Iniziamo dalla vittoria di Brescia, un 1-0 sofferto, giocando male, ma che porta alla terza vittoria consecutiva in campionato, cosa mai successa quest'anno, al provvisorio sesto posto e alla consapevolezza che lottando e dando il massimo si possono ottenere risultati che fino a poche settimane fa sembravano impossibili. Certamente l'arrivo di Ibra, che avevo commentato come inutile, sbagliando, per programmare il futuro, ha scosso e rigenerato tutto l'ambiente, portando entusiasmo e, cosa più importante, risultati. Il cambio di modulo e di conseguenza l'utilizzo di altri "interpreti" ha completato questa trasformazione, per la gioia di società e tifosi. Finalmente le vittorie, nove, sono superiori alle sconfitte, otto, e già si guarda ai tre prossime incontri casalinghi, contro Torino, in Coppa Italia, Verona e Inter, in campionato, per poter capire se siamo autorizzati a sperare il una "remuntada" che appare impossibile.

A tenere comunque i tifosi milanisti con i piedi per terra ci ha pensato Mino Raiola, il famoso procuratore, che ha evidenziato quanto il Milan sia distante dalle formazioni più forti, sia in Italia che all'estero. Certamente Raiola non fa della simpatia la sua dote migliore e anche sui modi e sui suoi comportamenti ci sarebbe molto da scrivere, ma è indubbio che il suo lavoro lo sa fare bene e probabilmente è il migliore nello scovare talenti e piazzarli nelle formazioni più ricche e forti del mondo. Logico quindi capire che la sua considerazione non è poi così distante dalla realtà e per avere un Milan competitivo servono, almeno, cinque rinforzi, ma non giocatori di prospettiva, certezze. Maldini e Boban lo sanno bene e l'ottimo lavoro che stanno facendo, oltre a ridurre le spese, serve per prepararsi per giugno dove la proprietà, il fondo Elliott, dovrà decidere se cedere o investire.

La conclusione è proprio dedicata ad Elliott. Certamente acquisendo il Milan dai cinesi era consapevole che avrebbe potuto rivenderlo senza rimetterci soldi, ma è anche vero che ha trovato un'azienda piena di debiti e gestita male. Noi tifosi sottovalutiamo gli "ingenti danni" fatti da Leonardo, non solo in termini economici e tecnici, ma anche sportivi, creando incertezze e confusione ad un allenatore, Gattuso, che era ad un passo da due imprese, finale di Coppa Italia e quarto posto. La scelta di Elliott di interrompere il rapporto con il brasiliano oggi è comprensibile e forse è un segnale evidente che la proprietà crede in questo progetto, con uno stadio nuovo ed una squadra nuovamente VINCENTE.