; le storie de “Le promesse non mantenute”.

Il nostro viaggio alla scoperta delle tante Promesse non mantenute del calcio mondiale, ci porta in terra inglese; il protagonista è un possente ragazzone inglese (di origini nevisiane) di 1,80 m, che di mestiere fa il difensore centrale: Micah Lincoln Richards.

LE ASPETTATIVE - Fin dagli inizi, il giovane Micah è a tutti gli effetti quello che può essere definito “un predestinato”, di quei giovani talenti da cui si pretende da subito la luna, senza se e senza ma. Considerato uno dei maggiori prospetti del calcio inglese, infatti, il ragazzo fa da subito i conti con le pesanti ed ingombranti aspettative che su di lui riposte, fin dal momento del suo arrivo a Manchester nel 2001 [1].

L'INIZIO AL TOP - Nell’industriosa città del nord-ovest dell’Inghilterra, il nome del ragazzo inizia a circolare insistentemente; tutti ne parlano, tutti sono attirati da quel ragazzo che tanto bene sta facendo nelle giovanili del City, lasciando intravedere un grande talento e potenzialità da top player. L’eco delle lodi che si tessono attorno al granitico difensore inglese, arrivano fino all’orecchio dei programmatori della celebre saga Fifa che, nei primi anni 2000, contribuiscono ad accrescere il grande interesse attorno al classe ’88, indicandolo più volte come uno dei principali talenti a livello mondiale anche nell’orbita del videogioco griffato EA Sports. Lui, dal canto suo, non tradisce per nulla le aspettative; vive fin da subito, infatti, una carriera al massimo delle sue potenzialità, fino ad arrivare ad essere osannato e idolatrato dai propri tifosi come un navigato top player.

IN PRIMA SQUADRA - Dapprima continua il suo percorso di crescita nelle giovanili del City [2], senza curarsi troppo della risonanza mediatica che il suo personaggio va sempre più acquisendo, e guadagnandosi a suon di grandi prestazioni l’ingresso in prima squadra già nel 2005. Poco più che adolescente, dunque, un Micah non ancora maggiorenne si ritrova, ad allenarsi insieme a campioni del calibro di Andy Cole [3], e giocatori anche col doppio dei suoi anni. Tuttavia il ragazzo resta fiero, a testa alta, senza indietreggiare di un passo e senza mostrare il minimo timore reverenziale. Allenamento dopo allenamento, si guadagna la fiducia del mister Stuart Pearce scalando le gerarchie e arrivando spedito al giorno più importante nella vita di un calciatore: l’esordio ufficiale.

L'ESORDIO - È il pomeriggio dei 22 ottobre 2005 e a Londra, allo storico Stadio Highbury, va in scena il match [4] che vede i padroni di casa dell’Arsenal opposti proprio al Manchester City di Stuart Pearce. Quando alla fine del match mancano soltanto 5 minuti, si intravede vicino al quarto uomo una sagoma poca conosciuta ai più, di un ragazzo molto giovane e visibilmente emozionato, è Micah, pronto a fare il tanto desiderato esordio nel calcio che conta. Entra al posto di Danny Mills e, tra ansie, emozione e piacevole incredulità, porta a casa i primi minuti delle sua carriera che si annuncia essere gloriosa e florida [5]. Qualche mese più tardi, il difensore inglese riesce anche a togliersi la soddisfazione di siglare la sua prima rete nel calcio professionistico, in un match di FA Cup contro l’Aston Villa [6], messo a segno allo scadere e decisivo per il risultato finale [7].

LA SCALATA NEL CITY - Il seguito nei confronti del giovane difensore inglese cresce sempre più; i tifosi credono in quel ragazzo appena sfornato delle giovanili, vedendo in lui la bandiera del futuro, il capitano che sarà. Alla luce delle grandi prestazioni, dunque, e del crescente favore di cui vanta nello spogliatoio, tra i dirigenti e sugli spalti del City of Manchester Stadium, nonostante la giovane età riesce sempre più a trovare spazio in squadra [8] (con tante partite disputate dal primo al 90’).  Alla fine del campionato, la sua consacrazione definitiva arriva in concomitanza con la nomination per il miglior giovane giocatore del club per la stagione 2005-2006.

