Certe emozioni sono difficili da raccontare, ma alcuni ci riescono. La lettera di Amauri a Mondonico racchiude un’equazione dimensionale che supera il gelo dell’autocontrollo e diventa poetica del calcio. Oltre più niente, se non l’effetto straniante dell’impotenza difronte agli eventi della vita.

Amauri ci ha regalato un goal meraviglioso. Un colpo da campione come pochi possono, ha rotto il silenzio collettivo e ha detto semplicemente grazie.  Al di là dei moralismi di certa stampa e di una parte dei tifosi, quello che ha fatto Amauri non è stato semplicemente scrivere, no, lui ha fatto parlare l'anima quella vera e profonda.
Dalla morte si Astori abbiamo letto ed ascoltato ogni tipo di retorica, ma alla fine si è rivelata fine a se stassa. L'ex Napoli è uscito dall'ombra, ha ringraziato, ed è tornato in disparte come solo i grandi sanno fare. Non cercava riflettori Amauri, ma chiedeva solo di comunicare con chi lo ha reso grande.

Ecco la lettera di Amauri a Mondonico

“Caro mister, ti ringrazio per avermi dato la grande opportunità di realizzare il mio sogno nel lontano 2001. Ormai 17 anni fa, un ragazzino di 20 anni sognava di brillare nel calcio che conta della Serie A”.

“Quando mi hai fatto esordire hai avuto il coraggio di accantonare un mostro sacro del pallone come Edmundo, facendo giocare un ragazzino che dopo 2 partire realizzò anche il primo gol in Serie A, e che andò avanti facendo carriera.
Oggi sono qua e non posso che dirti GRAZIE, Emiliano Mondonico“.