Ci sono eventi e comportamenti che fanno parte della tua vita, che riconosci anche se non ti sai spiegare perché siano nati e per quale accidente di motivo continuano a suscitare uno smodato interesse.
Uno di questi è certamente il CALCIOMERCATO. Ogni anno (anzi, da un po' di tempo concede anche il bis) tutti i tifosi di questo sport assistono estasiati alla kermesse della più grande fucina di fake new che esista sulla Terra, che manco nei peggiori incubi dei troll che dovevano forgiare Mjöllnir... In religioso atteggiamento contrito e supino, tanti appassionati divorano pagine di quotidiani sportivi per cercare una notizia del loro beniamino o della Società/squadra del cuore. Poca importanza ha se tutto l'anno non si è nemmeno letta la pagina di un libro, perché quella cosa lì è per secchioni o chi non deve lavorare.

Ci si soffermasse solamente ai giornali sarebbe ancora un fenomeno circoscritto e perfettamente spiegabile anche a coloro che non soffrono di tale cronica patologia. Purtroppo, anche le TeleVisioni (e noi italiani non ci facciamo mai mancare almeno 999 canali nel TeleVisore e poco importa se letto al contrario è 666, numero che simboleggia il Diavolo) contribuiscono a diffondere il terribile morbo. Già. In TV ci sono notizie e programmi che parlano di cosce... pardon, volevo dire di atleti e... sì, capita anche che ci siano trasmissioni che mettano in bella mostra le grazie di avvenenti fanciulle tifosissime di calcio, ma non è questo certamente il punto perché, bellezze o non bellezze, i tifosi vogliono sapere in anticipo chi acquista la Società X o quella Y. Perché? Che domanda stupida. Perché è dal calciomercato che si può sapere in anticipo chi vincerà lo scudetto o centrerà gli obiettivi societari (la mitica Champions, l'Europa League o la promozione/salvezza). Infatti, regolarmente, accade che la squadra che vince il cosiddetto "mercato di agosto" giochi un campionato talmente in surplace che nove volte su dieci significa non riuscire a raggiungere i benedetti obiettivi stagionali.

Chi più spende meno spende. Recitava un motto commerciale in voga un po' di anni fa e allora ecco che le Società italiane di calcio investono i loro guadagni in faraoniche operazioni di mercato che rendono ricchi alcuni calciatori ma ancor di più i loro Procuratori/agenti. Sì, perché il calciomercato non è finito con l'acquisto o la vendita di un calciatore, ma continua anche con la "formalità" della firma dei contratti. La base della nostra Società Occidentale (capitalistica) è che i contratti sono sacri e vanno rispettati... Quasi vero, anzi, proprio per niente. I contratti sono dei livelli dai quali non si può mai scendere ma solo salire e, pur avendo una durata di qualche anno, il tempo è un concetto molto relativo che va discusso e ridiscusso perché altrimenti all'atleta viene un mal di pancia che neanche "la dolce Euchessina" riesce a curare.

Dunque, giornali, carta stampata e TV. Ci fermiamo lì, giusto? Sbagliato. Anche il web subisce il fascino perverso di questo rito, sabba iniziatico per alchimisti, streghe e stregoni. Il sito stesso che ospita questo articolo ha l'ardire di appellarsi con un nome che è tutto un programma: calciomercato (punto) com. Foto, articoli, video cosa gli manca per essere annoverato tra gli strumenti che Satana ha a disposizione per diffondere questo terribile morbo che viene chiamato tifo? Anche se non lo è in quanto tale malattia è stata pressoché debellata in tutto il mondo e invece quello della campagna acquisti/cessioni a livello calcistico è tuttora vivo e vegeto e continua a diffondersi e prosperare a tutte le latitudini e longitudini, senza terapie in grado di fermarne gli effetti devastanti sulla psiche.

Vabbé, mi direte... è divertente e poi quasi sempre ci azzeccano! Mhm... se si segue anche solo una delle tante squadre di un qualsiasi campionato (e le notizie relative) si scopre che Tizio è in predicato di firmare il contratto che lo legherà appunto alla Società Caia. Manca poco. Sono ai dettagli. Il tempo di bere un crodino ed è fatta. Poi, passano le settimane. Tizio viene accostato ad altre 5 o 6 differenti società, tanto che i tifosi della Caia cominciano a dubitare che di mestiere faccia il calciatore e cominciano a pensare che abbia intrapreso un'altra strada... sì, proprio quella. Tranquilli, però, perché anche quando nove volte su dieci (mi sono ripetuto?) Tizio non andrà nella Società Caia, perché quella Sempronio avrà offerto un appartamento a Finale (nomen omen) con vista mare al suo agente/procuratore, si potrà sempre sorridere con il piano B. Che a volte potrebbe essere che la Società ce l'ha avuta nel lato B oppure che è destinata a scender di categoria ma questa è un'altra storia. L'importante è che si parli di calcio. Sempre. Comunque perché le partite durano 90 minuti (a volte) ma i sogni e i mal di pancia posso durare tutto l'anno.

Per fortuna io ne sono immune. Il mio sistema immunitario ha gli anticorpi giusti per difendersi da questa cronica e recidiva malattia. Io sono a posto. Non soffro di nulla. Magari, ogni tanto, voglio sbirciare tra le notizie ma non sono mica un fan che si arrende alla curiosità di conoscere i movimenti degli atleti del pallone perché so che per la maggior parte si tratta di palle, frottole, panzane senza né capo né coda. Anche se sono così carine che fanno tanta tenerezza, come il peluche che ti faceva compagnia nel tuo lettuccio da bambino prima di andare a dormire.
Ecco, l'ho detto. Anzi, l'ho scritto. Nel calciomercato si raccontano una marea di palle esattamente come in una conferenza stampa dopo una sconfitta bruciante. Tuttavia, proprio perché sono sferiche continueremo a seguirle (anche io, onestamente... vi ho mentito) proprio perché hanno la forma giusta per rotolare nei campi di calcio, con l'erba tagliata fine, con ventitré atleti che si rincorrono e un poveretto tra il pubblico, seminascosto e lontano, che domanda a un altro: "Chi ha fatto palo?".