IL NUOVO CONTRATTO - L’apoteosi, il sogno di ogni calciatore; dopo meno di 20 presenze e soltanto una stagione disputata, Micah si ritrova ad essere affiancato a grandissimi nomi, che fino a qualche anno prima rappresentavano soltanto un miraggio, degli idoli inarrivabili, venendo indicato come uno dei principali talenti a livello mondiale. Il City si unisce al coro degli estimatori del talento inglese, sentendo di avere tra le mani un pezzo pregiato. Le sirene dei top club attorno al ragazzo non tardano a farsi sentire, tanto da portare il club di Manchester a blindare il proprio gioiello, facendogli siglare, nel luglio 2006, un nuovo contratto quadriennale.

L'ESORDIO IN NAZIONALE - La stagione 2006-2007, inizia per Micah nello stesso modo in cui si era conclusa la precedente; ormai punto fermo della difesa dei Citizens, inanella presenze su presenze, quasi sempre disputando tutti i 90’. Poi, nell’autunno di quell’anno, una nuova importante tappa della sua carriera, il 15 novembre 2006 quando, in un match amichevole in terra olandese contro gli Orange, Micah, a soli 18 anni, diventa il giocatore più giovane ad aver esordito nella nazionale maggiore inglese [9].

I PRIMI STOP - Un’altra annata più che positiva per la crescita del talento inglese (nonostante il primo grave infortunio occorsogli al ginocchio, che lo costringe ad un finale di stagione anticipato già ad aprile), il quale mette insieme 35 presenze totali (28 delle quali in campionato da titolare), ed 1 gol. Ritornato in forma dopo lo stop forzato, riprende il suo posto nella difesa del City, tornando a ricoprire il proprio ruolo da attore protagonista. L’inizio di stagione è anche arricchito e ornato da un particolare ed altrettanto importante record personale fatto registrare nel settembre 2007, divenendo il capitano più giovane della storia del club [10]. Tuttavia la stagione si conclude nuovamente anzitempo (questa volta nel mese di marzo), ancora una volta per un problema al ginocchio.

LA GRANDE PAURA - Nonostante il nuovo pesante stop, il secondo in neanche 12 mesi, il ragazzo si presenta ai nastri di partenza per la stagione 2008-2009 carico e voglioso di tornare per l’ennesima volta protagonista; ma, come un cattivo presagio, l’annata inizia con un nuovo brutto infortunio. Capitolo, infatti, che poteva dipingersi di tragico, quello che riguarda un episodio avvenuto il 24 agosto 2008, nei primi minuti del secondo tempo del un match casalingo che vede il City contrapposto al West Ham, in seguito ad un contatto di gioco con il compagno di Tal Ben Haim, perde conoscenza. La partita viene subito sospesa per 8 minuti durante i sanitari si vedono costretti a praticare addirittura la rianimazione sul ragazzo. L’episodio, per quanto pesante e pericoloso, fortunatamente non ha risvolti sul fisico di Micah che riesce a tornare in campo già il 28 agosto successivo.

LA RIPRESA - Dopo la grande paura, la stagione procede spedita senza intoppi. Il talento inglese inanella presenze su presenze, tornado protagonista con la maglia del City. Alla fine delle varie competizioni sono ben 50 i gettoni totali; un elemento quasi imprescindibile, ciò testimoniato ancor più dal minutaggio complessivo totalizzato [11] e messo nero su bianco dal rinnovo del contratto firmato a metà stagione [12]. Dopo due gravi infortuni definitivamente superati e messi dietro le spalle, a poco più di 20 anni, con già oltre 100 presenze in Premier League, sembra giunto il momento della consacrazione definitiva.

DAL 2009 AL 2012 - Nelle 3 stagioni successive, riesce a giocare con continuità saltando soltanto qualche partita per acciacchi fisici non gravi e neanche lontanamente paragonabili a quelli patiti nei primi anni di carriera. Tra l’estate 2009 e quella 2012, sono un centinaio le presenze totalizzate dal ragazzo tra le varie competizioni, con prestazioni quasi sempre convincenti. Al buon rendimento personale, si uniscono anche le vittorie di squadra, con ben 3 trofei messi in bacheca [13], tutti successi che non vengono intaccati da alcuni episodi di insubordinazione fuori dal campo, dovuti ad un carattere molto forte e impulsivo, già avvenuti anche in passato [14]. Ne è un esempio diverbio divampato nel dicembre 2011 con Mario Balotelli, durante una sessione di allenamento precedente ad un match contro l'Arsenal; il litigio, esploso inseguito alla reazione dell’attaccante italiano ad un intervento dell’inglese ritenuto troppo veemente sfocia quasi nella classica rissa da bar; soltanto l’intervento di due veterani di squadra come James Milner e Yaya Touré, riesce a far rientrare l’allarme [15].

LA RICADUTA - Quelli vinti nel triennio 2009-2012 rappresentano tuttavia i primi ed ultimi trofei vinti da protagonista; quelli successivi infatti [16], entrano a far parte del palmares del ragazzo solo a fini statistici, in quanto vissuti da comprimario. Nella stagione 2012-2013 quando Micah si avvia a disputare la sua ottava stagione consecutiva con la maglia del City, con un ruolo sempre più da leader nonostante i soli 25 anni, ecco rifarsi vivi i vecchi problemi. Riesce, infatti, a disputare soltanto 7 partite in campionato a causa dell’ennesimo infortunio al ginocchio che lo tiene fuori praticamente tutta la stagione.

IL DECLINO - Da questo momento, il castello issato dal classe ‘88 in quasi un decennio di carriera, crolla tanto rovinosamente quanto rapidamente. Micah, infatti, non riesce più a giocare con continuità, sedendo spesso in panchina e venendo bloccato da continue noie fisiche. Così a distanza di soltanto 2 anni, vede completamente sovvertite le sue aspettative. Da giovane talento in rampa di lancio e punto fermo della difesa del City, si ritrova ad essere un elemento estraneo, un riempi posto. Lo dimostrano le soltanto 9 presenze (chiuso dall’ormai titolare inamovibile Zabaleta) tra l’estate 2012 e quella 2014, con un progressivo allontanamento del classe ’88 che lo portano a dover lasciare Mancherster, per cercare di riprendere in mano la propria carriera.

LA PARENTESI VIOLA - Il 1 settembre 2014, infatti, tenta la strada italiana trasferendosi in prestito oneroso di 1 milione di euro alla Fiorentina (la quale si riserva un diritto di riscatto a giugno 2015). Nonostante lo score non entusiasmante delle due stagioni precedenti, tante sono le aspettative riposte dalla dirigenza, che crede ancora nel suo talento e sogna di rivederlo tornare ad altissimi livelli.

“La Fiorentina mi ha detto che c’è voglia di investire, di fare una grande squadra con talenti dalla difesa all’attacco. La Fiorentina sta andando nella giusta direzione, io voglio aumentare la qualità della rosa. Non ci sono obiettivi precisi, ma sempre proseguire sulla strada giusta e puntare alla qualificazione in Champions League”.[17]

L’esordio con la maglia viola arriva il 18 settembre nella partita di Europa League Fiorentina-Guingamp [18]. A Firenze però il ragazzo non trova la sua dimensione. Le presenze tardano ad arrivare, e le prestazioni non sono quasi mai convincenti. A queste difficoltà si aggiungono i continui problemi fisici, che vanno ad intaccare la sua forma fisica. L’avventura in Toscana, dunque, si conclude dopo soltanto 1 stagione con il deludente score di 19 presenze (poche da titolare) e 0 gol siglati, e con la Fiorentina che decide di non esercitare il diritto di riscatto.

L'ADDIO AL CITY - Il ragazzo torna a Manchester ma ci resta soltanto per qualche settimana fino alla scadenza del suo contratto, nell’estate 2015.  Dopo quasi 15 anni, quasi 250 presenze e svariati trofei vinti ma anche con tanti rimpianti sulle spalle, dunque, Micah dice definitivamente addio al Manchester City.

L'ASTON VILLA - Decide di firmare per l’Aston Villa [19], società proprietaria del suo cartellino ancora oggi [20] con la maglia della quale, dopo una prima stagione vissuta da protagonista [21], è finito ai margini della rosa, arrivando addirittura a non riuscire a scendere in campo neanche una volta con i Villans né nella scorsa annata in Championship, né in questa stagione. Ancora una volta i continui infortuni non gli hanno permesso di esprimersi al meglio, tanto da portare alla luce voci sempre più insistenti riguardo la possibilità de ritiro a fine stagione.

EPILOGO - Oggi, all’età di quasi 31 anni, Micah Richards si ritrova lì, nel novero delle Promesse non mantenute; la sua carriera, certamente di tutto rispetto, gli ha regalato, però, meno gioie di quelle che il suo talento, agli arbori della propria carriera, avrebbe potuto regalargli molto di più, anche al di fuori dei confini inglesi.  Il suo fisico però, tanto statuario ed imponente quanto fragile e discontinuo, ha bloccato il suo volo proprio nel punto più alto, portandolo a precipitare con una improvvisa ed inesorabile picchiata, fino ad arrivare alle voci degli ultimi mesi, di un suo possibile e prematuro ritiro dal calcio giocato.

 

Note

          [1]  Arriva al Manchester City, dopo aver mosso i suoi primi calci nel Chapeltown, squadra del distretto di Leeds dove viveva, e dopo aver militato nel Leeds prima e nell’Oldham Athletic poi. 

          [2] In parallelo, tra il 2003 ed il 2005, entra nel giro delle nazionali giovanili di categoria (Under-16 ed Under 19).

          [3] Storico attaccante inglese che in carriera (oltre a quella del City) ha vestito, tra le altre, le maglie di Arsenal, Newcastle e Manchester United (dove, sul finire dello scorso millennio, formava la coppia gol dei sogni con il bomber trinidadiano Dwight Yorke).

          [4] Incontro valevole per la decima giornata dell’edizione 2005-2006 della Premier League.

          [5] Match terminato con il punteggio di 1-0 per l’Arsenal, con rete, su rigore, di Robert Pires al minuto 61.

          [6] Match del 19 febbraio 2006 valevole per il 5° turno della FA Cup, terminato 1-1 con reti di Milan Baros al minuto 72 per i padroni di casa e pareggio di Richards al minuto 94.

          [7] Subito dopo l’incontro, intervistato da un giornalista della BBC, preso dall’euforia del momento e non accorgendosi di essere in onda, si lascia andare ad un linguaggio non propriamente formale e abbastanza colorito.

          [8] Alla fine della stagione 2005-2006 sono 16 (13 in campionato e 3 in coppa nazionale) le presenze totali (11 da titolare).

          [9] La partita, nella quale Richards disputa tutti i 90’, termina con il punteggio di 1-1 (reti di Wayne Rooney al 37’ e Rafael van der Vaart al 86’).

          [10]  Fascia capitano vestita il 16 settembre 2007 nel match contro l’Aston Villa, in virtù della sostituzione del capitano in carica Richard Dunne.

         [11] Sulle 50 presenze totali, soltanto in 9 occasioni non ha disputato tutti i 90’.

          [12] Rinnovo del contratto firmato siglato nel febbraio 2008, con prolungamento fino al giungo 2013.

          [13] Coppa d’Inghilterra 2010-2011, Campionato 2011-2012 Community Shield 2012.

          [14] L'11 settembre 2006, dopo una sostituzione al minuto 60, nel match perso dal City per 1-0 al Madejski Stadium contro il Reading, Richards si infuriò con l'allenatore Stuart Pearce davanti alle telecamere. Soltanto il compango di squadra Paul Dickov, riuscì a placare l’ira dell’inglese, dopo che, inveendo contro il mister, aveva gettato via a terra la maglia e imprecato vistosamente.

          [15] “Fra me e Mario va tutto bene! Queste cose succedono in allenamento e alla fine ci siamo dati la mano. Significa che c’è passione!” il tweet dell’inglese, nelle ore successive all’accaduto, pubblicato sul proprio profilo col fine di dissipare completamente qualsiasi possibile strascico.

          [16] Campionato 2013-2014, FA Cup 2013-2014.

         [17] Tratto da www.fiorentina.it (11 set 2014).

          [18] Subentrato a Stefan Savić al minuto ’57 (partita terminata 3-0)

          [19] Con uno stipendio da 1,8 milioni di sterline.

          [20] Aggiornato all’aprile 2019.

          [21] Stagione 2015-2016, conclusa con uno score di 28 presenze e 1 gol segnato.